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Cronaca

Sposa la badante e muore, i figli scatenano la lotta per l'eredità e buttano la donna fuori di casa

La donna era stata fatta oggetto di una serie di maltrattamenti e calunnie tanto da essere costretta a denunciarli vincendo la causa

Lei, una cittadina ucraina 74enne, aveva conosciuto l'anziano riccionese nel 2014 quando l'uomo all'epoca 77enne viveva oramai solo coi figli che erano andati a vivere all'estero. Era stato l'anziano a proporre alla donna di andare a vivere presso la sua abitazione e, in cambio di vitto e alloggio, la signora si sarebbe occupata di lui e delle sue necessità. Una scelta che, però, non era stata accettata dai figli del 77enne che fin da subito si erano convinti che l'ucraina avesse circuito il genitore con l'intenzione di spillargli dei quattrini. La situazione si era inasprita sempre più e, come di solito avviene in questi casi, si era arrivati a una serie di denunce e controdenunce coi carabinieri che in diverse occasioni erano dovuti intervenire per cercare di mettere pace tra i contendenti.

La situazione, poi, si era fatta ancor più esplosiva dopo alcuni anni quando l'anziano aveva deciso di ricompensare la badante con una grossa somma di denaro ed arrivare al suo culmine quando nel 2017 il 77enne era convolato a nozze con la donna. Un matrimonio fortemente osteggiato dai figli i quali sostenevano che l'ucraina tenesse in pugno il genitore solo per il denaro e, per questo, non esitavano a mettere in atto una serie di minacce nei confronti di lei. L'anziano, dopo poco più di un anno dal fatidico sì, era deceduto per cause naturali scatenando così una vera e propria guerra per l'eredità.

I figli, infatti, pretendevano a tutti i costi che la 74enne lasciasse la casa coniugale mettendo in atto tutta una serie di minacce e aggressioni fino a quando in un vero e proprio blitz erano riusciti a buttare fuori la donna dall'appartamento e cambiato le serrature delle porte. Quando la figlia dell'ucraina si era presentata nell'abitazione, con l'intento di recuperare alcuni oggetti della madre che nel frattempo era terrorizzata alla sola idea di vedere i figli del marito defunto, questa era stata aggredita e costretta a ricorrere alla cure del pronto soccorso.

Ne era nata una denuncia in piena regola con la 74enne che si era affidata all'avvocato Stefano Caroli e il gip che, alla fine, aveva rinviato a giudizio i due fratelli per una lunga serie di accuse in due processi separati. Nella giornata di giovedì il figlio più giovane, un 68enne difeso dall'avvocato Delli Paoli è stato riconosciuto colpevole dal giudice monocratico per violenza privata e lesioni personali e condannato a 1 anno e 5 mesi (4 anni e 6 mesi quelli chiesti dal pubblico ministero) con la sospensione della pena oltre al pagamento delle spese processuali.

"Il mio assisto - ha commentato l'avvocato Delli Paoli - è stato assolto per gli 8 capi d'imputazione più gravi perchè il fatto non sussiste. La nostra tesi difensiva, quindi, ha retto in aula e allo stesso tempo il giudice ha rigettato la richiesta di risarcimento di 200mila euro chiesti dalla parte civile liquidandone 2mila. Allo stesso tempo il magistrato ha capito che la situazione era diversa da quella raccontata dalle persone offese assolvendo il mio assistito per i reati più gravi e, quindi, ci riteniamo soddisfatti. La condanna è arrivata per fatti di lieve entità e ci riserviamo, oltre a fare appello, anche di fare una denuncia per falsa testimonianza. Ricordo anche che la 74enne, e la figlia, sono imputate in un altro procedimento con le accuse di circonvenzione d'incapace, lesioni, appropriazione indebita e furto".

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