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Cronaca

Spending review nei comuni, in cinque anni fondi ridotti del 60%

Per l'assessore al Bilancio Gian Luca Brasini si tratta di un'analisi che "si limita al ‘solo’ fondo di solidarietà, con una percentuale di decremento del 60%".

E’ di 155 euro il taglio procapite subìto dai riminesi a seguito delle manovre statali che si sono susseguite dal 2010 al 2015. ll dato emerge dalla classifica pubblicata lunedì dal Sole 24 ore, che mette in fila gli effetti della spending review sulle città nell’ultimo quinquennio, certificando come il Comune di Rimini abbia subìto un taglio di oltre 22,3 milioni di euro. Per l'assessore al Bilancio Gian Luca Brasini si tratta di un'analisi che "si limita al ‘solo’ fondo di solidarietà, con una percentuale di decremento del 60%".

"La classifica mette anche un altro dato nero su bianco, ovvero che i tagli hanno maggiormente colpito quelle realtà che offrono maggiori servizi, andando quindi a colpire non tanto i presunti sprechi, così come vorrebbe la filosofia che sta alla base della spending review, quanto la capacità degli enti locali di continuare ad essere virtuosi ed erogare quei servizi di cui i cittadini hanno sempre più bisogno - aggiunge Brasini -. Questo, banalmente, perché le manovre che si sono succedute negli anni hanno preso di mira le spese: maggiori spese, maggior tagli. Senza però tener conto dei cosiddetti ‘consumi intermedi’ (a maggiori servizi corrispondono necessariamente maggiori spese vive) e senza considerare che ogni realtà ha caratteristiche specifiche. Si pensi a Rimini, città da 150mila abitanti, che d’estate ‘esplode’ grazie al considerevole flusso turistico e che quindi espone l’amministrazione a erogare alti servizi per un alto numero di utenti".

"In questo senso ricordo un’altra anomalia, tutta italiana: Rimini, insieme a Firenze, risulta essere la più penalizzata dall’applicazione dell’Imu, imposta municipale solo nel nome - continua -. E anche in questo caso ‘pesa’ l’essenza turistica del nostro territorio e l’elevato numero di strutture alberghiere (immobili categoria D). Per la precisione lo Stato trattiene di Imu al Comune 16,8 milioni di euro e ne riversa solo 10. Un caso limita che dimostra però lo scollamento esistente tra Roma e le amministrazioni locali, distorsione che speriamo possa essere attenuata dai correttivi che saranno introdotti nelle prossime leggi di stabilità. Andando cioè a premiare – o almeno non penalizzare - chi ‘spende bene’ e non chi risparmia tagliando ciò che rende un ente davvero virtuoso, ovvero la capacità di dare risposte concrete, efficace e rapide ai bisogni dei cittadini. Una capacità che Rimini, nonostante l’evidente penalizzazione su più piani, ha dimostrato di avere, continuando ad erogare servizi di qualità e riuscendo, passo dopo passo, a cambiare la città”. 

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