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Cronaca

In Questura arriva il "Protocollo Zeus": rieducare gli uomini ai primi segnali di violenza sulle donne

Accordo tra la polizia di Stato e i centri specializzati nel contrasto alla violenza e per i conflitti interpersonali, la dottoressa Lavezzaro: "Una rieducazione immediata abbassa sensibilmente il tasso di recidiva"

E' stato attivato anche nella Questura di Rimini il "Protocollo Zeus" un accordo, fortemente voluto dalla dottoressa Rosanna Lavezzaro alla guida della polizia di Stato riminese, tra gli inquirenti e i centri anti-violenza con i prime che entrano in gioco per bloccare sul nascere le escalation di sopprusi nei confronti delle donne prima che possa accadere il peggio. Il protocollo, infatti, viene attivato nei confronti di un soggetto maltrattante o di uno stalker nel momento in cui si rende protagonista di un comportamento che potrebbe sfociare in violenza, ma non è ancora un reato. In questo caso il questore emette un "ammonimento", ossia una sorta di "cartellino giallo" per intimare all’uomo di interrompere qualsiasi forma di aggressione, anche verbale. Invitandolo, allo stesso tempo, a seguire un percorso di recupero trattamentale a cura di un team di professionisti presso un Cipm, ossia un centro specializzato nel contrasto alla violenza e per i conflitti interpersonali. La vittima deve esporre i fatti a qualsiasi ufficio di Polizia o Carabinieri e avanzare richiesta al Questore di ammonimento nei confronti dell’autore delle condotte persecutorie o della violenza domestica. Il Questore, verificati i fatti, adotterà il provvedimento e l’autore verrà diffidato alla prosecuzione delle condotte. Quando il Questore ammonisce un soggetto non si limita alla semplice notifica di un atto, ma entra nel cuore di ogni singola situazione offrendo contestualmente la possibilità di uscire da quella spirale di rabbia senza controllo.

Grazie al Protocollo Zeus questo percorso così prezioso è totalmente gratuito per chi è invitato a prendervi parte. L’obiettivo è aiutare le persone a capire la causa dei propri errori e cercare di correggerli prima che l’aggressività degeneri in violenze sempre più pericolose. La percentuale di ammoniti che hanno aderito al trattamento e che sono, successivamente, risultati recidivi (cioè sono stati denunciati per maltrattamenti in famiglia o atti persecutori) è stata, in media, dell’11%; quindi circa il 90% di questi non commette ulteriori comportamenti violenti dopo aver seguito tale percorso. In nessuno dei casi di femminicidio registrati quest’anno al presunto autore era stato irrogato un ammonimento o altra misura di prevenzione.

"I dati - ha spiegato la dottoressa Lavezzaro - ci indicano come il tasso di recidiva dei 'sex offender' è altissimo ma, dopo un percorso riabilitativo, questo cala sensibilmente. Questo protocollo prende in considerazione l'autore dei maltrattamenti e, andando alla radice dei problemi che lo hanno portato a compiere determinate azioni, è possibile aiutarlo prima di entrare in una spirale che potrebbe sfociare con un femminicidio. Averlo introdotto a Rimini è stato un desiderio fin da quando ho preso servizio in questa sede quando, proprio in quel periodo, i miei primi tre mesi sono coincisi con altrettanti femminicidi. Mi preme sottolineare, inoltre, come il protocollo sia un accordo tra la Questura e le associazioni specializzate nell'aiutare le vittime delle violenze e gli uomini aggressivi e che ha come partner il Comune di Rimini". "Sentiamo sempre più l'esigenza di un lavoro sugli uomini - ha aggiunto la vice sindaco di Rimini, Chiara Bellini. - Siamo molto fiduciosi sugli effetti di questo accordo che da più speranze di riuscita e rappresenta un altro piccolo mattone per il contrasto alla violenza sulle donne". 

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