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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Novafeltria

"Ci sarà un attentato a Rimini", pesante scherzo telefonico di un minorenne

Mobilitati i carabinieri della Compagnia di Novafeltria per riuscire ad intercettare l'origine della chiamata

Ha scatenato non poco panico la telefonata anonima, arrivata verso le 21 di sabato scorso, alla sede della Proloco di un comune della Valmarecchia nella quale si annunciava un imminente attentato nella zona di Rimini. E' così partita la macchina investigativa col sindaco che, allertato dal dipendente della Proloco, ha avvisato i carabinieri della Compagnia di Novafeltria che, a loro volta, hanno iniziato le indagini tecniche per risalire all'autore della telefonata. Si è così arrivati a un commerciante 51enne residente in provincia di Trento, risultato incensurato, dalla cui abitazione era partita la chiamata. I colleghi dell'Arma trentina, all'1 di notte, hanno bussato alla porta dell'uomo che è letteralmente caduto dalle nuvole quando i carabinieri gli hanno chiesto conto di quanto accaduto.

Più agitato, invece, è apparso il figlio 15enne dell'uomo che alla vista delle divise si è reso immediatamente conto della gravità della marachella e non ha potuto far altro che confessare. Per sicurezza, l'abitazione è stata perquisita da cima a fondo non trovando elementi che facessero pensare alla preparazione di un attentato. Padre e figlio, comunque, sono stati portati in caserma per essere interrogati. Alla richiesta di motivare la sua telefonata, il 15enne ha candidamente ammesso di essersi trovato in Valmarecchia per una gita nel mese di aprile e "di aver chiesto all’interlocutore di ‘avvertire la popolazione’ per avere un riscontro mediatico trovandosi a distanza".  

"La tempestività degli accertamenti e l’immediata individuazione del ragazzo - ha commentato il capitano Silvia Guerrini, comandante della Compagnia dei carabinieri di Novafeltria - hanno evitato di avviare procedure di emergenza e pubblica sicurezza sul territorio ma hanno comunque destato allarme nell’amministrazione comunale oltreché oberato di lavoro inutile organismi giudiziari, investigativi e di pronto intervento, forze distratte per nulla. Pur ritenendo il ragazzo attendibile, gli accertamenti si sono poi rivolti ad accertare che il cellulare fosse, davvero, soltanto in uso esclusivo al minore per scongiurare ogni dubbio su altri possibili attori e scenari dietro il gesto. All’esito lo studente è stato denunciato alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Trento per il reato di  Procurato allarme all’Autorità.”

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