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Cronaca

Truffa dei bonus statali, i principali indagati raccontano la loro versione al Gip

Quasi tutti hanno deciso di parlare durante l'interrogatorio di garanzia che si è svolto nella giornata di giovedì nel Tribunale di Rimini

Sono comparsi davanti al gip, per l'interrogatorio di garanzia, i principali imputati dell'operazione "Free credit" della Guardia di Finanza che ha smascherato una truffa da 440 milioni di euro ai danni dello Stato nell'ambito dei bonus per la ristrutturazione e in quello dei sostegni per gli affitti. Tutti hanno fornito le loro versioni in base ai 53 capi d'accusa presenti nell'ordinanza che ha visto, nella giornata di lunedì scorso, i militari delle Fiamme Gialle eseguire 35 misure cautelari personali di cui 8 in carcere e 4 ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta che vede coinvolte a vario titolo 56 persone. Secondo quanto emerso il commercialista riminese Stefano Francioni, difeso dall'avvocato Moreno Maresi, ha ribattuto punto su punto alle domande che gli sono state poste dal gip e dall'accusa. Il gestore dell'hotel Saxon di Rimini, Giuseppe Felice Guttadoro difeso dall'avvocato Piero Venturi, ha ribadito la sua estraneità alle accuse spiegando di essersi limitato a mettere in contatto l'imprenditore Nicola Girolamo Pasquale Bonfrate con Sabatino Schiavino (entrambi arrestati) dal momento che con quest'ultimo vantava un rapporto di conoscenza. Entrambi, poi, sono stati presentati al commercialista Francioni ma l'albergatore ha spiegato di non essere a conoscenza di quanto fatto da loro. Guttadoro ha quindi spiegato di aver avuto a che fare solo coi crediti d'imposta per le locazioni e di essere estraneo a quelli per le ristrutturazioni. In merito ai contanti che gli sono stati trovati, ha spiegato di essere i risparmi di una vita che non poteva affidare alle banche in quanto già protestato. Nicola Girolamo Pasquale Bonfrate, difeso dall'avvocato Gianluca Filippone, ha a sua volta spiegato di non essere il "dominus" del gruppo a differenza delle accuse che gli vengono mosse. Il titolare del ristorante La Playa di Cesenatico ha rigettato anche le accuse che sono state addebitate alla sua compagna Imane Mounssif: non sarebbe stata una delle artefici della truffa per generare falsi crediti d'imposta delle società di cui erano amministratori.

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