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Amianto, dal '96 al 2011 sono 1675 i decessi in Emilia-Romagna

Tra gennaio 1996 e dicembre 2011, risultano 1.675 casi di mesotelioma maligno in Emilia-Romagna, il 90,5% dei quali (1.516) in sede pleurica. Tra questi ultimi ci sono stati 1.309 decessi (86,3%)

Tra gennaio 1996 e dicembre 2011, risultano 1.675 casi di mesotelioma maligno in Emilia-Romagna, il 90,5% dei quali (1.516) in sede pleurica. Tra questi ultimi ci sono stati 1.309 decessi (86,3%), 967 le vittime maschio e 342 le femmine. In particolare dal 2010 a oggi i decessi registrati sono stati 175: 99 nel 2010, 75 nel 2011 e uno nel 2012. Il tasso medio regionale è di 2,9 per 100 mila residenti nei maschi e di uno nelle femmine, in entrambi i casi al di sotto del tasso medio nazionale che è di 3,4 nei maschi e 1,1 nelle femmine. Mostrano valori leggermente superiori al dato medio nazionale, per i maschi, le province di Reggio Emilia (3,7), Ferrara (3,6), Piacenza (3,5). Per le femmine si registrano valori più alti nelle province di Parma (1,9), Piacenza (1,4) e Reggio Emilia (1,3).

Sono alcuni dei dati provenienti dal Registro mesoteliomi della Regione Emilia-Romagna riferiti oggi in Aula dall’assessore regionale alla Salute, Carlo Lusenti, in risposta ad un’interrogazione presentata durante il question time da Liana Barbati dell’Idv. La consigliera, anche in relazione alla recente sentenza di condanna dei vertici Eternit, ha chiesto chiarimenti sulla situazione in Emilia-Romagna dove il problema dell’amianto - ha detto - “è molto presente”. “Il mesotelioma maligno - ha ricordato - è infatti un tumore raro ma di grande interesse scientifico per la ben documentata correlazione con un’esposizione professionale ambientale all’amianto”.

Solo 13 Regioni hanno attualmente approvato un piano regionale amianto e tra queste l’Emilia-Romagna, ha ricordato con soddisfazione Barbati, anche se “resta ancora molto da fare”. Dal 23 dicembre 2011 - ha fatto presente - le attività di bonifica sul territorio regionale per la rimozione completa del materiale contenente amianto in edifici pubblici e privati aperti al pubblico ha riguardato 622 siti, su un totale di 1.198 mappati inizialmente.

A questo proposito, Lusenti, in risposta alla domanda di Barbati che chiedeva notizie sulla tempistica prevista per la bonifica dei 576 siti non ancora messi in sicurezza, ha ricordato che la norma nazionale (D.m. 6/09/1994) non prevede l’obbligo da parte del proprietario di un edificio di comunicare all’Ausl la presenza di amianto compatto e di rimuovere lo stesso, mentre stabilisce che il proprietario sia tenuto a valutare il rischio di esposizione per gli occupanti dell’edificio e a mantenere il materiale in buone condizioni di conservazione. Pertanto - ha detto l’assessore - non sono prevedibili i temi di bonifica dei rimanenti siti evidenziati dalla mappatura.

Per quanto riguarda infine eventuali episodi di abbandono di rifiuti contenenti cemento amianto occultati nel sottosuolo, di cui sempre la consigliera ha chiesto notizia, Lusenti ha reso noto che al momento la ricognizione che stanno svolgendo le Province in merito agli interramenti non è conclusa; in ogni caso, i dati finora forniti da Ravenna, Forlì e Ferrara rilevano un solo caso nel comune di Copparo (Fe). L’amianto in questione è stato smaltito e sono state effettuate analisi di controllo lungo le pareti dello scavo. In generale, nel 2011 nel territorio regionale è stato necessario intervenire in 46 casi di abbandono rifiuti contenenti amianto.

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