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Cronaca

Servizi idrici e rifiuti, da nove Ato a una sola agenzia regionale

Dal 31 dicembre i nove ATO regionali saranno soppressi. Al loro posto sarà istituita un’unica Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e rifiuti di ambito territoriale

Dal 31 dicembre i nove ATO regionali saranno soppressi. Al loro posto sarà istituita un’unica Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e rifiuti di ambito territoriale, a cui partecipano tutti i Comuni e le Province della regione. Sarà questo il nuovo soggetto attraverso il quale gli enti locali, in forma associata, dovranno assicurare il controllo e la regolazione pubblica di due settori fondamentali come l’acqua e i rifiuti.

A presentare il provvedimento, durante la commissione Bilancio e commissione Territorio, presiedute rispettivamente da Marco Lombardi e Damiano Zoffoli, è stata la vicepresidente della Giunta, Simonetta Saliera, che ha spiegato come un bene pubblico come l’acqua e servizi universali e essenziali come quello idrico e quello di gestione dei rifiuti urbani richiedano un forte governo pubblico e un puntuale controllo sull’operatività delle aziende.

Questa scelta - secondo l’esecutivo – consentirà un rafforzamento della regolazione e del controllo pubblico sull’operato dei gestori dei servizi per sviluppare maggiori sinergie e ottenere economie di scala con l’obiettivo di ridurre i costi, di sviluppare una pianificazione gestionale d’ambito e una più efficace e efficiente operatività dei servizi.

Il progetto di legge, composto da 26 articoli, prevede in particolare gli organi di questa nuova Agenzia (art. 5), che sono il Presidente, il Consiglio di ambito, i Consigli locali e il Collegio dei revisori. Il Consiglio di ambito è formato da 9 sindaci o presidenti di Provincia o amministratori da loro delegati, nominati dai Consigli locali, mentre questi ultimi sono costituiti dai Comuni della Provincia. L’agenzia opera infatti su due livelli (art.4, comma 4) a cui competono distinte funzioni di governo: il Consiglio di ambito esercita funzioni di primo livello e ha come riferimento l’intero territorio regionale, mentre le funzioni di secondo livello che riguardano il territorio provinciale sono esercitate dai Consigli locali, che hanno un rapporto continuo e costante con il territorio.

Il Consiglio di ambito regionale ha invece una consistenza senz’altro superiore a quella che si aveva con 9 ATO: anziché su 9 piccole strutture, potrà contare su un’unica dotazione organica, forte e competente, tanto da poter essere - ha detto Saliera - il luogo di conoscenza e approfondimento per i sindaci e per il territorio, in modo da poter agire con consapevolezza giuridica e tecnica anche nei confronti dei gestori.

La Regione, inoltre, conserva un ruolo “forte” nel dare linee guida e direttive vincolanti per l’ambito regionale sia sul fronte degli investimenti, che sulla qualità dei servizi, che sulle opere da realizzare. Il testo prevede inoltre il rafforzamento del Comitato degli utenti e l’attivazione di modalità partecipative dei cittadini (Capo III art.15) e alcuni aspetti mai presi in considerazione dal punto di vista normativo come la realizzazione di “acquedotti pubblici industriali” (Capo V art.18). Tra le disposizioni specifiche per lo smaltimento dei rifiuti urbani (Capo IV), all’art. 17 c’è un particolare riferimento alle cooperative sociali. I gestori del servizio di gestione dei rifiuti urbani sono, infatti “autorizzati” ad avvalersi di queste cooperative, tra l’altro, per la gestione operativa dei centri di raccolta.

La seduta prevedeva l’illustrazione e la presentazione di eventuali richieste di chiarimento da parte dei consiglieri presenti. Rimandate a successive sedute della commissione competente le opinioni politiche sul testo o la presentazione di emendamenti. Diversi gli interrogativi rivolti a Saliera da parte di Andrea Pollastri (Pdl), Giovanni Favia (Mov5stelle), Roberto Sconciaforni (Fds), Mauro Manfredini (Lega nord), Gian Guido Naldi (Sel-Verdi) e Marco Lombardi (Pdl).

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