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Cronaca

Sequestrarono un ragazzino per un debito di droga, arrivano le condanne

Giudicati colpevoli i tre senegalesi che trasformarono in un incubo la vacanza di un 18enne milanese "colpevole" di essere un amico del giovane che era fuggito con un paio di grammi di cocaina

Il pubblico ministero Luca Bertuzzi, nella sua requisitoria, aveva chiesto ai giudici della Corte d'Assise di riconoscere le attenuanti per la lievità del fatto e chiesto condanne dai 14 ai 16 anni per i tre senegalesi che la scorsa estate sequestrarono un ragazzino "colpevole" di essere un amico del giovane che era scappato senza pagare la droga che aveva acquistato dagli stranieri. Nel pomeriggio di lunedì, dopo oltre 4 ore di camera di consiglio, la corte e i giudici popolari hanno emesso la sentenza nei confronti degli imputati riconosciuti tutti colpevoli dell'accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. Per il principale accusato, un 18enne, la condanna è stata di 12 anni e 4 mesi; il secondo imputato, un 25enne, la condanna è stata di 11 anni, 11 mesi e 10 giorni di reclusione mentre il terzo, anche lui 25enne, dovrà scontare 11 anni 8 mesi e 10 giorni. La sentenza arriva al termine di un processo che aveva visto la difesa puntare sul fatto che, quella notte d'agosto, non c'era stato nessun sequestro e che la vittima non era stata sottoposta a nessun tipo di costrizione. La ricostruzione del 18enne milanese in aula, tuttavia, aveva visto il ragazzino particolarmente provato dall'esperienza raccontare come quella notte avesse temuto per la propria vita prima di essere salvato da due vigilantes che si erano resi conto della situazione e dall'intervento dei carabinieri della Compagnia di Riccione.

Il principale imputato, nel corso della sua testimonianza, aveva raccontato di essere evaso dai domiciliari a cui era ristretto a Milano per un'accusa di rapina per raggiungere gli amici in vacanza a Riccione. Dal banco dei testimoni, però, aveva sempre rigettato le accuse di spaccio spiegando di aver consegnato all'amico 24enne della vittima un paio di palline di cocaina che aveva acquistato per uso personale. Quando questi era fuggito senza pagare lo stupefacente avevano riconosciuto nel 18enne l'amico del fuggitivo chiedendo a lui di saldare il debito. E' a questo punto che la vittima era stata obbligata a chiamare il 24enne per farlo tornare a pagare mentre, nel frattempo, era stata portata a un bancomat per prelevare il denaro. Il sequestratore, nel corso della testimonianza, aveva sempre sostenuto che non c'era stata alcuna costrizione nei confronti della vittima.

L'intervento congiunto di vigilantes e carabinieri aveva interrotto il sequestro, durato circa un'ora, e fatto scattare le manette ai polsi dei tre senegalesi. Ne era nato un procedimento per il quale era intervenuta per competenza la Divisione Distrettuale anti Mafia di Bologna il tutto per 2 palline di cocaina non pagati per un valore di nemmeno 100 euro. Difesi dagli avvocati Tiziana Casali, Francesca Baroncelli e Federico De Micheli, i legali dei condannati hanno già annunciato il ricorso in Appello dopo la lettura delle motivazioni della sentenza.

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