Violentata dopo la festa a base di alcol e narghilè, chiesto il rinvio a giudizio dell'amico
La presunta vittima si sarebbe ritrovata nuda nel letto del ragazzo in un albergo che non era il suo non ricordando nulla di quanto accaduto nella notte
Il pubblico ministero Davide Ercolani ha chiesto il rinvio a giudizio per un sudamericano 33enne, residente a Milano e difeso dall'avvocato Antonio Caracciolo, accusato di violenza sessuale nei confronti di una 23enne riminese. Il presunto stupro sarebbe avvenuto nell'agosto del 2021 quando la ragazza aveva conosciuto il giovane, in vacanza in Riviera con degli amici, nel locale dove lavorava presentati da una conoscenza in comune. Durante la serata, secondo il racconto della presunta vittima, il ragazzo si sarebbe dimostrato molto interessato a lei con una serie di avances alle quali si era poi aggiunto un invito a cena per il giorno successivo. Appuntamento che la 23enne aveva accettato coi due che si erano scambiati i numeri ma, nel frattempo, la festa era andata avanti e al termine del turno di lavoro la ragazza aveva raggiunto il gruppo del 33enne in un albergo. Qui si erano aggiunte anche tre ragazze e, sulla terrazza della struttura ricettiva, la festa era proseguita tra scherzi, bottiglie di vino e un narghilè. Tra la riminese e il sudamericano ci sarebbe stato anche un bacio avvenuto in ascensore e, per tutta la notte, il ragazzo avrebbe proseguito con le sue avances ma a un certo punto la riminese avrebbe imposto uno stop tanto che ne era nata una discussione.
Questo è l'ultimo dettaglio che la presunta vittima ricorda di quella serata e, il buio, è proseguito fino a quando alla mattina si era svegliata nuda in un letto non suo nella stanza del 33enne che dormiva al suo fianco. Come ha poi raccontato la 23enne agli inquirenti in sede di denuncia, la ragazza si era sentita male con un dolore allo stomaco e un forte mal di testa ma, nonostante questo, aveva lasciato la stanza per andare a chiedere aiuto all'amico chiedendogli di colmare quel vuoto che aveva nella mente per cercare di capire cosa era successo. La presunta vittima si era confidata anche con un'amica e, dopo due giorni, si era recata in pronto soccorso col forte sospetto di essere stata abusata. Una incertezza poi confermata dai sanitari dell'Infermi che, al termine degli accertamenti ginecologici, avevano chiesto l'intervento delle forze dell'ordine.
Al termine delle indagini, quindi, per il 33enne è stato richiesto il rinvio a giudizio per aver abusato della ragazza approfittando del suo stato di inferiorità psichica dovuto all'alcol; un'accusa sulla quale dovrà decidere il gip per far partire il processo.