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Cronaca

Trivellazioni in Adriatico, i cittadini si mobilitano per chiedere lo stop

Per i promotori del 'no' si mette a rischio la più grande industria regionale e volano occupazionale, il turismo a cui la Riviera contribuisce all’80%

Dal territorio della provincia di Rimini si coordina la mobilitazione della costa Emiliano Romagnola contro i progetti relativi alla ricerca ed estrazione di idrocarburi nel Mar Adriatico. Associazioni e privati cittadini sottoscrivono una nota inviata alla Regione Emilia Romagna, chiamata a presentare ricorso d’urgenza (entro il 5 Luglio) al TAR del Lazio contro i decreti attuativi della Legge, 11/11/2014 n° 164 (noto come Sblocca Italia). Secondo i promotori del 'no', la strategia che il decreto propone è scarsamente lungimirante e priva di senso economico, scientifico e politico. Si mette infatti a rischio la più grande industria regionale e volano occupazionale, il turismo a cui la Riviera contribuisce all’80% con un volume di affari annuo di 8 miliardi di euro e con 8 mila persone direttamente occupate, per consentire a un pugno di multinazionali utili enormi in un settore a basso tasso occupazionale.

"A tutto questo - scrivono in una nota stampa - si aggiungono gli impatti negativi su ambiente e salute di tutti. Senza scomodare i recenti casi di disastro ambientale accidentale (si veda lo sversamento del 2010 nel Golfo del Messico), conseguenze negative emergono già in fase di ricerca e regolare esercizio: a partire dalle prospezioni con la tecnica dell’air-gun che danneggiano pesantemente gli ecosistemi marini, portando peraltro a diminuzioni del pescato anche fino al 50%; per continuare con un inquinamento di fondo in fase di esercizio che, soprattutto in un mare chiuso e a basso fondale come l’Adriatico, rischia di compromettere ancora di più un ecosistema già pesantemente stressato; fino all’aumento del rischio sismico ed erosivo della costa, dovuti al fenomeno della subsidenza indotta dalle perforazioni.
Il tutto per sfruttare riserve minime, che agli attuali tassi di consumo basterebbero a soddisfare appena qualche mese del fabbisogno italiano, in un momento storico in cui la convenienza economica del modello basato su energie rinnovabili ed efficienza energetica è in vertiginosa crescita complice la riduzione dei costi, la maggior sicurezza di approvvigionamento e la necessaria lotta ai cambiamenti climatici".

"Un modello pronto a scalzare definitivamente quello fossile - conclude la nota - in un anno in cui al consenso scientifico si va a sommare quello morale di Papa Francesco con l’enciclica “Laudato Sì” e che vede avvicinarsi un momento decisivo per la sottoscrizione impegni vincolanti da parte di tutti i Governi al vertice internazionale sul clima COP21 di Parigi. Rimini ed Emilia Romagna sottoscrivano questo cambiamento ineluttabile, chiedendo fin da ora di puntare su uno sviluppo sostenibile e con potenziale ricaduta ben maggiore sul territorio in termini economici, di posti di lavoro generati, di benessere e di adeguata valorizzazione delle sue risorse".

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