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Cronaca Rivazzurra / Viale Brindisi

Violentata sul lungomare da un ubriaco, i passanti ignorano le sue richieste di aiuto

La vittima, una lucciola romena, è stata aggredita nella notte tra giovedì e venerdì da un nordafricano che, dopo averla scaraventata a terra, ha cercato di trascinarla in spiaggia. Salvata dall'intervento di una pattuglia della polizia

Ubriaco fradicio, ha notato una lucciola che aveva appena finito di "lavorare" in via regina Margherita e, in preda ai fumi dell'alcol, ha cercato di violentarla tra l'indifferenza dei passanti. A dare l'allarme sono state due ragazze, anch'esse delle lucciole, che erano al telefono con la vittima quando è stata aggredita. Tutto è iniziato verso le 4 quando una pattuglia delle Volanti stava transitando lungo viale regina Elena e, all'altezza della fermata dell'autobus numero 24 in via Portofino, ha notato sul ciglio della strada due ragazze che, in pigiama, urlavano per attirare l'attenzione degli agenti. L'auto della polizia si è fermata e le due hanno raccontato di essere al telefono con una loro amica che, poco più avanti, stava venendo violentata da uno sconosciuto. La ragazza col telefono è stata fatta salire sulla pattuglia e, senza mai interrompere la telefonata, ha guidato gli agenti alla fermata numero 26 dell'autobus, all'altezza di via Brindisi, dove stava avvenendo la violenza. Quando gli agenti sono arrivati sul posto, davanti ai loro occhi si è presentata una scena terribile: una ragazza stesa a terra e, sopra di lei, un uomo che la stava tenendo bloccata sull'asfalto mentre la picchiava a sangue mentre, intorno, alcuni automobilisti si erano fermati per assistere alla scena. I poliziotti sono intervenuti immediatamente bloccando l'uomo, che in seguito è stato identificato per un marocchino 38enne con precedenti specifici di violenza sessuale, per poi ammanettarlo e metterlo in sicurezza all'interno della Volante mentre è stato richiesto l'intervento di un'ambulanza del 118 per soccorrere la vittima che è stata trasportata all'Infermi dove, i medici, le hanno diagnosticato delle policontusioni da aggressione.

Il marocchino è stato portato in Questura dove, poco dopo, è arrivata anche la vittima per ricostruire quanto accaduto. La ragazza, una lucciola romena di 24 anni, ha raccontato agli inquirenti che verso le 4 aveva terminato di "lavorare" sul lungomare ed era tornata nella stanza del residence, che condivide con altre due prostitute, per cambiarsi e, avendo fame, era poi uscita per andare a mangiare qualcosa in un bar aperto tutta la notte. Durante il tragitto, la 24enne aveva chiamato una delle "colleghe" per fare quattro chiacchiere e, mentre si trovava al telefono, si è accorta di essere seguita dal nordafricano ubriaco. Il marocchino, con con insistenza, le ha chiesto un rapporto sessuale ma, al rifiuto della romena, l'uomo è andato su tutte le furie. "Mi ha afferrato con una mano al collo per poi sferrarmi un calcio al fianco destro - ha raccontato la romena alla polizia. - Ha poi cercato di trascinarmi verso la spiaggia mentre mi toccava le parti intime". Il tutto con l'amica della lucciola che, altro capo del telefono, seguiva in diretta l'intera scena e, alle grida di aiuto della 24enne, si è precipitata in strada in cerca di qualcuno che potesse intervenire e fermare la violenza.

Nel giro di pochi minuti, tuttavia, grazie anche al provvidenziale passaggi in strada della pattuglia il marocchino è stato bloccato prima che si potesse consumare lo stupro. "In quel momento c'erano anche altri veicoli che passavano in strada - ha poi aggiunto la vittima - ma, nonostante le mie grida, nessuno si è fermato per aiutarmi. Mentre ero stesa a terra, con l'uomo sopra di me, un passante era fermo a un distributore di sigarette e, quando ha visto la scena, è ritornato in auto ed è ripartito come se nulla fosse". Il marocchino, regolare in Italia ma senza fissa dimora e vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, è stato arrestato con le accuse di resistenza, lesioni, violenza sessuale aggravata e tentata rapina. Al termine degli accertamenti di rito, è stato poi trasferito nel carcere dei "Casetti" a disposizione della magistratura.

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