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Cronaca

Operazione "Titano", verso il processo i titolari del Coconuts

L'inchiesta aveva portato a scoprire un vasto giro di spaccio all'interno del locale riminese

Secondo l'accusa gli indagati avevano messo in piedi un giro di cocaina che, in una sola notte, poteva portare i pusher a vendere 1,5 chili di 'neve' e, adesso, rischiano di finire a processo 19 persone tra cui i titolari del Coconuts, i fratelli Lucio e Fabio Paesani. Per l'operazione "Titano" della polizia di Stato, che nel giugno del 2015 portò anche il Questore di Rimini, Maurizio Improta, a firmare l'ordinanza di chiusura del noto locale sul lungomare di Rimini, nella giornata di martedì si è svolta l'udienza preliminare che, però, è slittata al prossimo 9 ottobre per valutare le richieste di riti alternativi e di patteggiamento già in atto dei 19 indagati.

Operazione 'Titano': gli arrestati

L'indagine della Mobile era partita nel luglio del 2013 e, per un anno, ha permesso di documentare quanto avveniva all'interno della discoteca. Secondo quanto emerso, a far partire l'inchiesta sono state le dichiarazioni di uno degli attuali indagati il quale era vittima di un'estorsione per una partita di cocaina non pagata. Dalle intercettazioni è così emerso un mondo parallelo al divertimento e che, nella 'neve', aveva il proprio epicentro. Tre i gruppi criminali che, sostanzialmente, mandavano avanti un giro di affari da decine di migliaia di euro: il primo era composto da riminesi, il secondo da albanesi e sudamericani quasi tutti residenti nella Repubblica di San Marino e, il terzo, da stranieri residenti tra le Marche, la Romagna e la Lombardia.

Operazione 'Titano'

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