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Cronaca

Sull'asse Padova-Rimini viaggiava cocaina, hashish e marijuana per 7 milioni di euro

Maxi operazione della Mobile patavina che ha eseguito 18 misure cautelari nei confronti dei trafficanti che facevano affari tra Italia, Spagna e sudamerica

Scacco al traffico internazionale di stupefacenti da parte della Squadra Mobile di Padova che, all'alba di martedì, ha eseguito 18 misure di custodia cautelare e 24 perquisizioni domiciliari nell'ambito di un'operazione anti-droga che ha coinvolto anche Rimini. Un'operazione che ha smascherato un fiorente commercio di cocaina, hashish e marijuana per un totale complessivo di 109 chili, 47 dei quali sequestrati, che avrebbe fruttato sul mercato circa 7 milioni di euro. Tre degli indagati sono accusati pure di tentato omicidio e porto illegale di armi da fuoco, in relazione ad una sparatoria avvenuta ad Ibiza - Spagna nel giugno del 2021, in cui rimase gravemente ferito uno chef originario di Napoli. Partita dalla città patavina, l'inchiesta ha evidenziato il gruppo che aveva stabili legami con il traffico locale ed internazionale di stupefacenti dimostrando contiguità a soggetti ritenuti attivi ad un organizzato contesto criminale, nonché la possibilità di disporre di una consolidata clientela nel Nord-Est Italia a cui smerciare ingenti quantitativi di cocaina e marijuana. 

L’indagine si è concentrata inizialmente intorno alle figure di due 33enni italiani, uno di Abano Terme e l’altro di Tarvisio attualmente fini in carcere ed entrambi già condannati in passato per fatti analoghi, di cui venivano intercettati nel gennaio 2021 una serie di conversazioni inerenti la negoziazione di 1 chilo di cocaina che avrebbero dovuto concludere con un soggetto di Padova. Sfumata la prospettiva di fare affari con quest’ultimo, a causa dell’indisponibilità dello stupefacente, secondo gli inquirenti i due presero ad intensificare i propri contatti con un 42enne di Fiesso d’Artico, titolare di una ditta di Limena. Proprio quest’ultimo, arrestato nel corso dell’indagine ed attualmente sottoposto alla misura custodiale in carcere, si diceva in grado di far fronte con il supporto di “altri” alla fornitura richiesta, facendo più volte cenno ad un soggetto di nazionalità albanese soprannominato "l'Alba", poi individuato dai poliziotti in un 38enne albanese dimorante a Rubano anche lui destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere.

In vista del primo acquisto i due 33enni si misero alla ricerca di un corriere fidato, che si occupasse del trasporto di almeno una parte del carico. Quest’ultimo, un 21enne rumeno di Besenello, venne nella circostanza bloccato dai poliziotti a bordo della sua autovettura sul tratto autostradale A22 del Brennero, di rientro da Padova, ed arrestato con mezzo chilo di cocaina in sasso riposto al di sotto del sedile nell’aprile 2021. L’altra parte del carico acquistato veniva invece trasportata da un 52enne di Padova, ritenuto a sua volta corriere fidato del 42enne di Fiesso d’Artico e dell’albanese di Rubano, presso un'autofficina di Artegna, riconducibile ad un 47enne di Osoppo abituale custode dello stupefacente e dei proventi legati all’illecita attività per conto del complice di Tarvisio. Sia per il corriere che il custode è scattato l'obbligo di dimora con prescrizione di non uscire di notte.

Il 16 maggio 2021, il 51enne padovano, che si era già occupato del trasporto di almeno mezzo chilo di cocaina fino all’officina di Artegna, veniva sottoposto a controllo dai poliziotti della Questura di Padova all’uscita del casello di Padova Sud e trovato in possesso di 30.000 mila euro, suddivisi in mazzette da 10.000 euro. Denaro che gli veniva sequestrato. Le intercettazioni consentivano di collegare tale somma ad una transazione relativa alla cessione di circa 3 chili di cocaina conclusa anche in questo caso per conto del 42enne di Fiesso d’Artico e dell’albanese di Rubano in favore però di soggetti residenti nel brindisino. Il riscontro i poliziotti lo avrebbero ricavato qualche mese più tardi, nel contenuto di un registro contabile sequestrato proprio al 42enne, in occasione del suo arresto. Fra le diverse annotazioni in esso riportate ve n’era una che riguardava proprio la cessione di 3 kg. al prezzo di 32.000 euro (al kg.). Sul medesimo manoscritto era più volte riportato il “nickname” associato al corriere padovano, con associate svariate cifre corrispondenti ai diversi compensi per i trasporti da costui già effettuati.

Riguardo al canale di approvvigionamento, a metà luglio, grazie ai servizi tecnici attivati, gli investigatori della Squadra Mobile annotavano l’arrivo nei pressi della ditta di Limena di un mezzo pesante, di cui verificavano successivamente l’ingresso in Italia appena la mattina precedente, attraverso il porto di Brindisi. In quella circostanza venne documentato l’acquisto, trasporto e contestuale pagamento di almeno 10 kg di cocaina, a cui provvide in prima persona il 42enne di Fiesso d’Artico. Nell’ottobre 2021 la Squadra Mobile acquisiva significativi elementi relativi all’invio da Rimini a Padova di altri importanti quantitativi di stupefacente. I poliziotti apprendevano che un complice 45enne, originario di Salerno, ma proveniente da Ibiza (ospitato dal 42enne di Fiesso d’Artico presso la propria abitazione), ed un suo collaboratore, un 34enne della provincia di Rimini (entrambi destinatari oggi della misura dell’obbligo di dimora con prescrizione di non uscire in orari serali-notturni), avevano organizzato la spedizione tramite corriere di un pacco contenente dello stupefacente. A causa di una segnalazione da parte del vettore, però il “pacco” veniva bloccato, la sostanza stupefacente (marijuana) sequestrata, mentre il destinatario deferito all’Autorità giudiziaria. 

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