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Cronaca

Una Messa in ricordo di Antonio Mosca ucciso dalla banda della Uno Bianca

Il sovrintendente della polizia di Stato perse la vita 27 anni fa dopo un conflitto a fuoco coi malviventi lungo l’autostrada A14

Nella mattinata di venerdì è stata deposta dal Questore di Rimini, Maurizio Improta, alla presenza del sig. Prefetto della Provincia di Rimini, Peg Strano Materia, una corona di alloro del Capo della Polizia ai piedi della lapide commemorativa posta sullo stabile intitolato ad Antonio Mosca, in occasione del 27° anniversario della sua scomparsa. Dopo la deposizione, la commemorazione è proseguita  con la Messa celebrata dal cappellano della Polizia di Stato, Padre Paolo Carlin, presso la Chiesa dei Paolotti alla presenza di numerose Autorità civili e militari e di numerosi colleghi. Il sovrintendente Mosca morì il 29 Luglio 1989, come conseguenza delle ferite subite in una sparatoria con tre criminali, membri della “Banda della Uno Bianca” il 3 ottobre 1987 sull’autostrada A14 all’altezza del casello di Cesena. Da tempo un commerciante di Rimini stava subendo richieste estorsive. L’uomo denunciò il tutto alla Polizia di Rimini ed un gruppo di agenti del Commissariato, guidato dal sovrintendente Antonio Mosca, organizzò un servizio per catturare i malviventi.

Secondo la telefonata degli estorsori l’auto dell’imprenditore avrebbe dovuto percorrere l’autostrada A14, fermandosi ad ogni cavalcavia e  quando avrebbe visto penzolare una corda vi avrebbe dovuto legare una valigetta contenente cinquanta milioni di lire. Gli agenti, a bordo della Fiat Panda dell’imprenditore e di una Alfa 33,  giunti sotto il cavalcavia vennero però accolti con decine di colpi di fucile a pompa esplosi dai banditi appostati sul cavalcavia e nel fossato costeggiante l’autostrada. Mosca ed altri due agenti rimasero feriti gravemente mentre uno degli agenti rimasto illeso rispose al fuoco trapassando il giubbotto di uno dei banditi il quale però riuscì a fuggire insieme ai complici. Il sovrintendente Antonio Mosca venne raggiunto da cinque pallettoni nel torace ed uno alla testa. Iniziò per lui un lento calvario ospedaliero, nel corso del quale gli vennero asportati due lobi del polmone destro e che terminò solo il 29 Luglio 1989 con la sua morte.

I  criminali fuggiti erano tre fratelli, due dei quali agenti di Polizia. In seguito accolsero nel loro gruppo altri tre agenti corrotti con i quali compirono numerosi delitti. Nel corso della loro carriera criminale, terminata con l'arresto ad opera del Commissariato di Rimini  nel novembre 1994 uccisero 24 persone  e ne ferirono altre 102. Uno dei poliziotti che li arrestò era l’unico agente rimasto illeso nella sparatoria sull’autostrada A14, colui che con un proiettile aveva trapassato il giubbotto di uno dei banditi. E’ auspicio di tutti l’intitolazione di un luogo simbolo della città di Rimini alla memoria del poliziotto caduto.

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