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Cronaca

Speculazione sull'epidemia con le sanificazioni, sequestrati 54mila euro

Secondo le indagini della Guardia di Finanza il malvivente non avrebbe dichiarato gli incassi generati da un'azienda specializzata in sanificazioni di cui sarebbe stato il socio occulto

Nuovo capitolo dell'operazione Dirty cleaning della Guardia di Finanza di Rimini che, lo scorso novembre, aveva scoperto come la malavita organizzata aveva messo le mani sul settore della sanificazione sulla scia della pandemia con un'azienda gestita da un soggetto sottoposto alla sorveglianza speciale. All'epoca, a finire denunciato, era stato un 44enne napoletano già noto alle forze dell'ordine, finito nei guai nel 2014 nell'ambito dell'operazione "Drugstore" che aveva stroncato lo spaccio nella zona di Lagomaggio dove sarebbe stato allestito un vero e proprio market della droga. La nuova tranche dell'indagine svolta attraverso l’esecuzione di accertamenti economico patrimoniali avrebbe permesso di accertare che il 44enne, nel periodo tra maggio e settembre del 2020, avrebbe omesso di dichiarare i profitti dell'azienda pari a 54mila euro nonostante gli obblighi di sorveglianza speciale ai quali era sottoposto. La somma, quindi, è stata sottoposta a sequestro preventivo da parte dei finanzieri.

Operazione Dirty cleaning

Secondo la Guardia di Finanza il soggetto, che dalle intercettazioni acquisite dagli inquirenti definiva "un buon affare" l'epidemia, per eludere le disposizioni di legge inerenti alle misure di prevenzione patrimoniali lo scorso aprile in piena emergenza Coronavirus sarebbe diventato il socio occulto di una ditta individuale operante nel settore delle sanificazioni delle autovetture, degli esercizi commerciali e degli hotel sia in provincia di Rimini che in quella di Pesaro-Urbino  partecipando agli utili ed utilizzando le autorizzazioni rilasciate alla stessa. Egli così operando rilasciava certificazioni e fatture, grazie alla ditta individuale intestata fittiziamente a terzi. Gli inquirenti delle Fiamme Gialle hanno ricostruito lo schema imprenditoriale che è risultato essere particolarmente redditizio per il 44enne tanto che questi, nel corso di alcune intercettazioni telefoniche, compiacendosi per il suo fiorente giro d’affari, ha definito il Coronavirus “un buon affare”.

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