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Cronaca

A Rimini è boom di borseggi, Gnassi sollecita Alfano: "Servono più agenti"

Gnassi ad Alfano: "Credo e spero non sia neanche più in discussione come, in un eventuale accorpamento di area vasta delle funzioni in materia di pubblica sicurezza, sia Rimini l'indiscutibile 'hub'"

A Rimini è boom di denunce per borseggi, furti e truffe. E' quanto si evince dalla classifica de "Il Sole 24 Ore" pubblicata lunedì, che colloca il capoluogo rivierasco al secondo posto dopo Milano. Lo studio è stato eleborato sulla base dei dati relativi al 2013 del Ministero dell'interno. Nella top ten anche Bologna, Torino, Roma, Ravenna, Genova, Firenze e Savona. Complessivamente sono stati accertati 26.741 reati, con un incremento del 8,3% sul 2012. Rimini si trova in vetta alla classifica stilata dal quotidiano economico per borseggi (947 ogni 100mila abitanti), con un'impennata del 36% rispetto all'anno precedente.

Per il sindaco Andrea Gnassi si tratta "purtroppo di una consuetudine, che viene avanti senza sbalzi (ultima o penultima, massimo terz’ultima posizione) sin dagli esordi (1998) dell’analisi statistica. In 15 anni l’unica concessione ragionata ai dati, dopo miriadi di proteste e distinguo da parte degli Enti locali, si traduce più o meno in una legenda, un asterisco, in calce. Quello che riporta il quotidiano economico ‘il Sole 24 Ore’, spiegando come la provincia di Rimini debba costantemente questa posizione al mancato calcolo della ‘correzione turistica’, e cioè dei residenti all’anagrafe (335 mila) e di quelli effettivi (dovuti agli oltre 15 milioni di presenze turistiche all’anno); ad un territorio che è ‘fonte di reddito’ e dunque attrae maggiormente anche i malintenzionati. Se, con un ragionamento semplice, aggiungiamo come la propensione alla denuncia esprima comunque un segnale di fiducia nel lavoro di contrasto da parte delle forze dell’ordine e dell’istituzione (si vedano, di converso, le performance positive per la statistica di numerose province del sud, afflitte da problemi enormi di criminalità macro e micro), e la singolare e unica vicinanza a uno Stato straniero, si ha un quadro di giudizio più completo".

"Ma tutto questo, pur se corretto e ineccepibile, non esaurisce la questione di fondo e cioè l’incremento delle denunce per alcune tipologie di reato che anche sull’intero territorio riminese, costa e entroterra indifferentemente, stanno provocando un crescente senso di insicurezza - prosegue il primo cittadino -. Uno tra tutti i furti nelle abitazioni, a Rimini come in Valmarecchia o in Valconca o nelle città sul mare. Non nascondiamoci dietro a un dito, il problema c’è, esiste, ed è sì parente stretto della crisi economica nazionale che incrementa le fasce di povertà e di marginalizzazione ma figlio dei continui tagli dello Stato centrale ad organici e dotazioni delle forze dell’ordine. Solo la collaborazione e il senso di responsabilità delle emanazioni territoriali e degli Enti locali, che ormai quotidianamente ‘mettono a disposizione’ le loro Polizie municipali per compiti di ordine pubblico che vanno bel oltre il mansionario, impedisce che la situazione peggiori ulteriormente. Ma è chiaro che questo gioco allo ‘scaricabarile’ non possa durare più a lungo".

"Ormai da 30 anni la provincia di Rimini sta chiedendo il potenziamento permanente degli organici di polizia e la ‘promozione’ della sua Questura, ora formalmente relegata a una fascia inadeguata - aggiunge il sindaco -. E questo in virtù della particolarità di questo territorio, molto più esposto di altri, specie in alcuni mesi dell’anno, alle potenziali incursioni della malavita. Per tutta risposta, abbiamo avuto la mancata risoluzione del problema della fascia e anche della nuova sede della Questura, rinforzi estivi per periodi sempre più limitati, mezzi senza carburante, richieste ministeriali (nel 2010) a che fossero i Comuni a provvedere a pagare benzina, alloggio e perfino biada per i cavalli delle forze dell’ordine. Come dire: cari amici, lo Stato non c’è, arrangiatevi".

Per Gnassi "solo grazie all’impegno e agli sforzi degli uomini che comunque nella provincia di Rimini ci lavorano e ci vivono si riesce ogni anno a tenere, sempre più faticosamente, assieme la strategia della prevenzione e del contrasto. Davanti, è bene dirlo, a una delinquenza che, come molte cose odierne, sta cambiando atteggiamento e pelle, molto più spregiudicata e molto più ‘cattiva’ (magari perché ‘disperata’). Io vedo questo come primo fronte di intervento urgente: una decisa sterzata delle politiche della sicurezza, investendo e non tagliando su di esse, sfrondando anche ambiguità legislative che poi nei Tribunali si traducono in sentenze penalizzanti la comunità (penso ad esempio a tutto il tema della prostituzione in strada). Si può, poi, anche discutere di politiche urbane, di migliorare nelle aree metropolitane quartiere alienanti e privi di servizi, ma essendo ben consci di qual sia lo stato finanziario degli Enti locali che queste cose poi dovrebbero attuarle. E ritorniamo quindi all’emergenza iniziale".

Dal sindaco di Rimini anche "un suggerimento che vale come consiglio e stimolo: visto che i numeri forniti al ‘Sole 24 Ore’ sono quelli del Ministero dell’Interno, invito quest’ultimo- alla luce delle peculiarità sociali e economiche della provincia di Rimini- a non attendere un secondo in più a dare risposta a tutte le richieste inevase del nostro territorio, in termini di irrobustimento delle forze dell’ordine. Anzi, visto che si sta discutendo di un radicale riassetto istituzionale, credo e spero non sia neanche più in discussione come, in un eventuale accorpamento di area vasta delle funzioni in materia di pubblica sicurezza, sia Rimini l’indiscutibile ‘hub’. Mi auguro che il Ministro Alfano sia rapido a rispondere positivamente a queste istanze territoriali che hanno precedenza rispetto a tutte le altre: classifiche o non classifiche, diteci se si vuole dotare Rimini di una Questura che abbia una classificazione adeguata, se la Prefettura rimarrà come effettivo strumento operativo, se ogni anno dobbiamo ripetere il trito tiramolla dei rinforzi.”

ARLOTTI - Il deputato Pd, Tiziano Arlotti, chiede di definire in via strutturale la dotazione organica delle forze dell'ordine e prevedere i rinforzi estivi almeno da metà giugno a metà settembre. Il parlamentare riminese sollecita il ministro dell'Interno Angelino Alfano a dare finalmente risposta alle esigenze del territorio riminese. “Le caratteristiche di stagionalità e le presenze turistiche registrate impongono di stabilire in via definitiva le dotazioni di organico annuali delle forze dell'ordine – evidenzia il parlamentare -. E' necessario che il contrasto ai fenomeni criminosi che si intensificano soprattutto durante l'estate, dalla microcriminalità all'abusivismo commerciale alla prostituzione, parta prima dell'arrivo della stagione turistica, per condurre la necessaria azione preventiva di intelligence su questi fenomeni”. “Non è più accettabile che ogni anno di debba fare la 'rincorsa' ai rinforzi – prosegue Arlotti -. Per la nostra realtà, inoltre, non è sopportabile dover subire anche lo smantellamento dei reparti di polizia nautica e polizia postale. La nostra è un'area a forte vocazione turistica e di incontro, che richiede attenzione, dotazioni adeguate e azioni di lungo respiro. Inutile inviare i rinforzi ogni anno dopo la Notte Rosa. Servono organici strutturali, almeno da metà giugno a metà settembre”.

PETITTI - “I dati del ministero dell'Interno evidenziano un evidente problema di ordine pubblico e sicurezza - afferma la parlamentare Emma Petitti -. Al netto delle ormai tradizionali considerazioni sull'incidenza della presenze turistiche, è chiaro che il numero di reati denunciati richiede un'attenzione specifica per il nostro territorio da parte delle istituzioni deputate a garantire l'ordine e la sicurezza, a partire dal ministero dell'Interno. Come parlamentari abbiamo più volte interrogato il ministro e il Governo per chiedere non solo una dotazione di rinforzi estivi idonea per numero e permanenza a rispondere alle esigenze di sicurezza e prevenzione, ma anche il potenziamento degli organici annuali e il mantenimento di presidi fondamentali, dalla Prefettura ai reparti specializzati della Polizia. Per quel che compete il mio ruolo continuerò a fare quanto possibile perché siano date risposte celeri e adeguate a un territorio che può essere certamente considerato all'altezza di un'area metropolitana dal punto di vista della sicurezza”.

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