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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Santarcangelo Festival, in scena 200 artisti per lottare contro la paura

Il borgo clementino si trasforma nel cuore pulsante del teatro internazionale

Da venerdì 6 a domenica 15 luglio l'appuntamento è con Santarcangelo Festival con un programma che, da mattina all’alba, spazia tra le arti e i generi, senza limiti geografici e disciplinari.

Al secondo anno di direzione artistica di Eva Neklyaeva – nata a Minsk e formatasi ad Helsinki come curatrice e direttrice di istituzioni artistiche internazionali, tra cui Baltic Circle Festival – e Lisa Gilardino - manager internazionale di performing arts e curatrice - il Festival conferma e rilancia il suo ruolo nella scena contemporanea internazionale, configurandosi come una piattaforma intercontinentale che offre al pubblico una nuova ampia visione su ciò che di rilevante accade oggi nell’ambito delle performing arts.  

Nei primi due weekend di luglio il piccolo borgo ospita una proposta di spettacolo audace e avventurosa, che rompe alcune consuetudini, accogliendo 54 formazioni da tutto il mondo, quasi 200 artiste e artisti le cui voci sono ancora poco ascoltate, le cui creazioni hanno formati speciali o trattano tematiche difficili da presentare nel circuito tradizionale, ma sono urgenti per il dibattito artistico e politico contemporaneo.

Spaziando tra linguaggi e stili molto differenti, gli oltre 150 appuntamenti di Santarcangelo Festival 2018 conducono il pubblico al di là dei confini dell’ovvio e del conosciuto, anche geografico, e disegnano un articolato paesaggio emotivo: cuore in gola, claim di questa 48^ edizione, individua proprio la manifestazione corporea dell’intensità di un’emozione, la sensazione viscerale, pre-verbale che attraversa il corpo in alcune condizioni emotive. Gli spettatori sono invitati a immergersi in questa intensità, a esplorarla e a prenderne consapevolezza, attraversando luoghi sconosciuti del territorio e del proprio inconscio, con modalità di visione non convenzionali e immersive.

Al centro della riflessione sulle emozioni, la paura: elemento cruciale del contemporaneo, strumento di manipolazione politica ed economica, di cui riappropriarsi come comunità e come individui, recuperandone l'originaria funzione, elemento di forza e coesione quando vissuta in un ambiente protetto e condivisa.

Il paesaggio naturale
Un rituale collettivo contemporaneo, che accade nella natura e che parla di natura. Come nel caso delle creazioni di Ingri Fiksdal, coreografa norvegese per la prima volta in Italia: Night Tripper e Diorama for Santarcangelo lavorano sulla percezione e sul suo impatto. Night Tripper è una passeggiata nel bosco, una performance-concerto, un rituale e un evento sociale. Il progetto mette in scena, in mezzo alla natura e al crepuscolo, sei performer, insoliti strumenti musicali, un coro e molti spiriti potenti. Il progetto viene re-immaginato per Santarcangelo in una versione site-specific lungo il letto del fiume Marecchia. In Diorama for Santarcangelo la coreografia diventa una lente attraverso la quale Ingri altera o interviene sulla percezione del paesaggio naturale, in un’esperienza onirica e indimenticabile, su una spiaggia di Rimini all’alba.

Artista associato, Markus Öhrn dalla Svezia con The Unkown crea una cornice per otto artisti, che presenteranno ogni sera un progetto inedito: un palco temporaneo nel bosco, lungo il fiume Uso, accoglie ogni notte il pubblico, che compirà un passo verso l’ignoto. Gli artisti invitati, quattro svedesi e quattro italiani, sono Makode Linde, artista visivo, musicista e dj, Linnea Sjöberg, artista visiva e performativa, Linnea Carlsson, scultrice, disegnatrice e creatrice di installazioni sonore, Oskar Nilsson, pittore, Damiano Bagli, musicista, inventore e pensatore, Mara Oscar Cassiani, coreografa, performer e new media artist, Federica Dauri, performer, e Maurizio Rippa, cantante lirico e performer.

In Don’t be frightened of turning the page, Alessandro Sciarroni prende spunto dal movimento migratorio di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati. Con il mondo animale si relaziona anche Francesca Grilli, artista associata del Festival, che in Gold invita gli spettatori a condividere lo spazio con tre falchi, alcuni falconieri e tre cantanti. Nei suggestivi Orti dei Frati Cappuccini agisce Cristina Kristal Rizzo con ikea: un flusso continuo e ipnotico di movimento crea uno spazio di vicinanza nel quale chi guarda è invitato ad amplificare i propri sensi. Anche Muna Mussie con Oasi, coproduzione del Festival, riflette sulla natura e sulle paure connesse ai suoi elementi, animali soprattutto, chiusa in a una sfera trasparente, in solitudine. Muna presenterà anche Punteggiatura, un'opera d'arte collettiva realizzata grazie al dialogo con un nucleo di donne di differenti provenienze del territorio bolognese. Il libro di stoffa, un “tessuto sociale” che si mette in pratica e si traduce in ricamo, è promosso da ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, nella cornice di Atlas of Transtions Biennale I Right to the City, a cura di Piersandra Di Matteo. L'opera è realizzata in collaborazione con la Scuola delle Donne | Pilastro (CESD), Biblioteca Italiana delle Donne, con il coinvolgimento delle cooperative Camelot e Mondo Donna, Cantieri Meticci, Ars Aemilia e Santarcangelo dei Teatri.

Il paesaggio umano
Donne di Bologna, adolescenti italiani e islandesi, un coro di Santarcangelo, ma non solo… Nella creazione dei 150 appuntamenti sono coinvolti quasi 200 tra adulti, adolescenti e bambini del territorio. È il caso di Multitud di Tamara Cubas, dall’Uruguay, che aprirà il Festival il 6 luglio con una performance nello spazio pubblico a ingresso libero che coinvolge circa 70 volontari. La domanda di partecipazione è aperta a tutte e tutti (il workshop si terrà dal 28 giugno al 5 luglio). Tamara, coreografa con formazione legata alle arti visive, analizza la condizione sociale dell'essere umano contemporaneo, la nozione di eterogeneità all'interno di un collettivo, l'idea di "altro", le relazioni interpersonali e la possibilità di dissenso. Dalla Grecia Panagiota Kallimani, per la prima volta in Italia, presenta Arrêt sur image, performance frutto di un laboratorio con bambini che si svolge nei luoghi da loro frequentati: una scuola, un giardino, una piazza. Lo spazio della loro vita quotidiana prende una dimensione surreale, straniante, trasformando la loro energia in una danza lenta, dal ritmo inusuale.

Il pubblico è chiamato ad essere in alcuni casi co-creatore dell’esperienza di spettacolo e il Festival può davvero dirsi realizzato con il supporto delle comunità, quella locale e quella temporanea di spettatori, performer, attivisti, operatori. Come in Your word in my mouth, creazione prodotta da e per il Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles da Anna Rispoli, Lotte Lindner&Till Steinbrenner in cui gli spettatori sono invitati a dare la loro voce alle parole di alcune persone intervistate sul tema dell'amore, mettendo in discussione la loro stessa tolleranza o indifferenza.

Il paesaggio emotivo
Santarcangelo Festival 2018 disegna un paesaggio emotivo variegato e cangiante. Un Panorama vasto e inaspettato, in cui addentrarsi senza pregiudizi e limitazioni, come nello spettacolo omonimo di Motus, artisti associati del Festival: una biografia plurale e visionaria del gruppo interetnico di performer del mitico teatro dell’East Village newyorkese, La MaMa. Sempre di Motus anche Chroma keys di Enrico Casagrande, Daniela Nicolò e Silvia Calderoni, performance-scheggia impazzita di Panorama, un’immersione dal sapore cinematografico sui bordi della visione e negli angoli inquieti di noi stessi dove predominano le inquadrature sull’elemento umano. Una ricerca in cui i vecchi artifici, Truka e Chroma Key faranno apparire mondi altri, forse mostruosi.

Emozioni e vita vissuta anche al centro di minor matter in cui la coreografa dominicana Ligia Lewis affronta questioni relative alla percezione del corpo e dell’etnia, combinando danze popolari e uno score musicale che attraversa generi e epoche. Da Nuova Delhi Mallika Taneja con Be careful affronta il tema della violenza sulle donne con un solo, fra teatro e danza, dotato di grande intelligenza e ironia. Dall’Australia Nicola Gunn, artista rivelazione dell'ultima edizione del Coil Festival di New York, presenta per la prima volta in Italia il suo Piece for Person and Ghetto Blaster, di cui è autrice e interprete: da un semplice episodio, un litigio con un uomo che lancia dei sassi a una papera in uno stagno, s’innesca un'esplosione di testo, movimento ed energia; una ricerca coreografica precisa ed incalzante si fonde con una drammaturgia testuale originalissima, che spazia dalla filosofia al racconto personale per aneddoti, con un’ironia sovversiva.

Anche in Gentle Unicorn, di Chiara Bersani, coproduzione del Festival al suo debutto, il pubblico si confronta con il corpo politico dell’artista attraverso la metafora del leggendario animale (in partnership  con Operaestate/B.Motion Festival di Bassano del Grappa e Graner di Barcellona). Si basa su una biografia, ma del nonno, RH negativo di Asia Giannelli, una performance-video installazione che include un breve documentario, un testo e una lastra di ghiaccio.

L’emozione è al centro anche di I am within, prima tappa di una progetto che troverà forma compiuta nel 2019, di Dewey Dell: una bambina, sola in scena, si confronta con la paura, con la fuga da ciò di cui non si può sopportare la vista o l'udito.

Artista affermata in Brasile e ancora poco conosciuta in Europa, Michelle Moura presenta per la prima volta in Italia il suo lavoro: FOLE esplora la ricerca fra respiro, voce e movimento, invitando gli spettatori a un viaggio, alterando gli stati percettivi. Si dipana tra movimento, testo, drammaturgia, immagine e intervento sociale anche 105: society for the creatively maladjusted di Nana Biluš Abaffy, per la prima volta ospitata con il suo lavoro fuori dall'Australia. Nana è stata nominata al prestigioso Premio Kier come più talentuosa coreografa emergente nel suo Paese.

Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, con Francesco Alberici, presentano Scavi, coproduzione del Festival, prima ed unica restituzione pubblica della ricerca per il nuovo spettacolo teatrale Quasi Niente, liberamente ispirato al capolavoro di Michelangelo Antonioni Deserto Rosso, che debutterà ad ottobre 2018. Il film del 1964, creato a partire da un breve racconto di Tonino Guerra, ha come protagonisti il paesaggio, una Romagna trasfigurata, e una Monica Vitti indimenticabile.

Dal Libano Tania El Khoury con As Far As My Fingertips Take Me propone una conversazione attraverso un muro fra un unico spettatore e un rifugiato. Attraverso il contatto fisico e il suono, vengono condivise storie con persone che hanno subito recentemente discriminazioni a causa dei confini.  

Il paesaggio pubblico
Da spettacoli per uno spettatore alla volta ad appuntamenti pensati per lo spazio pubblico, aperti a tutti e tutte, a ingresso libero. Dall’inaugurazione del Festival con Multitud di Tamara Cubas a Those ghels di Buhlebezwe Siwani & Chuma Sopotela, per la prima volta in Italia dal Sudafrica. Chuma è attrice, regista e performer, Buhlebezwe è artista e sciamana: insieme presentano una performance tra danza e video, con cui decostruiscono la rappresentazione del corpo femminile nei video musicali. Sempre nello spazio pubblico, l’intervento performativo pensato ad hoc per Santarcangelo da Sissi che con Unravelling vein immaginerà il paese come un corpo emotivo, grazie alle vene e alle arterie del sottosuolo.

Il programma musicale, a cura di Stefania Pedretti e Francesca Morello, a ingresso libero, si dipana tra concerti e DJ-set sotto lo chapiteau di Imbosco. Dalla Germania Bleedingblackwood: Timo C Engels, musicista e dj di stanza a Berlino, si esibirà con Martina Bertoni, suonatrice di cello italiana, di formazione classica, in un concerto fortemente connesso alla natura. Father Murphy, una delle più interessanti entità musicali italiane, porterà il suo live tra concerto, rito e performance artistica. Dalla Svezia Trepaneringsritualen, progetto da solista del musicista svedese Thomas Martin Ekelund, si configura come un live act estremo che esplora i temi della religione, del magico e dell'occulto. Sequoyah Tiger proporrà un live set danzato del progetto musicale della produttrice e compositrice veronese Leila Gharib, tra canzone, reminiscenze melodiche dei gruppi doo-wop anni ’50, bizzarrie elettroniche, video e atletiche azioni sonico-gestuali condivise con la danzatrice e coreografa Sonia Brunelli (insieme sono Barokthegreat). Dal Sudafrica il duo dei FAKA: Fela Gucci e Desire Marea esplorano una combinazione di linguaggi e discipline che variano dai concerti alla performance, alla letteratura, dal video alla fotografia, per creare un'estetica eclettica con la quale trasmettono la loro esperienza di corpi neri queer nell'Africa post-coloniale

Ad Imbosco, il tendone da circo nascosto tra gli alberi ai piedi del Parco Cappuccini, quando cala la notte e gli spettacoli sono terminati hanno inizio la musica e il ballo, con DJ italiani e internazionali in consolle da mezzanotte all’alba: Deep Soulful Sweats - Australia, Dani - Belgio con Habibi / Al Queer, GEGEN - Germania, Lilith Primavera, Tropicantesimo, Lady Maru & Valerie Renay - Germania/Italia, Matteo Vallicelli, The Expandig Universe, The Good Chance Radio.

Progetti speciali
La collaborazione tra Santarcangelo Festival e MACAO, centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano, prosegue quest’anno con l’attivazione di un dispositivo che mette al centro la cura e l'amore, per sé, l’uno nei confronti dell’altro e per le comunità, come azione radicale attraverso cui immaginare nuove forme sociali. Crypto Rituals incrocia l’economia circolare con la costruzione di comunità, prima di tutto affettiva, introducendo nel Festival una criptomoneta, Santa Coin (con il supporto tecnico di dyne.org e commonfare.net) e coinvolgendo alcuni professioniste/i del territorio che si occupano di benessere e cura del corpo. Piazza Ganganelli sarà invasa durante i fine settimana da rituali a cui prender parte: i servizi offerti dagli artigiani del corpo coinvolti, un’acconciatura o un massaggio, una manicure o una lettura di tarocchi, entreranno nella programmazione del Festival e saranno acquistabili con le Santa Coin, così come tutta l’offerta di spettacolo.

Progetti realizzati con la comunità di teenager locali sono la non-scuola / Teatro delle Albe, Let’s Revolution! e WASH UP con Eva Geatti & Slander, percorsi che coinvolgono i ragazzi durante tutto l’anno e che culminano nel Festival.

In aggiunta al programma di performing arts, Santarcangelo Festival ospita, come ogni anno, il mercatino artigianale Garage Sale, un’offerta di ristorazione vegan-friendly, con alimenti eco-sostenibili locali, un programma di proiezioni cinematografiche gratuite all’aperto ogni sera, una serie di attività sportive all’aperto. Oltre a questi progetti, la programmazione comprende workshop, talk, momenti di condivisione.

Il Festival collabora anche quest’anno con La Notte Rosa / Pink Your Life, il capodanno estivo su 170 km di Riviera, nella notte del 6 luglio.

“Anche quest’anno sarà un Festival coraggioso, in grado di confrontarsi a testa alta con il mondo di oggi senza rinunciare alle sue radici solidamente affondate nella ricerca teatrale” dichiara il Sindaco di Santarcangelo e Presidente dell’Associazione Santarcangelo dei Teatri, Alice Parma. “La relazione con la città si fa ancora più intensa, lo scambio più fitto, ricreando ancora una volta quell’alchimia ogni anno uguale e diversa che deriva dall’intreccio ipnotico e misterioso tra Santarcangelo e il suo Festival. Un Festival che cambia pelle velocemente: si rinnova nel linguaggio, nelle forme e nel rapporto con il suo pubblico, sotto la guida di una direzione artistica che quest’anno consolida un nuovo percorso. Come Sindaco e Presidente di Santarcangelo dei Teatri, credo sia particolarmente importante ringraziare tutti coloro che rendono possibile questa magia: dagli enti pubblici agli sponsor privati, dallo staff ai tanti volontari che anche quest’anno accorreranno per lavorare al Festival, dalle compagnie protagoniste alla direzione artistica, ancora una volta capace di coraggio e visione. Se Santarcangelo è arrivato alla soglia dei cinquant’anni confermandosi tra le eccellenze del teatro internazionale – conclude il Sindaco – è perché dietro al Festival ci sono la passione di una comunità e l’impegno di un territorio che vanno ben oltre i confini della nostra cittadina”.

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