rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Senza lavoro e con figlia disabile: sfrattata dalla casa popolare per "burocrazia pazza"

"Ho lottato per avere una casa e, adesso, devo combattere per non essere lasciata in mezzo a una strada con i miei figli". Ad essere sotto sfratto da una casa dell'Acer è una signora che lamenta di aver trovato un muro: "Mi hanno solo sbattuto in faccia i regolamenti"

“Ho lottato per avere una casa e, adesso, devo combattere per non essere lasciata in mezzo a una strada con i miei figli”. Ad essere sotto sfratto da una casa dell’Acer è la signora Filomena Brando che lamenta di aver trovato un muro, da parte delle istituzioni, in una vicenda a di poco paradossale. “Dopo tanti anni di domande e graduatorie – spiega la signora – nel 2002 mi hanno assegnato un appartamento da 60 metri quadri, a canone calmierato, in cui viviamo in 6 tra cui mia figlia con una grave forma di handicap. Ho sempre lavorato come cameriera stagionale e il mio compagno come operaio ma, purtroppo, negli ultimi anni siamo stati colpiti dalla crisi. I miei figli più grandi hanno perso il lavoro e io, nel 2013, dopo alcuni mesi di cassa integrazione ho perso il lavoro”.

È a questo punto, però, che la faccenda si complica. “Tra la cassa integrazione e la liquidazione comprensiva di ferie e permessi non goduti – prosegue la signora Filomena – ho percepito molto più del solito e, questo, ha aumentato il mio Isee. In un primo tempo mi hanno aumentato l’affitto e, fin che ho potuto, ho cercato di pagarlo ma, a un certo punto, non ce l’ho più fatta e, ad aprile 2014, ho dovuto smettere. A tutto questo, inoltre, si è aggiunta una nuova comunicazione da parte dell’Acer. Con l’Isee, che ho superato di appena 200 euro, ho perso i requisiti per la casa tanto che mi è arrivata la raccomandata che mi intimava di lasciare l’appartamento entro il 3 marzo”.

“In questo periodo ho cercato di rivolgermi a tutti – racconta – ma mi hanno sbattuto in faccia i regolamenti. Con quanto dichiarato nel 2013 e nel 2014 ho perso i requisiti ma, nessuno, si è reso conto che è stata una cosa occasionale dovuta al fatto di aver perso il lavoro. Al momento sono ancora disoccupata e, dall’albergo dove lavoro come cameriera stagionale, ancora non mi hanno chiamata per prendere accordi. Temo che i proprietari vogliano dare in affitto la struttura e, in questo caso, i nuovi gestori non sono obbligati a riassumere il vecchio personale. Il mio compagno lavora come operaio ma, tra i debiti che abbiamo e che vengono trattenuti direttamente alla fonte, noi della sua busta paga vediamo solamente il foglio”.

Una situazione preoccupante alla quale, inoltre, si aggiungono i problemi di salute della figlia 17enne portatrice di handicap. “Ho informato gli assistenti sociali che ci seguono ma, anche loro, non hanno saputo darci aiuto. Stessa cosa gli uffici comunali: si trincerano dietro il regolamento per cui dicono che non possono farci nulla. Io, però, da qui non mi muovo. Il mio solo terrore è che possano entrare in casa spaventando le mie figlie”. 

Informata della situazione, il vice sindaco di Rimini e assessore alle Politiche Sociali, Gloria Lisi, si è detta disponibile a incontrare personalmente la signora Filomena per valutare il caso ed, eventualmente, trovare una soluzione di comune accordo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Senza lavoro e con figlia disabile: sfrattata dalla casa popolare per "burocrazia pazza"

RiminiToday è in caricamento