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Cronaca

Sesso a pagamento diventa assistenza sociale: "Noi, prostitute aperte ai disabili"

Il sito di escort specializzato nell'offrire i piaceri della carne ai portatori di handicap

I disabili e il sesso è un argomento tabù nonostante, da anni, in Italia c’è chi si batte per permettere ai portatori di handicap di conoscere i piaceri della carne. Quello della sessualità in relazione all'handicap è un tema che nel nostro Paese si schianta ancora contro il muro della morale. In altri parti di Europa, soprattutto nelle latitudini nord-ovest li chiamano "servizi di assistenza sessuale per i disabili” e riconoscono attivamente il diritto di ogni essere umano ad avere una vita sessuale. In Italia, nonostante un progetto di legge presentato nel 2014 e l'istituzione di corsi specifici, la professione di "assistente sessuale" non è ancora riconosciuta.

Un terreno “minato” e che si svela quasi esclusivamente attraverso il web, dove spopolano non solo siti a luci rosse ma anche le bacheche dove le escort si propongono per notti ad alto tasso erotico. Ed ecco che, alcuni portali, tra le varie categorie dove scegliere le prestazioni sessuali spunta anche l’opzione per restringere la ricerca a chi accetta anche disabili. Una minima parte, però, dal momento che in tutta la provincia di Rimini su 790 annunci di escort solo 10 dichiarano di offrire le loro prestazioni ai portatori di handicap. Abbiamo voluto approfondire l’argomento e, fingendo di avere un fratello disabile, le abbiamo contattate per capire la realtà di questo problema.

Tra queste c’è Chiara che, oltre a vantare una quinta misura naturale, spiega di essere appena arrivata in città. Nel suo annuncio si definisce “bomba sexy” e “amante dei preliminari”, oltre che a enunciare tutta una serie di performance erotiche da far perdere la testa, ma non dichiara esplicitamente di ricevere anche i disabili. Basta però una telefonata, ed ecco che dopo qualche parola di circostanza si arriva al dunque. Apprezzando tutte le sue caratteristiche, gli si prospetta il “problema”. Chiara, senza battere ciglio, ci coglie alla sprovvista. “Non c’è problema amorespiega con un accento sudamericanoho già clienti come lui. Capisco la situazione e la cosa non mi disturba anzi. So come soddisfarti. Se vieni a casa mia sono 50 euro”. 

Più esperta, invece, appare un’altra ragazza che si prostituisce nello stesso sito sotto lo pseudonimo di Venus. “Non preoccupartiesordisce con accento dell’est Europa dall’altro capo del telefono.Ho 3 clienti fissi così e, se vuole venire a casa mia, c’è l’ascensore. Se, invece, non può muoversi posso venire io nel suo appartamento e aiutarlo a spogliarsi e a rivestirsi. Per stare insieme 30 o 40 minuti, a casa mia, sono 100 euro”.

L’ultimo tentativo con Veronika è quello che più riassume il problema. Questa volta proviamo a chiamarla, con qualche imbarazzo, spiegandole di avere un fratello disabile. “E’ normale che siano i parenti a chiamarmi – ci spiega. – Genitori o fratelli vogliono aiutare i loro famigliari e, per me, non è un problema accoglierli. Credo che tutti debbano provare le gioie del sesso, perché fa parte della vita, soprattutto per chi si trova in queste condizioni. Mi incontro con diversi ragazzi disabili gravi e,  per quanto riguarda la mia esperienza, sono persone veramente speciali e capiscono quello che stiamo facendo. Allo stesso tempo, inoltre, sono molto più dolci e gentili di certi clienti che ti trattano come un pezzo di carne, come qualcosa da gettare dopo essere stata usata”.


 

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