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A Sigep il cono gelato del futuro

Svelati nel corso del Sigep i due progetti che si sono aggiudicati le borse di studio messe in palio da Carpigiani Gelato University e Babbi per la progettazione del cono-gelato del futuro

Il contest Designing Gelato Cone Evoution ha i suoi vincitori. Svelati nel corso del Sigep i due progetti che si sono aggiudicati le borse di studio messe in palio da Carpigiani Gelato University e Babbi per la progettazione del cono-gelato del futuro: Matteo Memmi e Marco Forbicioni (sezione creatività) ed Enrico Ippoliti (sezione fattibilità industriale). Primo premio per la sezione “creatività” tre settimane di corso alla Carpigiani Gelato University, mentre per la sezione “Fattibilità Industriale” Babbi ha messo in palio una borsa di studio del valore di 2.500 euro.

“Designing Gelato Cone Evolution – spiega Andrea Cocchi, Direttore Generale del Carpigiani Group, co-sponsor del Premio -, di cui il designer londinese Tom Dixon e Babbi sono stati eccezionalmente giudici, ha raggiunto l’ambizioso obiettivo di creare una connessione sempre più stretta tra mondo del design e mondo del gelato. Nel 110esimo anniversario della creazione del cono gelato ad opera di Vittorio Marchioni (1903), tanti giovani designer hanno voluto disegnare un contenitore innovativo per il gelato, combinando praticità ed estetica, ma la forma originaria non è stata messa in discussione”.

“Siamo andati a lavorare sullo sgocciolamento – spiegano Marco Forbicioni e Matteo Memmi di Santa Design Studio, vincitori del Premio Creatività -, che abbiamo riconosciuto come problema principale del cono, in sé concettualmente perfetto  Abbiamo pensato di deviare le gocce all'interno del cono, evitando così ai mangiatori di gelato di sporcarsi mani e vestiti e rendendo il cono buono fino all'ultimo morso”.

“L'idea da cui siamo partiti – dettaglia Simone Mosé Boffi, collaboratore al progetto di Enrico Ippoliti, vincitore del Premio Fattibilità industriale - è stata rendere l'oggetto cono comune alle altre forme che si trovano nei bar, dal bicchiere alla tazzina di caffè: abbiamo voluto renderlo “appoggiabile”. Siamo poi andati oltre l'omologazione, cercando una linea interessante e affusolata, in grado di segnalare l'importanza dell'oggetto valorizzandone allo stesso tempo il contenuto”.

“Abbiamo intenzione di realizzare questo progetto in concreto, e desidero complimentarmi con tutti i partecipanti – dice Gianni Babbi, presidente di Babbi - Purtroppo per questioni di fisica non tutti i progetti possono essere realmente prodotti, ma siamo stati onorati di scorgere tanto interesse in questo settore da parte del mondo del design”.

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