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Cronaca

“Tik Tok”, “Me contro te”, “Among us”, “Fortnite” e “Brawl Stars”, sequestrati capi contraffatti

Blitz della Guardia di Finanza di Rimini che ha scoperto un negozio che vendeva abbigliamento taroccato, nei guai anche un'attività che aveva giocattoli non sicuri

A smascherare il negozio che vendeva capi contraffatti è stata una mamma che, dopo aver acquistato un prodotto per la figlia, non si è vista rilasciare lo scontrino dal commerciante e ha segnalato la cosa alla Guardia di Finanza di Rimini. Tanto è bastato ai militari delle Fiamme Gialle per eseguire un controllo approfondito nell'attività commerciale gestita da un cittadino bengalese che ha fatto emergere una lunga serie di irregolarità. Nel negozio, infatti, i Finanzieri si sono trovati davanti numerosi capi di abbigliamento che riproducevano noti marchi registrati come “Tik Tok”, “Me contro te”, “Among us”, “Fortnite” e “Brawl Stars”. Gli approfondimenti hanno permesso di scoprire che la merce in vendita era sprovvista di qualsiasi logo o ologramma anticontraffazione ovvero delle etichettature ufficiali riportanti il brand del relativo prodotto. Sono così stati sequestrati un centinaio di capi di abbigliamento e, il titolare, è stato denunciato a piede libero ma per il bengalese i guai non sono finiti.

Nel negozio di chincaglieria, infatti, la Guardia di Finanza ha scovato anche un centinaio di giocattoli per bambini ritenuti non sicuri in quanto privi delle etichettature indicanti la provenienza o i canali di importazione, delle indicazioni sulla composizione o sui materiali utilizzati per la fabbricazione e delle avvertenze circa le corrette modalità di utilizzo o su eventuali rischi connessi ad un uso improprio: informazioni importanti per la tutela della sicurezza e della salute dei consumatori, specie se articoli a contatto diretto della persona, in particolare dei bambini. Per il legale rappresentate del negozio è così arrivata anche la segnalazione alla Camera di Commercio che prevede una sanzione fino a 26mila euro. Sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire la filiera di approvvigionamento che, secondo gli inquirenti delle Fiamme Gialle, è di origine cinese.

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