Tentato omicidio a Coriano, per l'accoltellatore scatta la sorveglianza speciale
L'aggressione a un marocchino avvenuto nel settembre del 2020 aveva portato gli inquirenti a scoprire un vasto giro di stupefacenti messo in piedi da un 46enne
Il personale della Questura di Rimini ha notificato il provvedimento della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno e di firma per 3 anni, nei confronti del 46enne che nel settembre del 2020 insieme al figlio di 22 anni aveva accoltellato un 25enne marocchino a Coriano. La vittima, ferita in maniera molto grave, aveva rischiato di morire rimanendo in coma per diversi giorni prima di essere dichiarato fuori pericolo dai medici del "Bufalini" dove era ricoverato. L'aggressione era avvenuta verso le 21.30 nel centro di Coriano dove, secondo le ricostruzioni dei carabinieri, i due pugliesi erano arrivati in auto per incontrarsi con il nordafricano residente a Montescudo. L'ipotesi degli inquirenti già allora fu che, dietro l'appuntamento, ci fosse una storia di debiti contratti dal ferito per questioni legate allo spaccio di stupefacenti. Padre e figlio, secondo quanto emerso all'epoca, avrebbero quindi cercato di investire il 25enne ma, la manovra, non era riuscita ed entrambi erano scesi dall'abitacolo per affrontare di persona il giovane. Nella lite era spuntato un coltello da cucina che ha raggiunto all'addome il nordafricano procurandogli delle serie lesioni mentre, gli aggressori, erano fuggiti a tutta velocità. In corso Garibaldi, nei pressi della chiesa "Degli Orfani", erano accorsi i mezzi del 118 e i carabinieri con questi ultimi che erano riusciti a raccogliere immediatamente una serie di indizi che li avevano portati fino ai foggiani.
Gli aggressori, sottoposti a fermo, nel corso dell'interrogatorio di garanzia avevano ricostruito in maniera molto diversa la vicenda sostenendo di essere stati aggrediti per primi dal nordafricano. Secondo quanto emerso il 25enne, in preda ai fumi dell'alcol, si era presentato sotto casa dei pugliesi iniziando ad inveire nei loro confronti. Vedendo il 46enne che si fumava una sigaretta, il marocchino avrebbe supposto che si trattava di uno spinello iniziando a chiedere insistentemente del "fumo" all'uomo. Quest'ultimo, innervosito, lo avrebbe quindi scacciato dal davanti dell'abitazione aumentando la furia del nordafricano. Sempre secondo il racconto del 45enne, a questo punto il marocchino avrebbe iniziato a mandargli una serie di messaggi intimidatori. "Se sei un uomo vieni giù a regolare i conti", gli avrebbe scritto il 25enne ed è stato a questo punto che l'uomo è sceso in strada non prima di aver afferrato un coltello da cucina. Una volta in piazza i due, faccia a faccia, hanno iniziato ad azzuffarsi e sarebbe stato a questo punto che il foggiano avrebbe ricevuto un paio di pugni al volto. Vista la situazione il figlio 22enne è accorso per aiutare il padre, venendo picchiato a sua volta dal nordafricano, e il 45enne ha quindi afferrato il coltello scagliando i fendenti all'addome del 25enne. Entrambi i pugliesi, inoltre, hanno rigettato le accuse secondo le quali all'origine della zuffa ci sarebbero stati dei debiti di droga contratti dallo straniero.
Tentato omicidio a Coriano
Il proseguo delle indagini dei carabinieri, poi, aveva permesso di svelare un vasto giro di droga messo insieme dal 46enne che aveva portato altre 3 persone a finire indagate. Nel frattempo, però, anche il personale della Squadra mobile della Questura di Rimini aveva messo nel suo mirino il capofamiglia documentando come da quando si fosse trasferito nel 2000 a Coriano si era dedicato fin da subito all'attività di spaccio di stupefacenti. Gli inquirenti della polizia di Stato, nel corso degli anni, avevano documentato il continuo traffico di droga che aveva al centro il 46enne padre di famiglia che nel frattempo aveva accumulato diversi arresti sempre per spaccio. Ora, con l'applicazione della misura di prevenzione applicata dall’Autorità giudiziaria sulla proposta del Questore di Rimini, gli vengono imposte rigorosissime restrizioni alla libertà di movimento per 3 anni, nel corso dei quali sarà appunto “Sorvegliato Speciale” da parte di tutte le Forze di Polizia al fine di prevenire ulteriori condotte che possano mettere in pericolo l’incolumità pubblica.