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Cronaca

Sciopero dei servizi pubblici, i sindacati scendono in piazza

Presidio davanti alla sede della Prefettura, una delegazione chiederà di essere ricevuta dal Prefetto

A Rimini, in occasione dello sciopero dei servizi pubblici indetto per il 9 dicembte, verrà effettuato un presidio davanti alla sede della Prefettura dalle ore 10 alle 12. Una delegazione sindacale chiederà di essere ricevuta dal Prefetto per spiegare le ragioni dello sciopero. In una nota stampa vengono specificate le motivazioni dello sciopero proclamato da  FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UIL PA: "Noi lavoratrici e lavoratori pubblici abbiamo fatto funzionare le amministrazioni pubbliche anche quando i governi hanno tagliato risorse e privatizzato i servizi ai cittadini e ora, anche in smart working e con nostri mezzi, siamo sempre a disposizione dei cittadini e delle imprese, in sanità, nei servizi educativi, nell’assistenza ai cittadini e garantiamo la loro sicurezza, ci stiamo prendendo cura del paese rischiando in prima persona- Per sostenere i cittadini e aiutare le imprese servono enti pubblici più efficaci. E invece sono stati svuotati dal blocco delle assunzioni e dai pensionamenti ed hanno dipendenti con un’età media di 51 anni! Per questo chiediamo un piano straordinario di assunzioni: 500000 sono i lavoratori che verranno a mancare alla pubblica amministrazione e sono una straordinaria occasione per l’innovazione dei servizi e per tanti giovani che possono sperare in un lavoro stabile. Rinnovare la PA assumendo giovani per dare migliori servizi ai cittadini".

"Lavoratrici e lavoratori precari in Italia nella PA sono 170mila e sono un abuso - proseguono le sigle sindagali. - Per questo la Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia. Ridare dignità al lavoro è una priorità. Stabilizzare si può e si deve, chiediamo la proroga dei requisiti per le stabilizzazioni, il riconoscimento dei periodi di lavoro svolti con tutte le forme di lavoro flessibile e la stabilizzazione di tutti i precari COVID. Rischiano la vita in emergenza almeno diamogli sicurezza nel lavoro. In tutti i luoghi di lavoro il personale deve essere fornito di adeguati DPI, gli ambienti devono essere sicuri ed occorre impedire che il personale subisca quotidianamente aggressioni. I carichi di lavoro devono essere sostenibili fisicamente e psicologicamente; basta turni che superano spesso le 12 ore. Gli operatori sanitari sono aggrediti negli ospedali. I lavoratori pubblici sono offesi e denigrati. Ma nella pandemia, senza protezioni e con pesanti carichi di lavoro, hanno organizzato il lavoro e i servizi. Meritano protezione e rispetto. I Contratti di Sanità, Enti Locali, Amministrazioni centrali sono scaduti da due anni! La pandemia ha dimostrato che il lavoro pubblico serve al paese e i servizi pubblici per cittadini e imprese vanno rafforzati. Per questo chiediamo al governo più risorse per i contratti di tutti i lavoratori pubblici. Per dare servizi migliori a cittadini e imprese. Per organizzare meglio le amministrazioni. Per personale più qualificato. Le risorse sono riconoscimento di salario ma per noi del settore pubblico sono necessarie anche per riformare il sistema di qualificazione professionale, sbaglia chi denigra la nostra rivendicazione perché mettere in valore le competenze e riconoscere le professionalità sono una priorità, soprattutto se la Pubblica amministrazione vuole vincere la sfida dell’innovazione".

"Lo sciopero - concludono i sindacati - è un diritto e se siamo arrivati a proclamarlo è perché su Assunzioni, Sicurezza e Contratti non ci sono risposte adeguate. Occorre far lavorare in sicurezza e con dignità chi, con il suo lavoro, vuole essere al servizio di cittadino e imprese. La Legge di Bilancio deve migliorare il Paese e far ripartire l’economia. Una P.A. più capace e moderna serve al paese. Rinnovare i contratti pubblici e assumere più giovani e professionisti qualificati migliora la P.A. e il paese. Curiamoci di chi ci Cura, non ricordiamoci dei lavoratori pubblici solo nelle emergenze ma riconosciamo il loro lavoro". 

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