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Cronaca

Video hard all'insaputa di lei durante il lockdown, giudice assolve i coinquilini che avevano trasformato la casa nel Decamerone

Tre ragazzi e una ragazza avevano deciso di affrontare la pandemia chiudendosi in un appartamento, per i maschietti la vicenda è finita in tribunale con le accuse di violenza sessuale di gruppo e revenge porn

Sembra essere tratta dal Decamerone di Boccaccio la vicenda che ha visto protagonisti quattro ventenni, tre ragazzi tra i 19 e i 21 anni e una ragazza 19enne, che alla vigilia del lockdown di aprile 2020 si erano rinchiusi in un appartamento di proprietà di uno di essi per superare la pandemia ma per i tre maschietti la vicenda è finita in tribunale con le accuse di violenza sessuale di gruppo e revenge porn. Il gruppo, tutti riminesi, erano andati a convivere con l'obiettivo di affrontare insieme le insidie dell'isolamento ma in una notte di bisbocce con l'alcol che scorreva a fiumi la ragazza era crollata nel letto dormendo profondamente e secondo quanto poi denunciato era stata abusata dai coinquilini. Secondo la versione di lei, approfittando del fatto che si trovava senza biancheria intima i ragazzi ne avevano approfittato sollevando le coperte e filmando le sue parti intime con un cellulare mentre compivano atti sessuali.

Il giorno dopo, passata la sbornia, la 19enne aveva trovato casualmente il filmato mentre utilizzava lo smartphone dell'amico e in quell'occasione gli avrebbe chiesto semplicemente di cancellare il video cosa che venne fatta. Terminata la convivenza, però, nel luglio dello stesso anno la giovane si era presentata in Questura per denunciare gli ex coinquilini di averla abusata e come prova fornì una copia del filmato incriminato. Le indagini della polizia di Stato, quindi, avevano portato al sequestro dei telefonini dei giovani ma dalle analisi era emerso che il filmato non era mai stato diffuso al di fuori della cerchia di due dei maschi e che era stato effettivamente eliminato all'indomani di quando era stato girato. La posizione del terzo ragazzo era stata quindi subito archiviata. Questo, oltre ad alcune incongruenze nel racconto della presunta vittima, avevano portato il pubblico ministero a chiedere l'archiviazione della denuncia anche per gli altri due.

Una decisione al quale il legale della 19enne, Giordano Fabbri Varliero, si era opposto e il gip Manuel Bianchi aveva così disposto l'imputazione coatta per i due indagati difesi dagli avvocati Enrico Graziosi e Gianluca Sardella. Erano stati gli stessi legali a parlare del clima boccacesco che si era instaurato nell'appartamento con uno stile di vita di estrema libertà tanto che, secondo gli imputati, non ci sarebbe stato nessun atto sessuale senza il consenso della vittima che si sarebbe svegliata e non si sarebbe opposta a quello che stava accadendo, Una versione ritenuta credibile dal gip Raffaella Ceccarelli che ha assolto i due ragazzi perchè il fatto non sussiste per quanto riguarda la diffusione del video il fatto non costituisce reato per quanto riguarda la presunta violenza sessuale di gruppo. Nella sentenza, inoltre, il giudice ha anche respinto la richiesta di risarcimento danni di 50mila euro avanzata dalla parte civile.

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