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Cronaca

"Volevo portare il cadavere di mia figlia in valigia in Russia"

Gulnara Laktionova racconta i drammatici momenti dopo la morte della figlia. I poveri resti vegliati per giorni nella sua abitazione

Ha vegliato i poveri resti della figlia per quasi due settimane per poi, alla vigilia della sua partenza in Russia, chiuderli in una valigia e gettarli nel porto di Rimini. Gulnara Laktionova, la bandante 48enne  indagata per morte conseguente ai maltrattamenti e dispersione di cadavere, ha raccontato la sua versione davanti al pubblico ministero, Davide Ercolani, che indaga sul decesso della figlia della donna, la 27enne Katerina, i cui poveri resti sono stati ritrovati chiusi in una valigia che galleggiava nel porto di Rimini. "Volevo portarla con me in Russia - ha spiegato agli inquirenti della polizia di Stato la Laktionova - ma poi ho pensato che mi avrebbero controllato la valigia in aeroporto e, allora, l'ho buttata in mare ma non so perchè l'ho fatto". La donna, difesa dall'avvocato Mario Scarpa, nelle tre ore e mezzo di interrogatorio ha poi ricostruito gli ultimi giorni di vita della figlia consumata dall'anoressia e che, lo scorso 22 febbraio, si era presentata alla Questura di Rimini per chiedere un permesso di soggiorno per motivi umanitari.

In Questura a Rimini Gulnara Laktionova

Katarina, secondo quanto emerso, pochi giorni dopo era entrata in una lunga agonia fino a quando, il 10 marzo secondo le dichiarazioni della madre, era spirata a causa di quella terribile malattia. E' stato a questo punto che, la 48enne che a Rimini lavora come badante, avrebbe perso letteralmente la testa rimanendo a vegliare il corpo senza vita della figlia e dormendole accanto senza rendersi conto che, oramai, non c'era più nulla da fare. Un lutto del quale, la Laktionova, non ha reso partecipe nessuno e, solo quando era partita per la Russia il 18 marzo e si era disfatta del corpo della figlia, aveva fatto delle parziali ammissioni a un amico riminese.

Ritrovato cadavere chiuso in una valigia

Nel frattempo, gli inquirenti della polizia di Stato erano riusciti ad analizzare le telecamere a circuito chiuso scoprendo, dalle riprese, la 48enne che più volte usciva di casa prima del viaggio per tornare nella sua nazione sola e con la valigia. Come ha ammesso la stessa Laktionova, avrebbe fatto tutto da sola e, da sola, avrebbe gettato il corpo nel porto. Al momento la donna è rimasta a piede libero a disposizione di polizia e magistratura.

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