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Economia

Caldo torrido, freddo fuori stagione e scarse piogge hanno compromesso tutte le colture

Annata da dimenticare per gli agricoltori con tutte le produzioni che segnano un calo, per l’apicoltura si registra l’annata più critica del decennio

L’annata agraria 2021 (novembre 2020/ottobre 2021) è stata caratterizzata da notevoli criticità meteorologiche che hanno causato conseguenze molto serie sulle produzioni, in particolari per quelle più importanti per il territorio riminese come olio e vino. E’ la fotografia che emerge dall’Annata agraria di Cia Romagna, il tradizionale rapporto sui comparti e sulle colture delle aree del ravennate, forlivese-cesenate e riminese, presentata ieri pomeriggio dall’associazione (volume completo e slide a questo link: https://emiliaromagna.cia.it/annata-agraria-della-romagna-2021).

Le imprese agricole attive in provincia di Rimini sono 2.422 (il 7,0% del totale delle imprese attive in provincia), con una riduzione dello 0,3% rispetto al 30 settembre 2020. Le imprese femminili agricole sono 539 (+7 unità rispetto ai 12 mesi precedenti), rappresentano il 7,1% sul totale delle imprese femminili e circa un quinto (il 22,3%) delle imprese del settore. Le imprese giovanili agricole sono 111 (il 4,5% sul totale delle imprese giovanili), sono sostanzialmente stabili nei 12 mesi precedenti (erano 109 al terzo trimestre 2020) e costituiscono il 4,6% delle imprese del settore. Nel 2020 gli occupati in agricoltura in provincia di Rimini sono risultati complessivamente 2.883 di cui il 60,4% sono dipendenti (52,4% in Emilia-Romagna e 54,3% a livello nazionale). Il settore impiega il 2,0% degli occupati totali provinciali (il 4,1% a livello regionale e il 4,0% a livello nazionale).

L’andamento termico dell’anno è stato caratterizzato da temperature medie superiori alla norma climatologica, anche se con delle opportune distinzioni: il mese di aprile è stato uno dei più freddi dell’ultimo trentennio. Le precipitazioni sono risultate molto scarse caratterizzando l’annata come la seconda più secca dal dopoguerra dopo quella del 1988. Peraltro, anche l’annata 2020 fu contraddistinta da una piovosità molto bassa, col risultato che per 2 anni consecutivi la pioggia è stata scarsa e anche mal distribuita spazialmente e temporalmente.

Olivo. La produzione olivicola dell’area riminese, dopo la buona produzione del 2020, vede una forte diminuzione, soprattutto a causa della forte siccità. Si stima per il 2021 intorno ai 20.000 quintali, circa -40% rispetto al 2020 e una resa percentuale media in olio fra il 13% e il 14%. Di contro la qualità del prodotto si preannuncia ottima. Per quanto riguarda la Dop “Colline di Romagna”, che riguarda quasi 70 ettari nelle province di Rimini e Forlì-Cesena, si ipotizza la produzione di circa 600 quintali di oliva che corrispondente a circa 7 mila kg di olio Dop “Colline di Romagna”.

Vino. Il riminese segna una riduzione degli ettari in produzione che passano a 1.693 dai 1.788 del 2020. Le viti hanno dovuto affrontare una lunga fase di stress idrico riportando danni fogliari evidenti in particolare nei vigneti collinari. Si stima complessivamente un -20-25% per le uve precoci a bacca bianca (Pinot, Chardonnay e Sauvignon). Il Trebbiano di pianura sconta il caldo con un -30% e anche più. Buono il germogliamento del Pignoletto di Romagna (Rebola colli di Rimini), che però in alcuni casi ha subìto fenomeni di colatura e segna un -25-30%. Sotto le attese Sauvignon e Merlot, che avevano avuto un germogliamento regolare, post freddo, e una buona allegagione: il Merlot arriva in alcuni casi a -30% di produzione, però con gradazioni medio-alte; il Sangiovese in pianura paga il gelo e nella seconda metà di agosto ha perso almeno un 5-10%, con danni qualitativi dove non è presente l’irrigazione, arrivando in alcuni casi a un crollo vicino al 40-50%; un po’ meno pesante è il bilancio della collina (-30%).

Orticole. A causa soprattutto delle forti gelate, sono incrementate le produzioni di ortaggi, che sono andate a compensare, in modo seppur marginale, le produzioni frutticole venute meno. Le orticole prevalenti in Romagna sono il fagiolo fresco e fagiolino, che a Rimini hanno mantenuto stabili le superfici dedicate; spinacio, pisello, erbette, lattuga che a Rimini è la coltura prevalente con 505 ettari. Seguono zucchino, zucca, patata, cipolla e pomodoro da industria, questi ultimi concentrati soprattutto nel ravennate.

Agriturismi. In Romagna alla fine del 2020 le strutture iscritte sono 522 (erano 488 nel 2019), se ne contano 89 nel riminese (stabili rispetto all’anno precedente), mentre il maggior numero di imprese è concentrato nella provincia di Forlì-Cesena (251, erano 240 nel 2019) e sono 182 a Ravenna (erano 162 nel 2019). Le aziende agrituristiche attive in Regione sono incrementate del 4% rispetto al 2019, con un aumento di 49 unità, anche se Rimini, insieme a Modena e Ravenna, ha subito una lieve flessione, pari a una unità, mentre le chiusure sono state 4 (erano 5 nel 2019).

Biologico. Nel 2020 in Romagna, rispetto all’anno precedente, continua ad avere segno positivo sia il numero delle aziende agricole che la superficie condotta con il metodo biologico: in totale al 31 dicembre 2020 le aziende erano 2.190 contro le 1.691 del 2019. Il maggior numero si concentra nella provincia di Forlì-Cesena con 998 aziende, Rimini è al secondo posto con 757 seguita da Ravenna 435. Per quanto riguarda la superficie agricole utilizzata (sau) condotta con metodo biologico Rimini conta 8.765 ha + 10.1 rispetto al 2019. Le aziende biologiche zootecniche, per lo più da carne (bovini e ovini) e di galline ovaiole sono 65 a Rimini (la provincia di Forlì-Cesena conserva il primato regionale con 193).

Erba medica da foraggio. La coltivazione dell’erba medica si concentra prevalentemente nel Centro – Nord Italia, e l’Emilia Romagna si conferma la regione che contribuisce maggiormente con oltre 252.554 ha coltivati pari al 35% della superficie totale nazionale, che per il 2021 è pari a 705.193 ha, numeri che sottolineano l’importanza della produzione in regione. Rimini contribuisce con 10.171 ha, la qualità del prodotto è buona e il mercato, sempre più esigente, apprezza questo aspetto.

Girasole. A Rimini dopo la brusca frenata del 2020, si assiste ad un leggero aumento di superficie investita, passando dai 371 ettari coltivati nel 2020 ai 490 del 2021. Questo sulla scia del rinnovato interesse per le colture proteoleaginose, e in particolare del girasole: in Romagna nel 2021 le colture sono arrivate a 6.745 ettari, in alternativa al mais e al frumento tenero.

Settore zootecnico. Calano gli allevamenti di bovini e il numero di capi da carne, così come diminuiscono i capi di suini. Per l’apicoltura si registra l’annata più critica del decennio, con danni pesanti a causa dell’andamento climatico: praticamente azzerate le produzioni di millefiori primaverili e acacia.

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