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Cronaca

Operatore del salvataggio picchiato per aver difeso le meduse, condannato l'aggressore

La vittima era stata aggredita con una paletta dalla punta in ferro che gli aveva provocato una seria ferita alla testa

Si è concluso con una condanna a 6 mesi, pena sospesa, il processo che vedeva alla sbarra un padre di famiglia 39enne accusato di aver picchiato selvaggiamente un bagnino di salvataggio 31enne sulla spiaggia di Torre Pedrera nell'estate del 2018. La vicenda risale all'agosto di due anni fa quando la vittima, oggi difesa dall'avvocato GianMaria Gasperoni, stava vigilando sulla battigia del Bagno 62 quando aveva rimproverato il 39enne che col figlio stava catturando delle meduse in mare per poi tenerle in un secchiello. Un comportamento vietato e, come lo stesso 31enne aveva fatto notare ai due, sarebbe stato passibile di una multa se fossero stati visti dalla Capitaneria di Porto. Un consiglio come tanti, ma che il 39enne non aveva gradito tanto da farsi sempre più minaccioso iniziando ad inveire contro il salvataggio che nel frattempo aveva cercato di liberare le meduse.

Un gesto che ha mandato su tutte le furie il padre di famiglia il quale dapprima ha ucciso le meduse con la paletta del figlio dalla punta in ferro e, poi, con lo stesso arnese ha aggredito il 31enne fino a sfasciare il manico in legno sulla testa del malcapitato. Un vero e proprio parapiglia andato avanti anche quando, frastornato per i colpi ricevuti, il salvataggio è crollato sulla sabbia. Erano stati i bagnanti a dare l'allarme per la brutale aggressione facendo accorrere sul posto sia l'ambulanza del 118 che una pattuglia della polizia di Stato. Nel frattempo, però, il 39enne si era allontanato in tutta fretta dalla spiaggia per poi saltare a bordo del proprio scooter e sparire. Erano stati alcuni testimoni che, annotato il numero di targa, avevano messo gli inquirenti della polizia di Stato sulle tracce dell'aggressore poi ritrovato nella propria abitazione. Il ferito, invece, era dovuto ricorrere alla cure del pronto soccorso da dove era stato poi dimesso con una prognosi iniziale di 8 giorni.

Successivamente entrambi i protagonisti si erano denunciati reciprocamente ma, alla fine del processo, il Gip ha ritenuto colpevole solamente il 39enne, difeso dall'avvocato Lucia Varliero, condannandolo anche al risarcimento della vittima e al pagamento delle spese processuali assolvendo il salvataggio perchè il fatto non sussiste.

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