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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Riccione

Il delivery della cocaina a Riccione, coltellate per conquistare la piazza di spaccio

Dalla Perla Verde la "neve" veniva smistata e consegnata a domicilio ai vari acquirenti, la banda scardinata all'alba nel corso di un blitz dei carabinieri

E' scattato all'alba di giovedì il blitz dei carabinieri di Riccione che ha visto i militari dell'Arma scardinare una banda di spacciatori che, nella Perla Verde, avevano installato la loro centrale operativa. Il bilancio è di 9 misure cautelari nei confronti di 6 albanesi, 2 italiani e una moldava indagati a vario titolo di spaccio e detenzione di una pistola. Per 4 di questi sono scattate le manette e trasferiti in carcere, per altrettanti è stato disposto il divieto di dimora nella provincia di Rimini e per l'ultimo l'obbligo di firma. L'indagine era partita nel luglio del 2021 quando, a Riccione, era avvenuto un accoltellamento. In un primo momento si era pensato a una rapina ma, dalle indagini, era emerso che dietro la coltellata sferrata da uno degli attuali indagati c'era ben altro. All'origine del ferimento, infatti, gli inquirenti avevano scoperto vicende legate al mondo dello spaccio.

Il pubblico ministero che ha coordinato l'indagine, durata 16 mesi, ha fatto emergere una fiorente attività di vendita di stupefacenti che proprio a Riccione aveva la sua sede operativa con ramificazioni in tutta la provincia con le dosi che partivano dalla Perla Verde e venivano consegnate direttamente al domicilio degli acquirenti. Un vero e proprio delivery che veniva portato avanti, secondo gli investigatori, anche con metodi violenti tanto che i componenti del gruppo erano sospettati di essere anche in possesso di armi. Nel corso dell'inchiesta, che ha ricostruito le varie fasi della vendita, i carabinieri hanno eseguito 7 arresti in flagranza recuperando in tutto 2 chili di cocaina oltre a un revolver calibro 38 special, completo di munizioni, risultato essere il provento di un furto in un'abitazione di Modena avvenuto alcuni anni fa.

Per tre indagati si sono aperte le porte del carcere di Rimini mentre un quarto è stato associato alla casa circondariale di Torino. Agli altri 5 indagati, destinatari dei provvedimenti non detentivi, sono stati notificati i provvedimenti cautelari. L'intero gruppo, nei prossimi giorni, sarà ascoltato dal gip del Tribunale di Rimini per l'interrogatorio di garanzia.

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