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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sindaco indagato, i grillini chiedono le dimissioni di Andrea Gnassi

Le reazioni della politica riminese dopo il terremoto giudiziario, i pentastellati sottolineano che "le dimissioni non sono un'ammissione di colpevolezza ma possono essere, al contrario, un'azione onorevole"

In una nota stampa congiunta del Movimento 5 Stelle, i consiglieri comunali Gianluca Tamburini, Carla Franchini e Gilberto Martinini, la deputata Giulia Sarti, l'eurodeputato Marco Affronte e il consigliere regionale, Raffaella Sensoli, entrano nel merito del sequestro di beni ai coinvolti nell’indagine “Icaro” che comprende anche l'indagine sul sindaco, Andrea Gnassi, e su altre 33 persone.

"Desideriamo ribadire - spiegano i pentastellati - come già fatto nelle opportune sedi Istituzionali, la nostra richiesta di un’assunzione di responsabilità politica da parte del sindaco. Le sentenze giudiziarie non sono nostro compito, né ci permettiamo di anticiparle, è indubbio però che l’attuale posizione del primo cittadino, pur non rappresentando certezza di colpevolezza, inibisce il corretto svolgimento del suo compito come amministratore e come guida della sua maggioranza in Consiglio Comunale. Il primo esempio lo abbiamo già avuto nella recente discussione sul 'Fellini', nella quale la maggioranza ha votato contro la richiesta di costituire il Comune parte civile nel procedimento contro Aeradria. La sola ragione plausibile di tale rifiuto è il coinvolgimento in prima persona di Gnassi. Le dimissioni non sono un’ammissione di colpevolezza ma possono essere, al contrario, un'azione onorevole".

Secondo il capogruppo dell'NCD in consiglio comunale, Gennaro Mauro, Gnassi era pienamente consapevole di quanto avveniva in Aeradria. "Il connubio politico-imprenditoriale che ha portato al fallimento di Aeradria - spiega Mauro - ha necessariamente riverberi anche sul governo della città. Fermo restando le responsabilità personali di natura penale, dove la magistratura sta indagando, è ormai un fatto acclarato che gli amministratori comunali del centrosinistra riminese hanno avvallato le scelte gestionali di Aeradria, che suggestionati dal raggiungimento del "milione di passeggeri" hanno portato al fallimento della società. Vorrei ricordare come Gnassi appena insediato erano i primi giorni di luglio 2011, all'insaputa dell'organo istituzionale che doveva eventualmente approvare (consiglio comunale), scrive una lettera di "patronage" che poi viene portata come garanzia alla Cassa di Risparmio di Rimini. È la palese dimostrazione che era al corrente delle acque agitate in cui navigava Aeradria, e della "regia comune"  tra lui e il suo predecessore Ravaioli  con il coinvolgimento di altri sindaci del riminese e dei presidenti della provincia Fabbri e Vitali".

"Abbiamo dovuto registrare - prosegue il capogruppo NCDche le irregolarità commesse dagli amministratori di Aeradria, pur non conoscendole nello specifico, erano così gravi da non dare credito al tentativo di "concordato preventivo di continuità" tanto sponsorizzato da Gnassi ma bocciato dal tribunale. A mio avviso dare la proprietà di Aeradria ai suoi creditori, e quindi oltre alla Cassa di Risparmio alle decine di imprese riminesi sarebbe stata la soluzione migliore per il rilancio dell'aeroporto, oltre a garantire un rientro di parte del credito vantato. Con Aeradria fallisce un sistema di potere basato su un intreccio pubblico-privato, basato sul clientelismo sull'inefficienza e sperpero di risorse pubbliche. Questa è la ragione per cui dal centrodestra vogliamo che il Comune di Rimini venda tutte le sue partecipate, dalla Fiera ad Hera, e vogliamo vederci chiaro sulla compagine societaria di Airriminum, l'attuale presenza come socio maggioritario della rete delle cooperative rosse è troppo ingombrante. Mi auguro che il nostro sindaco esca pulito dall'inchiesta penale, ma sono dell'avviso che non possa continuare a governare la città. Da questa inchiesta ne esce fortemente indebolito e non più credibile agli occhi della cittadinanza. Rimini ha bisogno di un segnale di forte discontinuità, e i fatti di oggi dimostrano che la sua azione di governo è stata compiuta in perfetta sintonia con il passato".

Come ai tempi dei barbari si "sente aria da fine impero". Così il leader di Fare comune in Consiglio comunale a Rimini, Fabio Pazzaglia, commenta i "clamorosi sviluppi dell'operazione denominata 'Icaro'" che mercoledì mattina ha portato sequestri per oltre 34 milioni di euro, di cui 750.000 per il sindaco Andrea Gnassi. "Non c'è comunque grande stuporespiega - in chi due anni fa inviava una lettera al procuratore regionale della Corte dei Conti in merito alla legittimità della delibera che la giunta voleva fare approvare su Aeradria. L'ennesimo aumento di capitale per una società che già si avvaleva di una procedura di concordato in continuità e che negli ultimi tre esercizi aveva conseguito rilevanti perdite". Poco dopo partirono le indagini che oggi hanno avuto l'ennesimo sussulto.

Pazzaglia non entra nel merito della vicenda giudiziaria, ma sottolinea che viene messo "in discussione l'intero sistema politico ed economico riminese": Comune, Provincia, Fiera, Camera di commercio e albergatori. Alcuni, conclude, hanno già lasciato la sfera pubblica, altre "sono ancora in sella, per quanto tempo ancora non è dato sapere". Tuttavia "da un po' di tempo a Rimini si respira un'aria da fine impero".

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