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Cronaca Talamello

Il rogo alla Emir di venerdì notte è stato rivendicato dai No Tav

Ritrovate sul lugo dell'incendio scritte contro l'alta velocità della Val di Susa, l'azienda smentisce di far parte dei cantieri che stanno costruendo la linea veloce tra Torino e Lione

Si tinge di giallo l'incendio doloso scoppiato, nella notte tra giovedì e venerdì, presso la cava Emir Spa di Talamello. Gli inquirenti dell'Arma, arrivati sul posto dopo essere stati allertati dai vigili del fuoco che hanno spento il rogo che ha distrutto due camioncini, hanno ritrovato scritte contro la Tav, la linea ad alta velocità tra Torino e Lione oltre ad altre bottiglie incendiarie che non sono esplose. Uno scenario inquietante che porta l'entroterra romagnolo negli scontri che, in Val di Susa, hanno visto i manifestanti combattere contro le forze dell'ordine impegnate a difendere i cantieri. La Emir Spa, nel frattempo, mantiene il massimo riserbo su quanto avvenuto verso le 4 di venerdì 17. L'unico commento, al momento, è stato quello di precisare di non aver nulla a che fare con la CMC, capofila nelle ditte Tav, alla quale in passato erano affiliati ma, attualmente sono una branchia della Cbr.

Rogo alla Emir Spa di Talamello

“Non dobbiamo avere paura di usare le parole: atti terroristici senza precedenti per il nostro territorio - commenta la parlamentare Pd, Emma Petitti -. La conferma della rivendicazione da parte dei no Tav dell'attentato incendiario alla cava Emir di Verucchio getta una luce ancora più inquietante su tutto l'accaduto. Come già nel 2009, la violenza esce dalla Val di Susa e arriva fino al nostro territorio, colpendo peraltro un'azienda che nulla ha che vedere con i cantieri piemontesi. Dobbiamo avere il coraggio di condannare apertamente questi gesti, che nulla hanno a che vedere con l'impegno e le battaglie civili per l'ambiente, per il lavoro e per una società più giusta".

"Gli attentati incendiari perpetrati a Verucchio, le molotov al senatore Esposito, le sedi del PD imbrattate in varie parti d'Italia impongono un allarme per la nostra democrazia - continua Petitti -. Siamo in costante contatto con il sindaco Giorgio Pruccoli, la Prefettura e le forze dell’ordine, ed è necessario che il Governo e il ministero dell'Interno pongano la massima attenzione sull'accaduto, in modo da scongiurare nuovi rischi di attacchi e da assicurare al più presto i colpevoli alla giustizia”.

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