Sanità, in regione ci saranno 650 posti di terapia intensiva, 200 in più rispetto all'inizio dell'epidemia
Tra gli obiettivi c'è la volontà di potenziare gli ospedali del territorio e riaprire i punti nascita nelle zone di montagna
L'Emilia-Romagna uscirà dall'emergenza covid con una dote di almeno 200 posti in terapia intensiva in più rispetto a prima, che rimarranno a disposizione anche per il futuro. Lo spiega il governatore Stefano Bonaccini, durante l'informativa di martedì mattina in Assemblea legislativa. Prima dell'esplosione dell'epidemia, ricorda il presidente, in regione erano a disposizione "450 posti letto in terapia intensiva. Con l'emergenza siamo a saliti a 573" e ora, col progetto di hub nazionale di terapia intensiva "che inaugureremo tra maggio e giugno in quattro città dell'Emilia-Romagna, ne aggiungeremo altri 146". Quindi, afferma Bonaccini, "a regime avremo strutturalmente 650 posti di terapia intensiva in Emilia-Romagna".
Il governatore ci tiene poi a rimarcare ancora una volta il calo dei contagi in regione. "Un mese fa il passo dell'epidemia era il triplo rispetto ad oggi ed eravamo ancora lontani dal picco- sottolinea Bonaccini- nelle ultime due settimane invece abbiamo registrato 1.100 casi attivi in meno". In questa emergenza, rileva poi il presidente, "gli ospedali del territorio si sono rivelati cruciali e vanno potenziati. E anche i punti nascita, come avevamo detto prima dell'emergenza, torneranno anche lì dove non li avevamo piu'", torna a promettere Bonaccini.