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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Stroncato dai Carabinieri colossale giro di carte di credito clonate

I Carabinieri hanno chiuso un'indagine relativa alla sottrazione fraudolenta dei codici dei propri bancomat e/o carte di credito con i quali erano stati effettuati numerosi prelievi di denaro in paesi esteri,

Due arresti e 19 denunce a piede libero. Sono questi i numeri della complessa attività che i Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, che dopo un anno e mezzo di indagini hanno chiuso un'indagine relativa alla sottrazione fraudolenta dei codici dei propri bancomat e/o carte di credito con i quali erano stati effettuati numerosi prelievi di denaro in paesi esteri, quali Stati Uniti D’America, Argentina, Filippine, Russia, Spagna, Inghilterra.

Il costante monitoraggio delle spendite delle carte di credito clonate da parte dei militari della Compagnia di Vergato, ha registrato una trasmigrazione del fenomeno verso la riviera adriatica, e in particolare nelle province di Rimini ed Ancona. Tutte è partito nell’ottobre del 2010, quando circa duemila ignari cittadini si sono rivolti all’Arma di Vergato per segnalare la sottrazione fraudolenta dei codici dei propri bancomat e/o carte di credito con prelievi all'esterno.

A seguito dell’anomala concentrazione di un così elevato numero di denunce e il fatto che, seppur in maniera meno massiccia, si erano riscontrati numerosi analoghi casi nell’intera provincia bolognese, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Bologna, coordinandosi con la Polizia postale ha avviato le indagini affidate al Nucleo Investigativo ed alla Compagnia di Vergato, con il coinvolgendo anche di personale del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.

Dai primi accertamenti è emerso che gli utilizzi fraudolenti delle carte clonate avvenivano sia tramite sportelli ATM (Automated Teller Machine), sia attraverso operazioni commerciali via internet (c.d. e-commerce), sia con acquisti presso negozi. L’attività che ha richiesto il contatto con addetti del settore bancario, in particolare con personale delle società che gestisce le carte di credito, voleva individuare i cosiddetti “punti di compromissione” presso i quali le carte di credito erano “transitate”, come ad esempio un link che potesse mettere in collegamento i numerosi denuncianti “sparsi” su tutto il territorio felsineo.

Individuazione che, oltre per l’enorme mole di dati da analizzare e per le numerose transazioni illecite avvenute all’estero, era resa tutt’altro che facile dalle numerose tecniche che i criminali dello specifico settore utilizzano per riuscire a carpire i codici bancari delle ignare vittime, con i quali, attraverso appositi apparecchi denominati skimmer collegati al pc e con software scaricabili dal web, riescono poi a riprogrammare nuove carte fornite di banda magnetica con i codici rubati.

La svolta è arrivata quando, monitorando le varie spendite fraudolente su carte clonate, i militari si sono imbattuti in alcune di esse avvenute nel nord Italia, in particolare presso alcuni centri commerciali in Lombardia. Dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso è emerso che a effettuare le indebite spendite erano cittadini di colore. In particolare, in provincia di Sondrio, nel centro commerciale “Le Torri” di Castione Andevenno, alcuni stranieri avevano acquistato un telefono cellulare di ultima generazione presentando alla commessa un documento di cui ne verrà in seguito denunciato lo smarrimento nel verosimile tentativo di sviare le indagini.

L’associazione di un nome ai volti impressi nelle immagini dei circuiti di videosorveglianza è avvenuta grazie al monitoraggio dei controlli sul territorio da parte dei Carabinieri che, proprio il giorno dell’acquisto del cellulare, in un posto di controllo aveva fermato proprio i tre soggetti raffigurati nelle immagini delle telecamere. Individuato l’uomo che aveva materialmente acquistato il telefonino domiciliato a Bergamo, successivamente si è perquisito, trovandolo in possesso di alcune carte di credito solo all’apparenza genuine.

 

Infatti, i Carabinieri di Vergato, sono riusciti a verificare il codice “nascosto” sotto la banda magnetica ove individuavano alcuni codici abbinati a carte di credito appartenenti a cittadini americani e clonate. L’Autorità Giudiziaria di Sondrio, ricevuti gli esiti investigativi, ha emesso a carico dell'individuo, un ivoriano 34enne operaio, con precedenti specifici, un provvedimento restrittivo a cui veniva data immediata esecuzione.

L’uomo, dal carcere, non ha ammesso le responsabilità contestategli, ma le spendite in Lombardia subivano una evidente diminuzione. Il costante monitoraggio delle spendite delle carte di credito clonate da parte dei militari della compagnia di Vergato, ha registrato una trasmigrazione del fenomeno verso la riviera adriatica, e in particolare nelle province di Rimini ed Ancona. In quest’ultima provincia emergeva una maggior concentrazione di spendite.

 

Le modalità dei fraudolenti utilizzi delle carte di credito aveva sempre lo stesso cliché: acquisti presso centri commerciali, abbigliamento griffato, serate in discoteche di grido, ricariche post-pay e rifornimenti di carburante ed acquisti on-line. I militari della Compagnia di Vergato si sono posti sulle tracce dei “cyber truffatori”, indicati come stranieri di colore, battendo palmo a palmo le zone in cui erano avvenute le spendite, acquisendo filmati delle telecamere a circuito chiuso, cercando di rintracciare una Hyundai Coupé di colore grigio indicata dai commercianti ove erano state effettuate i truffaldini acquisti.

 

A quel punto attraverso “Facebook” i militari hanno acquisito, nella zona di Ancona, alcune foto tra le quali individuavano quella di un soggetto che assomigliava ad uno dei personaggi ritratti nelle immagini registrate dalle telecamere presso un negozio ove era stata effettuata una spendita “irregolare”. L'individuo indossava un particolare maglione “alla moda” che lo rendeva estremamente caratteristico.

 

Nel corso dell’attività info-operativa, i militari apprendevano che il personaggio si sarebbe recato in un paese vicino ad Ancona, Osimo, ove i Carabinieri intercettavano una Hyundai grigia condotta da giovani di colore, tra i quali veniva riconosciuto lo stesso uomo immortalato dalle immagini delle telecamere e nella foto su Facebook. Finalmente veniva identificato in E.G.24enne, disoccupato.

Accertato che le spendite avvenivano anche tramite ricariche Post-Pay, grazie alle telecamere di un ufficio postale anconetano è stato acquisito un filmato che riprendeva la responsabile della ricarica truffaldina, poi anch’essa identificata grazie a foto pubblicate su Facebook in O.B.E.37enne nigeriana, impiegata. Infatti la donna è stata riconosciuta in una foto mentre danzava con l’uomo della Hyundai e del “maglione alla moda”, E.G., nei cui confronti era già stata avanzata richiesta di custodia cautelare in carcere.

Nel frattempo, però, E.G. È stato tratto in arresto in flagranza di reato per indebito utilizzo di carte di credito clonate dalla Polizia di Stato di Ancona e nella circostanza gli venivano sequestrati 2 PC. Dall’esame di tale materiale informatico, che l’Autorità Giudiziaria di Ancona ha affidato per l’analisi ai Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, sono emersi particolari interessanti che avrebbero permesso di aprire nuovi scenari.

Infatti sono venuti alla luce contatti con paesi dell’Indocina (Vietnam) e nominativi dai nomi verosimilmente fittizi. L’ipotesi investigativa, confermata dall’indagato, era che i codici venivano letteralmente acquistati su siti dedicati denominati ICQ e pagati, per un valore di circa 10/20 euro a codice, attraverso società di Money Transfert a cittadini vietnamiti.

Il canale di approvvigionamento individuato, ha permesso di scoprire che molti erano i cittadini di nazionalità nigeriana, tutti con precedenti specifici per utilizzo e spendita di carte clonate e “circolanti” sul territorio nazionale, ad aver acquistato codici di carte clonate. Sono state quindi numerose le perquisizioni richieste alla magistratura anconetana ed eseguite nell’ultimo mese dai Carabinieri di Vergato, collaborati da quelli delle varie zone interessate.

Proprio nel corso di una di queste perquisizioni in Genova veniva tratto in arresto un cittadino nigeriano, E.U.D. 24 enne, calciatore in una squadra genovese, trovato in possesso di codice di una carta di credito risultata clonata, cosa della quale neppure il proprietario, un dirigente d’azienda bolognese, si era ancora accorto.

Al termine dell’indagine, durata circa 2 anni, venivano quindi arrestati due cittadini stranieri, denunciate 19 persone in stato di libertà, tra le quali figura uno solo italiano residente in Campania, effettuate 30 perquisizioni e sequestrati alcuni computer e i-Phone, oggetto di acquisti truffaldini, nonché 20 carte di credito risultate “clonate”. Migliaia sono stati i codici clonati recuperati e tolti dal mercato illegale.

 

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