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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I veterinari liberano la capriola rimasta "ingabbiata" all'aeroporto Fellini, prima notte in montagna

Il Centro recupero animali selvatici: "Le auguriamo tanta fortuna ed un bel fidanzato montanaro con cui metter su famiglia"

Aveva catturato l'attenzione di ambientalisti e animalisti. La scorsa estate la volevano abbattere. Invece giovedì (10 marzao) è andata a lieto fine la storia della capriola che era rimasta "imprigionata" tra le reti dell’aeroporto Federico Fellini di Rimini. Dopo un iniziale tentativo di sedare l’animale, il veterinario del Cras (Centro recupero animali selvatici) Danilo Lanci, ha preferito non utilizzare l’arma per evitare che l’animale, molto veloce sul terreno, riportasse danni.

È stata quindi montata la rete di cattura con cui, in pochi minuti, l’animale è stato messo in sicurezza. Poi il viaggio verso i territori protetti del Parco del Sasso Simone e Simoncello per la liberazione. La navetta, la marca auricolare posta sull’orecchio della capriola, le consentirà di essere riconosciuta come animale non cacciabile. Grazie all’impegno dello Stapc di Rimini, alle guardie  volontarie del raggruppamento provinciale e di Soriani e Gigliotti, rispettivamente direttore ed agronomo dell’Ente Parco, tutto è filato via liscio e la bella capriola già dalla scorsa notte ha dormito nel bosco. "Le auguriamo tanta fortuna ed un bel fidanzato montanaro con cui metter su famiglia", scrive il Cras.

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