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Cronaca

Unioni omosessuali, in commissione comunale la proposta

Gnassi: "Al di là di tutto, e al di là di ogni opinione, mi permetto di dire che, finalmente, il tema dei diritti pieni e liberi tra persone viene assunto nella sua interezza e completezza da Rimini"

Mercoledì prossimo verrà discusso in commissione comunale la proposta di ‘Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili’. Dopo l’approvazione in consiglio comunale della proposta deliberativa, l’amministrazione comunale ha redatto il documento che va a istituire il registro amministrativo delle unioni civili, andando a tutelarle e sostenerle per superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto della comunità riminese. 

"Isolo due elementi precisi della proposta di regolamento - ha commentato il sindaco, Andrea Gnassi - il rilascio dell’attestato di ‘unione civile basata su vincolo affettivo’ e la richiesta di iscrizione nel registro da parte di ‘due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso’. Al di là di tutto, e al di là di ogni opinione, mi permetto di dire che, finalmente, il tema dei diritti pieni e liberi tra persone viene assunto nella sua interezza e completezza da Rimini. E per Rimini. Il regolamento del Comune di Rimini, con il suo prossimo passaggio in commissione e subito dopo in consiglio comunale, cade negli stessi giorni in cui, nelle commissioni del Parlamento Italiano, transita la legge sulle unioni civili. Una legge richiesta a gran voce negli ultimi mesi da molti sindaci, io compreso, per oltrepassare quegli ostacoli burocratici e quelle ambiguità normative che impedivano concretamente di fare passi avanti concreti nella direzione di equiparare il nostro Paese alla più avanzate e civili democrazie europee in materia di diritti alla persona".

"La vicenda dei matrimoni all’estero da iscriversi alle anagrafi comunali ne è perfetta testimonianza - conclude il primo cittadinouna confusione assoluta tra giuste scelte dei sindaci e susseguenti annullamenti dei Prefetti o dei Tribunali, esponendo le persone coinvolte a una dolorosa ‘giostra’ anche mediatica e catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica esclusivamente sugli aspetti polemici dell’argomento. Se il pressing dei sindaci sta producendo effetti positivi sul Parlamento Italiano; e alla vigilia di un passaggio amministrativo importante sia per il Comune che, soprattutto, per la comunità locale; dico che ogni partito, e ogni esponente politico, dovrebbe fare la corsa per mettere diritti e non piuttosto la corsa a mettere il proprio timbro per visibilità personale. Su un tema tanto delicato e tanto intrecciato alle relazioni umane fondamentali, il nostro compito è quello di fare le cose seriamente, e non limitarci agli atti simbolici o di testimonianza o prodursi in corse politiche o partitiche per intestarsi l’imprinting della battaglia. Alle donne, agli uomini, alle ragazze che ho personalmente incontrato, non interessa tanto questo ma avere diritti e opportunità vere e concrete. Fare le cose seriamente vuole dire, allora, portare a casa il risultato: quello di un Paese che vada oltre le proprie arretratezze e i balbettii e tuteli i diritti di tutte le persone, senza alcuna distinzione, garantendoli. E il nostro regolamento sarà più forte e concreto perché accompagnerà la necessaria, e obbligatoria, presa di coscienza del Parlamento Italiano”.

Afferma Marco Tonti, presidente Arcigay "Alan Turing" Rimini: "Le dichiarazioni del Sindaco Andrea Gnassi sono molto apprezzabili perché chiariscono che il riconoscimento delle famiglie omosessuali è un obiettivo irrinunciabile e uno strumento di accettazione sociale e di lotta alle discriminazioni. Ma l'istituto delle unioni civili (e a maggior ragione il registro comunale) per quanto importante parte già menomato di moltissimi diritti, e anche dopo la sua approvazione continuerà a essere ingiusto che persone legittimamente sposate fuori dall'Italia non possano avere riconosciuti pienamente i loro diritti. Né il registro né le unioni civili potranno quindi minimamente sostituire le trascrizioni, attraverso le quali altro non si fa che registrare l'avvenimento di un fatto: il matrimonio celebrato all'estero. Il tema trascrizioni perciò rimane aperto, soprattutto sulla base della recente sentenza del Tar del Lazio che stabilisce che era illegittimo per i prefetti cancellare le trascrizioni, eliminando il conflitto tra poteri dello stato dalle ragioni del rifiuto. Il sindaco, comunque, già da ora avrebbe il potere di effettuare delle trascrizioni non cancellabili dai prefetti, qualora gli venissero richieste".

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