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Cronaca

Doppi turni di lavoro e mancato rispetto dello stacco, la Cgil critica sulla gestione delle C.R.A.

Secondo il sindacato le condizioni di lavoro sono ulteriormente peggiorate, le rivendicazioni delle operatrici e degli operatori portate all’Ufficio di Piano

Le condizioni di lavoro delle operatrici e degli operatori delle C.R.A. (Case Residenza Anziani) accreditate, già difficili prima della pandemia, da due anni sono ulteriormente peggiorate. A riportare la situazione complicata è la Fp Cgil di Rimini. "Doppi turni, mancato rispetto dello stacco di 11 ore tra un turno e l’altro, sottodotazione del personale e quindi ritmi di lavoro sempre più pesanti e insostenibili, sono queste le condizioni che si riversano negativamente sulla salute/sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori in termini di infortuni, malattie e sulla qualità dei servizi e il benessere degli ospiti anziani", dice il sindacato.

"Insieme ai delegati delle strutture di Rimini abbiamo denunciato questo stato di cose in un incontro avuto con la dirigenza dell’Ufficio di Piano riportando anche i motivi di cui si avvalgono i soggetti gestori, nella stragrande maggioranza cooperative sociali, per giustificare la loro impossibilità ad agire diversamente. A loro dire, infatti, il sistema tariffario determinato dal Pubblico attraverso le procedure di accreditamento, sarebbe inadeguato. In sintesi: il Pubblico non pagherebbe abbastanza".

Questo è il leit motiv dei soggetti gestori su tutto il territorio della Provincia di Rimini. "La risposta del Comune di Rimini invece è tutt’altra. Non solo riconoscerebbe il costo delle ore per far fronte alle necessità dell’utenza, ma le erogherebbe in numero maggiore, mediamente 300 ore in più per gli operatori, tanto che potrebbe essere consentita l’assunzione di quasi due unità in più per struttura o stabilizzate tutte le lavoratrici e lavoratori con contratti full-time" prosegue il sindacato.

Non si può parlare neppure di scarso numero di utenti in quanto la percentuale di ospiti rispetto ai posti disponibili è del 100%. Inoltre, in virtù di direttive regionali che prevedono che alcuni posti letto rimangano vuoti per le quarantene da covid, il Pubblico riconosce comunque il 45% dei costi. In materia di morosità, qualora la quota in capo all’utenza (circa il 35% della retta) non venisse pagata dall’utente, il Pubblico si fa carico dei mancati pagamenti saldandoli direttamente al soggetto gestore. "Il sistema dell’accreditamento, quindi, ha ridotto il rischio di impresa in prossimità dello zero, ma nonostante questo le condizioni di lavoro rimangono pesanti e precarie.
Nelle strutture socio-sanitarie accreditate, nel solo ambito di competenza dell’Ufficio di Piano Rimini Nord, sono presenti attualmente oltre 450 utenti e circa 200 lavoratori e lavoratrici" aggiunge la Cgil.

Che conclude: "Nell’incontro, oltre a segnalare le inadempienze nella gestione delle C.R.A., cosa che continueremo a fare anche nel futuro, abbiamo chiesto all’Ufficio di Piano che intervenga affinché vengano ristabilite corrette condizioni di lavoro e che i carichi di lavoro siano più sostenibili. Sono, queste due condizioni, indispensabili per determinare un innalzamento della qualità del servizio offerto, avendo ben presente che si riferisce ad un’utenza fra le più fragili e che occorre venga ridata la giusta dignità che meritano alle operatrici e agli operatori vista anche l’importante funzione sociale che svolgono".

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