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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sequestrata per un'estorsione, incubo per una ragazza di 20 anni

Arrestate dalla polizia di Stato le tre donne che avrebbero poi inviato una richiesta di riscatto alla famiglia in cambio della sua liberazione

Avrebbero sequestrato una ragazza cinese di 20 anni residente a Rimini, chiedendo poi un riscatto alla famiglia in cambio della liberazione: per questo tre giovani donne, anche loro di nazionalità cinese e di età tra i 20 e i 26 anni, sono ora agli arresti domiciliari, accusate di sequestro di persona e di tentata estorsione. Come riporta VeneziaToday ad effettuare l'operazione sono stati i poliziotti della squadra mobile di Venezia, in collaborazione con i colleghi di Bologna. I fatti risalgono al 27 febbraio, ma l'episodio sarebbe collegato ad una vicenda più articolata. La ragazza, che si trovava in Italia dall'inverno scorso per motivi di studio e abitava tra Rimini e Bologna, sarebbe stata in contatto con alcune connazionali che le avevano commissionato l'acquisto di merce di lusso made in Italy (borse e accessori) da inviare in patria. Stando ai successivi accertamenti della polizia, la ventenne avrebbe incassato i soldi dagli acquirenti in Cina ma non avrebbe mai consegnato la merce ordinata.

L'accordo non rispettato avrebbe fatto scattare la spedizione: le tre donne sarebbero andate a prelevare la connazionale a Rimini per portarla a Marghera e rinchiuderla nell'appartamento di una di loro. L'intenzione, come detto, era di chiedere soldi alla famiglia (si parla di circa 20mila euro) in cambio del rilascio. Richiesta che sarebbe stata accompagnata da una serie di minacce. In qualche modo, però, la vittima è riuscita a usare il telefono e lanciare l'allarme via messaggio ad un'amica, che a sua volta ha allertato il 113. Gli agenti della squadra mobile, dopo alcune ricerche, hanno individuato l'appartamento e fatto irruzione, arrestando le tre donne in flagrante.

Il gip, a quel punto, ne aveva disposto gli arresti domiciliari per il rapimento. Nelle settimane successive gli investigatori hanno raccolto altri indizi che hanno permesso di ricostruire l'intera vicenda: la nuova informativa ha convinto il gip del tribunale di Bologna ad aggravare l'ipotesi di reato nei confronti delle tre, che ora sono accusate di estorsione. Le indagini proseguono anche per capire se si tratti di un episodio isolato o se, invece, esista un sistema di vere e proprie truffe attuato da persone che spillano soldi ai propri connazionali promettendo di fornire merce che poi non consegnano.

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