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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sempre meno matrimoni e famiglie formate solo da due persone

Pubblicato il Bollettino demografico 2017 del Comune di Rimini, uno strumento capace di segnare attraverso l’andamento dei dati statistici i mutamenti della società

E' stato pubblicato il Bollettino demografico 2017 del Comune di Rimini, uno strumento capace di segnare attraverso l’andamento dei dati statistici i mutamenti di una società come quella riminese. 

Le famiglie - Focalizzando l’attenzione sulle mutazioni statistiche delle famiglie i dati raccontano di come le famiglie aumentino di quantità ma si riducano nella composizione e solo per pochi decimi siano superiori a 2 soggetti. La maggioranza delle famiglie è composta da un singolo elemento e rappresentano il 36% del totale mentre un decennio fa erano il 34%. Le famiglie di due componenti sono rimaste ferme al 27% e contemporaneamente invece sono leggermente diminuite quelle da 3 e 4 componenti e su questo incide la minore propensione ad avere figli da parte di coniugi o coppie di fatto. Le famiglie unipersonali sono pressoché equivalenti tra maschi e femmine nell’età giovanile e prevalgono invece i maschi in età matura fino ai 50 anni circa. Quindi, tra gli anziani le famiglie uni personali sono formate in maggioranza da donne sole, principalmente per effetto della longevità che le caratterizza. La circoscrizione che vede una maggior consistenza di famiglie unipersonali over 65enni è la n.1, nonostante il valore assoluto più elevato è nel quartiere 5.

I matrimoni - Per quanto riguarda i matrimoni, il dati del bollettino statistico ci confermano come sia costante negli ultimi quindici anni la loro diminuzione sia per il rito civile (217 lo scorso anno) che per quello religioso (103) che portano il totale anno a 320. Un dato in contrazione, omogeneo alla media del Paese. Un dato che sale a 539 per i matrimoni “celebrati ovunque” con sposo o sposa residenti (318 con rito civile, 221 on rito religioso), ovvero in altri comuni. Sono stati invece 41 quelli celebrati a Rimini con sposi non residenti, mentre 5 sono stati quelli con sposi entrambi stranieri. Considerando solo la cittadinanza degli sposi emerge che a quella con entrambi gli sposi italiani (199) faccia seguito per numero quella che ha visto convolare a nozze un cittadino italiano con una cittadina ucraina (15), a una cittadina rumena (10), a una cittadina russa (10). Se il numero dei matrimoni continua la propria discesa si stabilizza invece l’età media degli sposi in forte ascesa dal 2000 (29,61 l’età media della sposa, 32,49 quella dello sposo) fino al picco dello scorso anno (rispettivamente 37,1 e 41,67). Il 2017 migliora, seppur di pochissimo: 36,34 l’età media della sposa, 41 quella dello sposo.

Le Unioni civili - Interessanti invece i dati delle unioni civili. Nel corso del 2017, in seguito all’istituzione dell’unione civile avvenuta l’anno precedente quando tale istituto era stato scelto da 28 persone, si sono registrate ulteriori unioni ed attualmente sono 56: 10 tra le donne e 46 tra uomini. E’ da notare che, mentre il numero di matrimoni civili o religiosi è in diminuzione, questa è l’unica tipologia di convivenza in incremento.

“I dati sui matrimoni – ha commentato l’assessore con delega alla Statistica Anna Montini - costituiscono la cartina di tornasole delle condizioni economiche e dei mutamenti della società. A Rimini, dopo il brusco calo nel numero delle celebrazioni avvenuto nel 2008, nel periodo più buio della crisi economica, e il sorpasso di quelli civili su quelli religiosi del 2011, il 2017 è l’anno in cui si raggiunge il minimo (362), valore quasi dimezzato rispetto al 1992. Fra i matrimoni celebrati nell’ultimo anno, quelli con rito civile raggiungono quasi un livello doppio rispetto a quelli religiosi. Entrambi gli aspetti, il calo dei matrimoni celebrati e la prevalenza del rito civile, costituiscono segnali di una società che cambia le proprie preferenze ma anche di una maggiore difficoltà dei giovani a prendersi un impegno per la vita. Un matrimonio è un progetto di vita a lungo termine che ha bisogno di fondarsi su certezze sociali, economiche, occupazionali. E’ chiaro che le città devono tenere conto di matrimoni sempre meno frequenti, di ragazzi che stanno in famiglia sempre più anni; ma come sistema paese dovremmo investire sempre più nelle precondizioni che alimentano la voglia di avere un progetto di vita a due, seme fondamentale del futuro della società.”

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