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Cronaca

Treni, l'Emilia-Romagna top per utenti, ma metà linee a binario unico

"I livelli di servizio sono molto diversi tra le linee principali, qui la più servita è la tratta Piacenza- Bologna-Rimini, e le secondarie"

Completare tram e Sfm a Bologna, potenziare la Pontremolese, realizzare una linea di costa in Romagna ed infine adeguare la rete ferroviaria regionale di Fer, con elettrificazione e doppio binario. Sono le priorità di Legambiente per il trasporto su rotaia in Emilia-Romagna: regione che prima del Covid poteva vantare 215.000 pendolari e che oggi, con 10 anni di media, ha i treni meno vecchi d'Italia. Numeri importanti "su cui c'è potenzialmente ancora tanto lavoro da fare", fa sapere Legambiente, diffondendo il rapporto Pendolaria 2021. "Purtroppo i livelli di servizio sono molto diversi tra le linee principali (la più servita è la tratta Piacenza- Bologna-Rimini) e quelle secondarie (molte le lamentele degli utenti sui rami minori, come la Parma-Brescia, o la Porrettana da Bologna), creando utenti di seria A e serie B".

Certamente, spiegano gli ambientalisti, "tra i nodi da superare ci sono le carenze delle linee a binario unico (il 52% del totale regionale) che creano rallentamenti e colli di bottiglia e la necessità di elettrificazione (18% del totale regionale non e' elettrificato) per velocizzare i mezzi e ridurre l'inquinamento". Altro tema è quello del numero di corse: aumentare la frequenza dei treni che collegano l'hinterland ai capoluoghi "rappresenta un modo per creare 'metropolitane di superficie comode e veloci". Una scelta già presente dei documenti di programmazione di molte province (Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Bologna, Ferrara) e su cui esistono già studi di fattibilità. O il caso della rete esistente della pianura di Piacenza, per cui la Provincia stessa ha formalizzato una richiesta di valorizzazione in ambito Prit. Le risorse? Legambiente chiede di sfruttare il Recovery Plan europeo.

"Sul piano nazionale Il Recovery Plan proposto dal Governo Conte deve essere cambiato: oggi è una lista d'interventi- afferma Legambiente- mentre il paese ha bisogno di una visione del cambiamento che si vuole mettere in campo, per affrontare i problemi e migliorare l'accessibilità su ferro in ogni parte d'Italia, in modo da raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 fissati dall'Unione Europea al 2030 e al 2050". Emissioni alle quali il "settore dei trasporti contribuisce per il 26% e che dal 1990 a oggi non hanno visto alcun calo. Anche la Regione Emilia Romagna- conclude l'associazione- deve fare pressione per questo cambiamento".

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