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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Somale Duula, un fantasma che girava per l'Europa a chiedere asilo politico

L'accoltellatore del piccolo Tamin apparirebbe come una persona disturbata mentalmente, gli inquirenti: "Poteva colpire chiunque in qualunque momento"

E' stato il Procuratore della Repubblica Elisabetta Melotti, accompagnata dal sostituto Davide Ercolani che coordina l'indagine, a voler fare il punto sull'inchiesta che vede Somale Duula in stato di fermo dopo aver accoltellato 5 persone tra cui un bambino di 6 anni nel tardo pomeriggio di sabato scorso a Rimini. Come già nelle prime ore dei drammatici fatti dell'11 settembre scorso, la dottoressa Melotti ha categoricamente escluso che dietro le aggressioni ci possa essere stato un movente legato al terrorismo e, al momento, al centro dell'attenzione c'è la personalità del 26enne somalo che negli ultimi 6 anni ha girato per l'Europa come un fantasma per apparire solamente quando faceva richiesta di asilo politico per poi scomparire nuovamente senza che la pratica andasse avanti. La prima apparizione di Duula è stata in Germania e, successivamente, in Svezia, Danimarca, Austria e in Svizzera per poi arrivare in Italia i primi di agosto. Durante i suoi soggiorni all'estero, il somalo non sarebbe mai stato identificato dalle forze dell'ordine e non avrebbe commesso nessun reato come emerge dalle prime indicazioni sulla sua persona. Giunto nel nostro Paese, il 26enne è stato sottoposto a quarantena in una struttura della Croce Rossa a Riccione dove non avrebbe mai dato nessun tipo di problema fino allo scorso 10 settembre quando, terminato l'isolamento, si doveva sottoporre al tampone di rito ma ci sarebbero stati alcuni screzi quando aveva cercato di opporsi. Anche qui in Italia aveva preso contatti con la Questura per avviare la pratica di richiesta di asilo e, proprio oggi, avrebbe potuto presentarsi negli uffici di piazzale Bonaccini per dare il via all'iter. Sempre il 10 settembre, però, Duula si era presentato alla polizia di Stato per denunciare un'aggressione ai suoi danni avvenuta all'interno della struttura che lo ospitava e, pur non facendo il nome, aveva fornito i dettagli per identificare il presunto autore. Dai riscontri, però, nel centro di accoglienza non sarebbe mai avvenuto nulla del genere.

Pur non essendo stato interrogato formalmente a causa della mancanza di un interprete, 26enne aveva raccontato di aver agito sotto l'influsso della cocaina ma anche questo particolare sarebbe stato smentito dalle prime indagini. I risultati del test tossicologico effettuato sulle sue urine, infatti, esclude la presenza di sostanze stupefacenti e al momento si sta aspettando anche l'esito delle analisi del sangue per la conferma. Duula, inoltre, apparirebbe come una mente disturbata e ha parlato brevemente con uno psichiatra raccontando di una serie di persecuzioni avute nel passato ma anche questo dettaglio è oggetto delle indagini ancora in corso da parte della polizia di Stato.

Somane Duula @Manuel Migliorini-2

Un fantasma, quindi, dalla mente disturbata che ha girato per 6 anni in lungo e in largo in Europa fino a quando è arrivato a Rimini e qualcosa lo ha fatto scattare. Secondo gli investigatori, infatti, ci troveremmo davanti a una mina vagante che ha reagito in maniera spropositata al controllo fatto dalle accertatrici sull'autobus della Linea 11. Qualcosa che lo ha fatto esplodere ed estrarre dallo zaino la confezione coi coltelli da cucina e un paio di forbici con cui girava iniziando a tirare fendenti davanti a tutto quello che gli si parava davanti. Nella sua folle corsa, dopo aver aggredito le due donne ed aver cercato di rubare un'auto, ha continuato a brandire coltelli e forbici colpendo anche una ragazza (che si è poi allontanata senza ricorrere alle cure dei sanitari) per poi incappare nel piccolo Tamil che si trovava a passeggio con la mamma e la sorellina. Anche nei sui confronti avrebbe tirato dei colpi alla cieca che hanno raggiunto il bambino di 6 anni alla carotide lacerandogliela.

Quello di Duula, quindi, sarebbe il gesto di un folle con le vittime che hanno avuto l'unica sfortuna di capitargli davanti. Ulteriori chiarimenti, forse, arriveranno con l'interrogatorio di convalida del fermo che è stato fissato per martedì mattina viste le difficoltà nel reperire un interprete. Davanti al Gip, e nella sua lingua madre, il 26enne potrebbe quindi spiegare i motivi che lo hanno portato a lasciarsi alle spalle una lunga scia di sangue che avrebbe anche potuto avere un bilancio peggiore.

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