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Cronaca

Si celebrano i 40 anni di Caritas a Rimini, "La vera emergenza è quella educativa"

La Caritas diocesana di Rimini ha festeggiato, venerdì, nel giorno del suo 41esimo compleanno, i quarant'anni di attivita' in citta'

Dai tossicodipendenti ai profughi, dai poveri di qualsiasi eta' agli anziani soli. Sempre in evoluzione, e col sorriso, in parallelo ai nuovi bisogni. La Caritas diocesana di Rimini ha festeggiato, venerdì, nel giorno del suo 41esimo compleanno, i quarant'anni di attivita' in citta' presentando alla comunita', nella cornice del teatro Galli, un libro che riassume questi quattro decenni al servizio dei bisognosi.
Citando papa Francesco, il vescovo Francesco Lambiasi, li definisce "40 anni di rivoluzione della tenerezza, un'assonanza dissonante". E mette in luce le "quattro note della Caritas: pensata, non occasionale e stracciona; incarnata, fatta di persone che hanno tenerezza e coraggio; organizzata, senza paura di strutturarsi; inappagata, che va sempre avanti". Ecco perche' "se guardi la Caritas indietro la capisci, ma per viverla devi guardare avanti".

"Fate un lavoro enorme", conferma l'assessore alla Scuola, Mattia Morolli, e oggi si celebrano "40 anni raggianti, capillari e onesti verso la comunita'. La Caritas ha mantenuto l'aspetto che rende Rimini Rimini e i riminesi riminsei: un abbraccio piu' grande". Innanzitutto e', gli fa eco l'attuale direttore, il primo laico, Mario Galasso, "umanita', accoglienza e dialogo". E dunque non puo' che sposare l'appello di Vittorio Arrigoni a restare umani. In particolare di fronte a "una politica migratoria che non apre vie legali di accesso all'Europa ma aumenta l'illegalita'". Si deve dunque puntare sui corridoi umanitari, garantire il soccorso in mare, abbandonando le politiche di respingimento. E qui in citta' "essere sempre piu' a fianco dell'amministrazione per i servizi ai poveri". Il libro curato da Cinzia Sartini racconta in 140 pagine, con tanto di fotografie, "40 anni insieme ai poveri".

All'inzio, spiega Sartini, erano tossicodipendenti, alcolisti, anziani, lavoratori disoccupati e molti venivano da fuori. E "trovano qualcuno con cui mangiare assieme". Dalla canonica di Sant'Agostino si e' passati alla sede di via Santa Chiara con il dormitorio e la mensa. Fino all'attuale in via Madonna della Scala. Grazie a suore, volontari e obiettori di coscienza sono nati i vari servizi, quello di portineria e accoglienza; il centro d'ascolto; l'Osservatorio delle poverta'; il servizio docce e la boutique di suor Assunta per abiti belli a prezzi modici; il giro nonni; l'assistente in famiglia; lo sportello detenuti; l'ambulatorio "nessuno escluso".

Senza dimenticare l'emporio Rimini che nel 2018 ha assistito 1.386 persone, effettuato 2.343 spese per oltre 64.000 prodotti distribuiti; accolto 442 minori. Le famiglie che hanno potuto fare la spesa tra le corsie dell'emporio sono state 335 per un totale di 1.386 assistiti. Ancora: 210 aperture e 2.343 carrelli. Degli adulti presenti 483 sono femmine, 462 maschi; la fascia d'eta' maggiormente rappresentata e' quella dai 35 ai 44 anni. Come raccontano gli ex direttori don Luigi Ricci, don Pierpaolo COnti e don Renzo Gradara, gli anni Novanta sono stati quelli dell'immigrazione, gli africani prima, poi gli albanesi, le donne dell'est, gli zingari e i latino americani. Perche', sottolineano "le emergenze continuano, ma la piu' emergente e' quella educativa: ci stiamo incattivendo". Invece la Caritas e' "strumento di solidarieta' e umanita'".(fonte Dire)

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