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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Teste di legno a loro insaputa, in due diventano complici del truffatore

Vittime inconsapevoli un santarcangiolese e un cuneese finiti indagati per aver raggirato un giovane salernitano su internet

Fare affari sul web si è rivelato un calvario giudiziario per un cuneese e un santarcangiolese, quest'ultimo difeso dall'avvocato Patrick Wild, indagati per aver a loro insaputa truffato un giovane salernitato mentre il vero malvivente è tuttora uccel di bosco. Un raggiro particolarmente articolato quello messo a punto dal vero truffatore e iniziato su un sito di compravendite on line dove il romagnolo e il piemontese avevano messo in vendita alcuni oggetti di poco valore. Entrambi all'insaputa l'uno dell'altro erano stati contattati da quello che si è poi rivelato l'artefice della truffa, i si erano accordati con lo sconosciuto vendendogli degli articoli per un centinaio di euro. La transazione era andata a buon fine ma, dopo alcuni giorni, il santarcangiolese e il cuneese si erano visti accreditare sul proprio conto delle cifre molto più alte rispetto a quello che avrebbero dovuto incassare. Il truffatore/acquirente era quindi tornato a farsi vivo spiegando loro di aver sbagliato l'importo da accreditare chiedendo, quindi, di essere rimborsato della differenza. In buona fede le vittime avevano così fatto un bonifico su un conto corrente tedesco ma, nel frattempo, il malvivente aveva messo a segno una truffa.

Lo sconosciuto infatti aveva contattato anche una terza persona, un ragazzo di Vallo della Lucania, che sempre su internet aveva messo in vendita un accessorio per la pesca dal valore di 1000 euro. Il giovane era stato convinto dal truffatore a recarsi in un bancomat e, seguendo le sue istruzioni, aveva eseguito due operazioni distinte che secondo il malvivente gli avrebbero permesso di accreditare sulla sua carta l'importo pattuito. In realtà la terza vittima aveva fatto due bonifici al cuneese e al santarcangiolese caduti così in errore certi di aver ricevuto il denaro per la merce che avevano messo in vendita. Entrambi, quindi, a loro insaputa erano diventati la "lavatrice" per pulire i soldi consegnandoli poi al truffatore. Quando il ragazzo si era reso conto di essere stato raggirato e aveva presentato denuncia ai carabinieri, le indagini dell'Arma erano arrivate fino alle inconsapevoli "teste di legno" che erano finiti sul banco degli indagati per truffa. Per entrambi però, una volta ricostruito il raggiro, il pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione che è stata accolta dal Gip.

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