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Cronaca

Sadegholvaad: "Rimini è una città sicura, vi svelo i dati. E le baby gang si affrontano con l'integrazione"

Il sindaco a 360° sul tema sicurezza: "I reati sono in calo e in più aggiungo che la percentuale di scoperta dei colpevoli è superiore alla maggior parte di quella registrata nelle altre 106 province del Paese"

“Rimini è una provincia sicura e con i reati in calo”. Parola del sindaco Jamil Sadegholvaad, intervenuto sul tema a seguito del consiglio comunale tematico dedicato a sicurezza e legalità forte di dati e statistiche. “Si dice spesso che Rimini è ai primi posti italiani della graduatoria dei reati in relazione ai flussi turistici anomali e straordinari in rapporto al numero dei residenti rispetto a tutti le altre province d'Italia. Vero, ma credo che questo non sia così decisivo come si crede e nonostante una ricerca prodotta nel 2019 dal Sole 24 Ore abbia rilevato come calcolando statisticamente la componente turistica, Rimini sia tra le province più sicure del Paese insieme a Venezia, Aosta, Trento e Bolzano”.

Sindaco Sadegholvaad, rispetto al passato in base a cosa definisce Rimini una città più sicura?

“Nel 1998 le denunce di reato in provincia di Rimini furono circa 29mila con una popolazione di poco superiore ai 300mila abitanti. Nel 2019, ultimo anno pre pandemico perché sarebbe facile prendere il 2020 come comparazione, le denunce di reato sono state 19.994 con una popolazione di circa 350 mila abitanti. Provo a sintetizzare: il numero dei residenti è salito del 15 per cento e il numero dei reati denunciati è calato del 30 per cento. Questi sono i dati ufficiali del Ministero dell'Interno e non interpretazioni di questa o quella parte politica”.

In quale aspetto il territorio provinciale mostra dei passi concreti in avanti?

“Se vogliamo andare più nello specifico degli ultimi anni, le stesse tabelle raccontano ad esempio che se nel 2015 i furti complessivi denunciati furono 17.481, nel 2019 lo stesso dato si ferma a 11.099. Per la cronaca nel 2020 un calo ulteriore: 7.438. Andiamo ancora più nello specifico e cioè analizziamo i cosiddetti reati predatori che spesso sono associati al nostro territorio: furti con destrezza, i borseggi insomma, 3.594 nel 2015 e 2.066 nel 2019; furti con strappo, ovvero gli scippi, 174 nel 2015 e 120 nel 2019; furti in abitazione 2.027 nel 2015 e 1.305 nel 2019”.

Quindi è il bilancio di un successo?

“Questi numeri non vogliono essere la cronaca di un successo, chissà poi per chi visto che si tratta di denunce relative a tutti i comuni della provincia e non solo al capoluogo e dunque certe polemiche che si fanno su Rimini magari per onestà intellettuale o coerenza andrebbero fatte anche nei comuni confinanti governati da giunte di colore diverso. Non è, dicevo, la cronaca di un successo Ma certamente è cronaca più solida di qualsiasi opinione. I reati sono in calo e in più aggiungo che la percentuale di scoperta dei colpevoli nel nostro territorio è superiore alla maggior parte di quella registrata nelle altre 106 province del Paese”.

Arrivano i risultati, eppure c’è un evidente problema di carenze del personale tra le forze dell’ordine. Quali passi compiere?

“Sottolineo tre volte in rosso che dal dopoguerra gli organici di Polizia permanenti sul nostro territorio sono clamorosamente sottodimensionati rispetto alla terza area in Italia per numero di turisti dopo Roma e Venezia. E, guardate, non c'è stato governo che abbia dato risposte concrete. Non lo ha fatto il centrosinistra ne tanto meno il centrodestra. Ricordo ad esempio che il ministro leghista Maroni ebbe il coraggio una decina di anni fa di chiedere agli enti locali di pagare il foraggio dei cavalli utilizzati in estate dalle forze di polizia. Ma questo è folklore rispetto a quanto accaduto 7 anni dopo e cioè nel 2018 quando il ministro Salvini ha strappato l'accordo del predecessore Minniti per l'ubicazione della nuova Cittadella della Sicurezza o Federal Building nell'area occupata da quel vero e proprio scempio di Stato che è la vicenda della nuova Questura in via Roma”.

Un tema su cui però state cercando una soluzione. Ci sono aggiornamenti?

“Abbiamo perso 4 anni e soprattutto l'occasione di potenziare e modernizzare il comparto della sicurezza nella nostra provincia. Pochi giorni fa abbiamo rimesso insieme e aggiornato le pagine di quell'accordo cancellato ancora non si sa bene per cosa. Dobbiamo ripartire da zero e lo abbiamo fatto ancora una volta nella sede prefettizia e cioè dove si riunisce quel Comitato Provinciale per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza che finora è stata la vera, unica, gigantesca barriera nei confronti della criminalità, micro e macro. Lo dico con orgoglio: se i reati calano, se il territorio è sotto controllo, se il turismo - che ha bisogno come l'aria dell'elemento Sicurezza per vivere - continua a garantire occupazione e dignità in un'epoca tra le più dure del mondo si deve guardare dentro ai nostri confini”.

Teme per il diffondersi del fenomeno delle baby gang in vista della prossima estate?

“Il fenomeno delle cosiddette baby gang è relativamente nuovo in Italia, non pare avere ancora quelle fortissime connotazioni sociali che ha in Francia, Germania o Gran Bretagna, ma mette insieme diversi aspetti che non sono specificatamente di polizia. È inutile nascondersi che dietro ci sta anche la questione dell'integrazione. Per indole non mi piacciono le bandierine ideologiche. Io credo che l'integrazione passi da una relazione che prima di tutto è conoscenza, è partecipazione, è scuola. Non ho la risposta definitiva ma credo che questo tipo di integrazione sia il viatico migliore per governare già a monte la ribellione senza causa di quelle che oggi chiamiamo baby gang”.

Quali ulteriori provvedimenti si possono mettere in campo?

“Come dicevo è un processo articolato poi certo c'è l'ordine pubblico a breve termine. Sapete già che io stesso, insieme ai sindaci delle altre località costiere riminesi, abbiamo chiesto e ottenuto che nel 2022 i famosi rinforzi estivi di polizia arrivino a giugno e non a luglio inoltrato. Ma vista la novità del fenomeno io credo sarebbe opportuna anche qualche strategia inedita che ad esempio vedesse il coinvolgimento delle altre prefetture e questure emiliane. L'esperienza della scorsa estate ci segnala infatti come frequenti nelle città emiliane i luoghi di residenza di molti dei protagonisti di queste scorrerie da fine settimana. Una collaborazione su scala regionale forse sarebbe un modo per cominciare anche a utilizzare risposte nuove a fenomeni inediti”.
 

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