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Cronaca

Un medico, un ex broker e il sistema perfetto per truffare le assicurazioni

I due, insieme a una terza persona, erano riusciti a far ottenere risarcimenti per infortuni inesistenti

È di 14 persone indagate, di cui 3 finite agli arresti domiciliari, il bilancio dell'indagine portata avanti dall'Arma dei carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Rimini che ha permesso di scoprire un'articolata truffa ai danni delle assicurazioni che ha fruttato oltre 400mila euro. L'inchiesta, che ha analizzato gli anni dal 2013 al 2018, è partita dalla Procura quando gli ufficiali di polizia giudiziaria si sono resi conto che nei fascicoli di una serie di incidenti ricorrevano sempre gli stessi nomi e, in particolare, quello di un medico in servizio presso il pronto soccorso ortopedico dell'Infermi di Rimini. Sono così scattate le indagini dalle quali è emerso che, ad architettare il metodo per raggirare le compagnie assicurative, sarebbe stato un ex broker 58enne il quale, avvalendosi dell'amicizia con il dottore, aveva messo in piedi la truffa.

Operazione "Rischio zero"

Secondo quanto emerso, l'assicuratore reclutava persone bisognose o indigenti facendo stipulare loro delle polizze infortuni presso diverse compagnie. Immancabilmente, dopo la firma del contratto, nel giro di pochi mesi il beneficiario aveva un incidente e si presentava al pronto soccorso. Qui, grazie alla complicità del medico 62enne, veniva sottoposto alle visite del caso e veniva poi dimesso con prognosi importanti tutte firmate dal dottore. Forte della documentazione medica, il finto infortunato presentava la richiesta di risarcimento alle compagnie assicurative con le quali aveva stipulato il contratto e, queste, pagavano l'importo.

I finti "incidentati", sfruttando una falla della legge che permette di stipulare polizze con più compagnie, riuscivano ad incassare anche 7 risarcimenti per un singolo infortunio che non era mai avvenuto. Cifre considerevoli se, gli inquirenti, hanno stimato che qualcuno dei truffatori era riuscito a spillare anche 70mila euro. Secondo gli investigatori dell'Arma e della Finanza, tutto ruotava intorno al 58enne, che teneva una scrupolosa contabilità dei raggiri e che, allo stesso tempo, forniva il denaro per le polizze da stipulare certo di poterlo recuperare coi finti infortuni.

Sulla base dei dati, individuati dagli inquirenti in un computer sequestrato all'ex broker, la spartizione dei proventi veniva fatta col 30%, più le spese sostenute, che finiva nelle tasche del 58enne e il restante all'assicurato. Il medico, invece, aveva una sorta di tariffario che prevedeva fino a 300 euro per un certificato compiacente del pronto soccorso. Quest'ultimo, inoltre, secondo gli investigatori "lavorava" anche in proprio avvicinando le vittime di veri incidenti stradali che si presentavano all'Infermi per proporre loro di "ingigantire" le lesioni riportate al fine di ottenere un risarcimento più cospicuo dalle assicurazioni.

Oltre al medico e al broker, a finire agli arresti domiciliari è stato un 36enne campano, già noto alle forze dell'ordine per una lunga serie di reati, che in passato aveva già messo a segno truffe simili. Altre 11 persone, tutti i beneficiari del sistema truffaldino messo in piedi, risultano essere denunciati a piede libero. I militari della Guardia di Finanza, nella mattinata di venerdì, hanno anche eseguito una serie di perquisizioni e di sequestri per equivalente, fino alla cifra di 413mila euro, nei confronti di tutti gli indagati.

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