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Cronaca

Tre anni fa i primi casi di Coronavirus. "Ora una pesante eredità, un sistema sanitario sotto stress"

L'assessore Kristian Gianfreda: "Durante la pandemia li abbiamo chiamati eroi, angeli con il camice. Ora serve che questi appellativi si traducono in un reale Piano per la Sanità"

Dopo tre anni dalla pandemia, con il diffondersi del Coronavirus, il quadro è notevolmente mutato. Il virus ha smesso di mordere, ma ha lasciato pesanti strascichi in eredità: il più pesante è sicuramente quello legato alla sanità, che prosegue a vivere in un contesto di forte stress. Tra scarse risorse e personale sempre più ai minimi termini. Un tema su cui pone l'accento l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Rimini Kristian Gianfreda: "Il 24 febbraio di tre anni cominciava anche in provincia di Rimini il dramma individuale e collettivo della pandemia. Una data da cui sarebbe cominciato il lungo capitolo del Covid, tra ricoveri, decessi, tamponi, paure, timori, incertezze, lockdown fino a prima inimmaginabili. Un continuo relazionarsi, purtroppo, con notizie di morti, di contagi, di gente intubata".

"Tre anni dopo, oltre a ricordare chi non c'è più e ringraziare ancora tutti coloro che allora chiamavamo 'eroi', è anche il momento di stilare un bilancio - prosegue l'assessore -: quello sulla sanità, di cui tanto, tantissimo, si è parlato durante le chiusure, preconizzando rivoluzioni, cambiamenti radicali e chissà quali investimenti futuri. Buoni propositi che però, ad oggi, tirando le somme, sembrano più dichiarazione d’intenti. Il sistema sanitario italiano rimane infatti sotto forte stress a causa della scarsità di risorse destinate all’assistenza sanitaria pubblica con conseguenti ripercussioni nelle prestazioni dei servizi".

Un insieme di criticità che perdurano e che si riversano sui cittadini, a partire da quelli più vulnerabili, e sullo stesso personale medico e infermieristico che deve far fronte, ad esempio, a una generale carenza di organico. "Durante la pandemia li abbiamo chiamati eroi, angeli con il camice - aggiunge Gianfreda -. Ora serve che questi appellativi si traducono in un reale Piano per la Sanità che doti i reparti delle reali dotazioni finanziarie che necessitano e che si faccia interprete di una riorganizzazione complessiva del sistema che guardi al lungo termine e che non sia in balia della dimensione accidentale. Penso appunto alla questione dell’insufficienza di medici, del sovraffollamento dei Pronto Soccorso e della medicina d’urgenza durante i periodi estivi, alla riduzione delle assunzioni. La qualità dei servizi, come ho detto più volte, non può essere affidata allo spirto di servizio e all’abnegazione del personale medico e ospedaliero, con turni spesso sfinenti e responsabilità altissime. Serve una presa di coscienza vera da parte della politica sull’assoluta priorità della sanità, da tradurre in fatti e trasformazioni concrete".

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