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Cronaca

Smaltimento irregolare dei rifiuti speciali, azienda riminese a processo

La discarica era stata scoperta dai carabinieri forestali con l’operazione “Raehell”. Il materiale era fatto di vetri derivati dai monitor di pc e televisioni

Sono state rinviate a giudizio 19 persone e 3 società, tra cui una del riminese, dal gup del tribunale di Ancona Sonia Piermatini con l'accusa di aver smaltito in maniera illecita montagne di vetro derivante dai monitor di computer e televisioni, con liquidi inquinanti, che invece di prendere la strada dello smaltimento finivano in un capannone. Come riporta AnconaToday, a scoprire il traffico illecito di rifiuti, iniziato nel 2010 e che avrebbe coinvolto in nove anni almeno tre ditte, tutte con la sede legale in provincia di Rimini ma di fatto operative tra Agugliano e Falconara, erano stati i carabinieri forestali con l’operazione “Raehell” nel 2019. Secondo le accuse le aziende addette al trasporto e di altre che dovevano occuparsi dello stoccaggio per uno smaltimento che ne avrebbe poi garantito un riutilizzo del materiale, ameno 11mila tonnellate di rifiuti pericolosi non avrebbero avuto il trattamento previsto ma sarebbero state abbandonate a cielo aperto. Il materiale era prevalentemente vetro in un periodo storico per il passaggio alla tecnologia al led e quindi con alta richiesta di smaltimento di questa tipologia di rifiuti. 

A finire a processo sono titolari di aziende e realtà lavorative che si occupavano dello smaltimento e di ditte di trasporto di materiale raee, derivanti da apparecchiature elettroniche ed elettriche, residenti nella provincia di Ancona, con le città di Chiaravalle, Agugliano, Falconara, Castelfidardo, Jesi e Polverigi, e anche nei centri fuori dalle Marche, con le città di Firenze, Cortona, Rimini, Como e Milano. Un 20esimo indagato, l'unico che ieri ha scelto il rito abbreviato, è stato assolto perché il fatto non sussiste. Tutti gli altri affronteranno un processo che inizierà il prossimo 20 aprile davanti al collegio penale. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere e attività organizzata per traffico illecito di rifiuti, impiego di denaro di provenienza illecita, bancarotta, attività e gestione di rifiuti non autorizzata. Alle società è contestato l’inquinamento ambientale. L'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale antimafia di Ancona, titolare del fascicolo il sostituto procuratore distrettuale Paolo Gubinelli, era stata portata avanti dai carabinieri forestali ed era iniziata a luglio del 2017. Dopo una ispezione erano state trovate 11mila tonnellate di rifiuti pericolosi vetrosi nel piazzale di un capannone di Agugliano, appartenente ad una delle ditte coinvolte. I rifiuti sarebbero stati solo accumulati, senza attivare un processo di smaltimento. Il tutto per un guadagno illecito di quasi 2 milioni di euro contestato agli imputati. Nel processo si sono costituiti parte civile i due Comuni dove i rifiuti sarebbero stati stoccati: Falconara con l'avvocato Tommaso Rossi e Agugliano con l'avvocato Marina Magistrelli. Parte civile anche Wwf e ministero dell’Ambiente.

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