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Cronaca

Sanità in apnea, urgono nuovi medici che non si trovano. Concorsi extra e contratti agli specializzandi

Il tema sanità approda in consiglio comunale. La situazione più critica resta al Pronto soccorso dove mancano 19 medici su 45. L'Ausl spiega tutti gli sforzi a fronte di un problema esteso a larga scala

Sta diventando quasi come corteggiare una bella ragazza. Non fosse che il tema è importante e riguarda la salute dei cittadini. Per l’Ausl Romagna, come anche per le altre aziende sanitarie, è ormai partita una “caccia” al medico. Assicurarsi professionisti in un quadro di carenza sempre più strutturale. Il tema della mancanza di professionisti, in un ampio contesto riguardante la sanità nel suo complesso, è stato tra i punti più delicati del consiglio comunale tematico organizzato dal Comune di Rimini. Al quale hanno partecipato tutti i vertici della sanità, a partire dall’assessore regionale Raffaele Donini, per passare dalla direzione Ausl con Tiziano Carradori, Mattia Altini e Francesca Raggi.

Ciò che emerge è la difficoltà a reperire nuovi medici. Tant’è che il prossimo 4 ottobre, sulla partita del Pronto Soccorso, verrà effettuato un terzo concorso nel 2022. Fatto che non era mai accaduto negli anni precedenti. Proprio perché non si riesce a sopperire al turnover in corso. Tra dimissioni volontarie e pensionamenti. Il quadro, della difficoltà di trovare specialisti, riguarda anche altri settori della sanità riminese, come la rianimazione e la pediatria in particolare. Il reparto in maggiore sofferenza resta il Pronto Soccorso, dove ha spiegato in aula la direttrice Tiziana Perin “al momento mancano 19 medici su 45 di pianta organica, compresi coloro che turnano sulle auto mediche”. Dall’ultimo concorso sono state reperite tre nuove professionalità, ma non basta. Nel corso dei mesi estivi si è giunti ad uno scenario di completa saturazione, un quadro che ancora è critico oggi specialmente nelle giornate di lunedì, martedì e venerdì.

Ma perché tutta questa difficoltà? Il direttore generale dell’Ausl Tiziano Carradori ha spiegato ai rappresentanti politici che si stanno facendo i salti mortali per reperire personale. “Anche attraverso ingaggi di specializzandi, con contratti di lavoro a tempo indeterminato a partire dal 2024”. E’ una prassi che molte Ausl stanno adottando in sede di concorso, dare l’opportunità a chi ancora deve concludere la specialistica di avere già un contratto di lavoro assicurato. Ma la fila non c’è: “Parlare di carenza di medici in Italia è improprio – spiega il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Maurizio Grossi -, il problema è che molti sono attratti dalla sanità privata e molti medici italiani giovani decidono di andare all’estero. Nel Riminese inoltre c’è un problema aggiuntivo che ho spiegato agli amministratori, si è poco attratti perché è impossibile trovare affitti sostenibili per le abitazioni. Così un medico che partecipa a più concorsi, alla fine preferisce altre sedi”.

Intanto però i numeri degli accessi in ospedale stanno tornando ai livelli Pre-Covid, quando complici i lockdown gli ingressi si erano notevolmente ridotti. Da inizio 2022 al 3 agosto gli accessi al Pronto Soccorso, ha spiegato la direttrice Perin, sono circa 64mila, mentre nel 2020 erano stati sull’arco dei 12 mesi 67 mila e nel 2021 80 mila. Il 2022 si chiuderà, secondo le proiezioni, più verso il 2019 quando gli accessi furono 100 mila. “Un grazie va a Team Bota e Protezione Civile – hanno spiegato dall’Ausl – per il supporto fornito in questi mesi al personale del Pronto Soccorso, come alle forze dell’ordine che effettuano ronde notturne in caso di problemi di sicurezza”. Un ruolo decisivo per far reggere il sistema lo hanno fornito i medici di reparto, che volontariamente e poi attraverso un ordine di servizio forzato, hanno dovuto fornire un supporto ai colleghi. Ma è una situazione straordinaria, che non potrà diventare strutturale. Così parte la “caccia” ai medici.

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