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Cronaca

Tutte le mostre del Meeting 2011

Nove esposizioni allestite nei padiglioni della Fiera e un grande evento al Museo di Città in pieno centro storico a Rimini. Anche in questa XXXII edizione le mostre si confermano cuore pulsante del programma culturale del Meeting

Nove esposizioni allestite nei padiglioni della Fiera e un grande evento al Museo di Città in pieno centro storico a Rimini. Anche in questa XXXII edizione le mostre si confermano cuore pulsante del programma culturale del Meeting, con uno sguardo rivolto sempre ai temi più attuali, per un ricco ventaglio di eventi tra cui scegliere secondo gusti, interessi, inclinazioni, desideri.

 

Dopo due anni di pausa torna al Meeting l’appuntamento con le grandi mostre. Occasione è La Sapienza risplende. Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento, dal 21 agosto al 1 novembre 2011 nella cornice del Museo di Città. Nella mostra, curata da Lucia Arbace e da un folto comitato scientifico, verrà presentato un insieme assolutamente eccezionale di dipinti e sculture lignee di area abruzzese che coprono l’arco cronologico tra la fine del XII e gli inizi del XVI secolo.

 

Il loro restauro, dopo il terremoto del 2009,  è la prova di come le Soprintendenze d’Abruzzo si siano date da fare per restituire all’antico splendore e alla fruizione del pubblico, un patrimonio d’arte straordinariamente importante e amato, benché ancora troppo poco conosciuto, testimone di una sintesi di influssi di varia origine culturale e di una devozione profondissima, che si manifesta tuttora nelle processioni e nella presenza, in Abruzzo, di una fitta serie di santuari.

 

La mostra,  una ventina di esemplari di notevoli dimensioni, sarà caratterizzata dal forte accento sul quale si fonda il titolo, ripreso da un’epigrafe in calce alla superba Madonna duecentesca di Sivignano, “Nel grembo della Madre risplende la sapienza del Padre”.

 

In Fiera, inoltre, i visitatori del Meeting avranno a disposizione 1.600 metri quadri di mostre, per nove titoli.

Innanzitutto la mostra, insignita del logo ufficiale delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, 150 di sussidiarietà, che documenterà la ricchezza di una storia fatta di opere, iniziative e realtà sociali ed economiche, frutto di energia costruttiva, inventiva, sussidiarietà e solidarietà, con spunti di riflessione sull’attuale momento di crisi che sta vivendo il nostro Paese, di fronte al quale non basta richiamare l’importanza del rispetto delle regole, ma occorre scommettere sul desiderio e la capacità di ogni singola persona di costruire il bene comune.

 

Dal Bel Paese alla Terra Santa, Con gli occhi degli apostoli. Una presenza che travolge la vita (padiglione B5) ricostruisce il percorso che alcuni abitanti ebrei di Cafarnao, gli apostoli, hanno fatto dal primo incontro con Gesù di Nazareth fino al riconoscimento di fede che permise loro di arrivare a dare la vita per Lui, avvalendosi delle fondamentali conoscenze scaturite dagli scavi archeologici realizzati nell’ultimo secolo dai Padri Francescani della Custodia di Terra Santa (che concesso il suo patrocinio alla mostra) e dallo studio esegetico dei Vangeli.

 

E poi, ancora, la scienza sarà protagonista della mostra Atomo: indivisibile? Domande e certezze nella scienza (padiglione A1), a cura dell’Associazione Euresis. Una di quelle storie che hanno cambiato il cammino della scienza, esattamente cento anni fa. Oggi nessuno può ragionevolmente dubitare dell’esistenza degli atomi e della loro struttura nucleare. La mostra ripercorrerà le tappe principali che hanno portato a questo “punto di non ritorno”, rivisitando le domande che – dalle intuizioni degli antichi ai primi modelli ingenui dell’atomo – hanno condotto all’inizio del secolo scorso agli esperimenti decisivi di Ernest Rutherford e alla formulazione (1911) del suo modello atomico “planetario”.

 

Alcune esposizioni sono legate, per esempio, a grandi figure come nella  mostra «Cor ad Cor loquitur». La certezza di Newman, coscienza e realtà (padiglione A1) dedicata al cardinale convertitosi dall’anglicanesimo al cattolicesimo nel 1845 e recentemente beatificato nel corso della commovente cerimonia presieduta da Benedetto XVI a Birmingam. Ed è proprio raccogliendo la provocazione di Benedetto XVI, che nel suo viaggio in Inghilterra ha indicato il beato Newman come figura a cui guardare, soprattutto per la sua modernità, la mostra ripercorrerà il cammino della sua vita.

 

A un’esemplare testimone del cattolicesimo è dedicata l’esposizione San Carlo Borromeo. La casa costruita sulla roccia (padiglione C5), a cura dell’Arcidiocesi di Milano e della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, con il coordinamento generale di Giuseppe Bolis. Carlo Borromeo (1538-1584) è stato uno dei grandi maestri che hanno plasmato il volto del cristianesimo dei tempi moderni: insieme ad altri pionieri di un nuovo modo di mettere in rapporto l’intelligenza della fede e le sfide della realtà, sta all’inizio di una storia che ancora ci riguarda da vicino.

 

Tutto il fascino del poeta Boris Pasternak in «Mia sorella la vita»(padiglione C5). Simbolo per intere generazioni in Russia, nella mostra il racconto di una figura testimone che, se la vita è, al fondo, un dialogo ininterrotto con Dio, tutto ciò che accade assume il valore di una positività e di una bellezza.

 

L’antico Testamento è protagonista in “...e rivivrai. Il profeta Ezechiele, la crisi e la speranza” (padiglione A5); uno sguardo al popolo d’Israele e al profeta Ezechiele, che vissero una crisi molto simile a quella dei tempi odierni e la strada che ha permesso al popolo cristiano di attraversare ogni crisi con la letizia creativa che ha generato la storia a cui apparteniamo.

 

All’arte sono dedicate due mostre. La prima è “«Non sembiava imagine che tace». L’arte della realtà al tempo di Dante” (padiglione A5), con il coordinamento generale di Marco Bona Castellotti. All’inizio del Trecento, Dante mostra di essere consapevole di un fondamentale rinnovamento dell’arte europea che si realizzò tra i secoli XII e XIII all’insegna della riscoperta del naturalismo, inteso come volontà di rappresentare l’uomo, gli esseri animati e le cose così come appaiono nella loro presenza individuale. Il percorso della mostra sarà un viaggio attraverso l’arte della realtà al tempo di Dante.

Infine, “Ante gradus. Quando la certezza diventa creativa. Gli affreschi del Pellegrinaio di Santa Maria della Scala a Siena” (padiglione A1), a cura di Mariella Carlotti. Secondo la tradizione, alla fine del IX secolo, il ciabattino Sorore fondò in Siena l’Ospedale di Santa Maria della Scala per dare accoglienza ai pellegrini della via Francigena. Nel XV secolo, l’ospedale commissionò sulle due pareti lunghe della vasta aula di ingresso, un ciclo di affreschi che illustrassero per sempre e inequivocabilmente la sua storia e il suo scopo.

La mostra presenta il Santa Maria della Scala attraverso tali affreschi che documentano l’urgenza, sempre presente in un’opera nata con una forte impronta ideale, di ridire continuamente a se stessa e al mondo la propria origine e la propria responsabilità.

 

 

 

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