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Cronaca

Sarti (M5S): "la situazione nel carcere riminese dei Casetti è allarmante"

L'onorevole grillna: "Lo scarica barile statale ha prodotto un direttore del carcere a mezzo servizio che, per quanto valido sia, deve dividere la sua efficacia su due strutture, Modena e Rimini. Questa situazione non è nient’altro che la riproposizione della latitanza della politica anche sui vertici dell’Amministazione Penitenziatia"

Il carcere di Rimini si segnala per il proprio indice di sovraffollamento (specie d’estate a causa dei pendolari del divertimento e dello sballo che vengono un po’ da tutta Italia) nel quadro della già non rosea situazione che caratterizza tutta l’Emilia Romagna. In particolare, presso la casa circondariale I Casetti, di Rimini, ci sono attualmente 164 detenuti su una capienza massima di 139, con un sovraffollamento del 118%. Di questi 164, il 51,8%, cioè 85 detenuti, sono di origine straniera. Una situazione che ha voluto toccare con mano Giulia Sarti, l’onorevole riminese del M5S, che nella giornata del 22 settembre ha vistato i Casetti in seguito alle notizie, definite allarmanti, apprese dalla stampa.

Facendo parte della Commissione Giustizia - ha spiegato la Sarti - mi occupo frequentemente della situazione delle carceri italiane e mi piace ricordare che come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato, all’ex  Ministro Cancellieri  e al Presidente della Repubblica, nel luglio 2013,  un piano carceri alternativo a quello attuale, per la riqualificazione delle strutture già esistenti e per il risparmio di gestione. Piano carceri serio di cui avrebbe bisogno giustappunto la struttura di Rimini. Accompagnata dai consiglieri Comunali , Luigi Camporesi e Gianluca Tamburini, ho potuto parlare con gli agenti di Polizia Penitenziaria e, da sola, ho potuto visitare i reparti. Devo purtroppo constatare che anche i Casetti sono vittima delle carenze di sistema che ho rilevato nelle altre strutture. Nonostante il personale addetto faccia di tutto e di più per garantire il minimo di decoro e diginità ai reclusi, mi sono trovata di fronte a problemi che sarebbero facilmente risolvibili senza l’ignavia delle istituzioni. Lo scarica barile statale ha prodotto un direttore del carcere a mezzo servizio che, per quanto valido sia, deve dividere la sua efficacia su due strutture, Modena e Rimini. Questa situazione non è nient’altro che la riproposizione della latitanza della politica anche sui  vertici dell’Amministazione Penitenziatia (DAP).  Da mesi si attende la nomina di un direttore che attualmente non esiste, figuriamoci se riescono ad assegnare un dirigernte in pianta stabile a Rimini".

"Dalla mia visita - ha aggiuntoho potuto rilevare che: di 6 sezioni ne funzionano solo 4, una è completamente ristrutturata e a norma, manca solo il collaudo che non arriva e così i detenuti sono costretti a scontare la loro pena in celle fatiscenti con evidenti problemi di infiltrazione di acqua piovana. Il cortile ricreativo è un campo di cemento completamente esposto al sole, nonostante di fianco ci sia un’area completamente attrezzata con dei gazebo e delle sedie  dove sostare, che non possono però essere utilizzati perché i lavori di manutenzione richiesti al perimetro non sono stati ancora autorizzati. Le attività ricreative sono ridotte al minimo per non parlare di quelle lavorative, essenziali per un reinserimento ed una rieducazione effettiva al rientro nella società. Mancano le risorse per le operazioni più banali come la pulizia della cella, affidata agli stessi detenuti, per la quale difettano di scope e spugne. A parte questa e tante altre situazioni, tengo però particolarmente a sottolineare una grave mancanza a cui l’Amministrazione delle stessa Rimini potrebbe porre rimedio in breve tempo. Molti dei 44 condannati in via definitiva, potrebbero accedere a misure alternative, ma manca loro l’assistenza di un Garante che potrebbe interagire con l’unico Magistrato di Sorveglianza competente a valutare le richieste per Rimini e altre numerose carceri . La nostra città ha da tempo deciso che debba essere istituita questa figura di mediazione, ma i tre nomi che hanno partecipato al bando sono in attesa di non si sa cosa. Possibile che a fronte di una situazione così grave non si riesca a decidere fra tre opzioni tutte egualmente praticabili? Un messaggio al caro collega Arlotti che sappiamo informato di questa mia visita. Si risparmi la nota sui quotidiani e partecipi a risolvere la situazione con veri stimoli al suo Partito di Maggioranza".

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