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Cronaca

Un progetto da due milioni per dare "nuova luce" al teatro Galli

L'obiettivo è quello di assicurare un teatro che, se anche storico, sia molto avanzato sotto il profilo tecnologico e delle performances

Compie un altro passo avanti l’intervento di ricostruzione del Teatro Amintore Galli. La Giunta comunale ha infatti approvato nell’ultima seduta il progetto esecutivo del quinto intervento, quello relativo agli apparati di completamento, ovvero le luci di sala e gli impianti speciali audio – video - luci di scena. Una dotazione tecnologica capace di garantire oltre all’accesso degli spettatori la rappresentazione di tutti gli spettacoli di lirica, musica, prosa e moderni che andranno in cartellone, che riguarda tutti apparati di completamento sia le luci storiche della Sala secondo il disegno del Poletti che gli impianti speciali audio, video, proiettori e altri luci di scena. L'obiettivo è quello di assicurare un teatro che, se anche storico, sia molto avanzato sotto il profilo tecnologico e delle performances, ed è per questo che è stato così costituito un gruppo specifico di progettazione che si è avvalso, oltre che dei tecnici dell’ente, di professionisti specialisti scelti sul mercato con gara pubblica, in grado di recepire le indicazioni fornite da operatori esperti per arrivare a predisporre il progetto esecutivo approvato dalla Giunta che consentirà di mettere in gara di appalto per la fornitura e posa degli apparati.

L'impianto audio-video

Nello specifico, gli impianti audio, video, proiettori e luci di scena che saranno messi in gara riguardano gli impianti di amplificazione e di rinforzo sonoro di sala; di riporti audio di palcoscenico; di registrazione; di chiamata audio camerini; la predisposizione per riprese broadcast; la gestione dei segnali audio/video/video pc; i sistemi di videoproiezione per teatro e sala polifunzionale; l’impianto di controllo integrato funzioni di sala; l’impianto di controllo e gestione luci di scena e di sala; l’impianto di intercomunicazione regie - palco; i monitor informativi per pubblico e tecnici. Una complessa dotazione di impianti speciali quindi, la cui scelta servirà a dotare il teatro e la sala polifunzionale di una serie impianti e risorse tecnologiche in grado di soddisfare le molteplici esigenze poste dagli standard della comunicazione odierna e generalmente richiesti da utenza privata a carattere professionale. Oltre a questo, tra gli obiettivi progettuali quello di ottenere un interfacciamento impianto-utente semplice ed intuitivo e che permetta di minimizzare le operazioni necessarie durante le sessioni d’uso, tramite sistemi e apparecchiature il più possibile automatizzate. Ciò consentirà di operare con la minima presenza di personale della struttura; di disporre di un’architettura d’impianto modulare ed espandibile, aperta a futuri sviluppi tecnologici; di garantire un ottima qualità di registrazione e riproduzione dei segnali audio, con particolare riguardo all’intelligibilità della riproduzione vocale e alla corretta provenienza delle informazioni sonore, privilegiando soluzioni in sintonia con l’aspetto estetico/architettonico delle sale; di garantire un’ottima qualità di ripresa e riproduzione dei segnali video, con particolare riguardo alla luminosità e definizione delle immagini proiettate.

Illuminazione: sulla scia del progetto del 1857

Accanto all’apparato tecnologico il tema dell’apparato di illuminazione storico. Per le luci storiche infatti è stato di grande interesse il percorso seguito dai tecnici progettisti del Comune di Rimini. Attraverso la documentazione storico-archivistica, minuziosamente è stata ricostruita la genesi delle scelte per la progettazione del lampadario di Sala il più fedele possibile a quello deciso dall’architetto Luigi Poletti nel 1857 dalla storia anch’esso travagliata. Fu infatti sottoposto a revisioni fin dalla prima installazione, proseguite poi nel tempo, in conseguenza del fatto che le richieste della committenze dell’epoca non erano sempre condivise dal Poletti stesso. L’architetto Poletti aveva proposto di introdurre un’illuminazione a gas come era usanza nei teatri più all’avanguardia, mentre per ragioni economiche fu adottata una illuminazione a olio che comportò anche una riprogettazione dei corpi illuminanti già definiti. Per l’ideazione e realizzazione del lampadario di sala, Poletti si rivolse al famoso produttore di lampadari monsieur Lacarrière di Parigi, il quale spedì alcuni disegni a cui l’architetto si sarebbe potuto ispirare. La volontà di Poletti era quella di creare un oggetto nuovo nel suo genere: ciò che lo doveva caratterizzare e rendere una “novità”, era sia la bellezza della struttura portante, un bastone centrale con 4 bracci girati in volute a sostegno di una raggiera della dimensione di 2,70 metri, che la presenza di elementi a cristallo che rendevano l’oggetto, così come lo definì, “gaio”. Il lampadario aveva un totale di 48 lumi a globo disposti in doppio giro. Era presente una tazza superiore decorata con 12 palmette da cui pendevano catene in cristalli. La parte inferiore mostrava 6 bracci di collegamento tra la raggiera e la struttura inferiore di sostegno del bottone. Abbiamo conferma di quest'ultima versione da un bozzetto dello stesso Poletti citato in una lettera al Gonfalone, dalla descrizione puntuale del materiale spedito da Parigi ed dall'unica immagine rinvenuta relativa al lampadario, seppur rimaneggiato nel 1928 per essere posizionato nella sala Ressi quando fu introdotta l'illuminazione elettrica. L'intervento prevede anche la fornitura e posa delle restanti luci di Sala riproponendo quelle originali, in stile con il lampadario in ottone. Si tratta di 24 candelabri a cinque luci al primo ordine di palchi alla quota del basamento dove sono presenti i grifoni, 8 applique a cinque luci al primo e secondo ordine di palchi di proscenio, 40 piantane a tre luci al primo e secondo ordine a cui si aggiungono 135 applique in ottone da posizionare negli ambulacri e nei corridoi. L’intero intervento avrà un costo di due milioni di euro finanziati sempre all’interno del finanziamento complessivo di 32 milioni circa previsti dal livello esecutivo del progetto per la Ricostruzione del Teatro di Rimini Amintore Galli approvato nel 2011.

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