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Economia provinciale ancora sotto i segni della crisi: a farne le spese i giovani

Nel 1° trimestre 2014 in provincia di Rimini gli avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno) segnano un decremento, rispetto al 1° trimestre 2013 di -18,8%

Se il Rapporto sull’economia della provincia di Rimini dello scorso 31 marzo aveva evidenziato come l’economia del territorio fosse ancora dentro una crisi che perdura ormai dal 2009, i dati statistici aggiornati che vengono divulgati venerdì in occasione della XII Giornata Nazionale dell’Economia confermano quel quadro, mentre gli scenari previsionali 2014-2016 invitano ad un seppur cauto ottimismo. Il primo segnale del perdurare della crisi viene dall’analisi del mercato del lavoro.

Nel 1° trimestre 2014 in provincia di Rimini gli avviati (lavoratori che hanno instaurato almeno un rapporto di lavoro dipendente nell’anno) segnano un decremento, rispetto al 1° trimestre 2013 di -18,8%; così anche gli avviamenti (numero dei rapporti di lavoro dipendente instaurati nell’anno) che scendono di -15,5%. La precarietà si evince anche dalla tipologia contrattuale: il contratto di lavoro dipendente a tempo determinato, con il 60,9% sul totale, costituisce la tipologia più diffusa (+4% sul 1° trimestre 2013), mentre scende ancora il peso del lavoro a tempo indeterminato, attestandosi al 7,6% (contro l’8,4% del primo trimestre 2013). L’indicatore più drammatico è quello della CIG-Cassa integrazione guadagni: nel 1° quadrimestre 2014, infatti, in provincia di Rimini il suo utilizzo, rispetto al 1° quadrimestre 2013, è cresciuto: +30,4 (CIG ordinaria -29,5%, straordinaria +52,5%, in deroga +26,1%).

Imprenditoria giovanile. Ad essere maggiormente colpita dalla crisi è l’imprenditoria giovanile sotto i 30 anni: -0,6% su marzo 2013; addirittura -17,7% negli ultimi cinque anni, essendo passati da 2.571 unità del 1° trimestre 2009 a 2.116 unità del 1° trimestre 2014. Resta ancora alto il tasso di disoccupazione attestatosi all’11,5% (era al 9,8% nel 2012) soprattutto per i giovani: in provincia di Rimini è senza lavoro il 25,0% nella fascia di età 15-29 anni e addirittura il 30,0% nella fascia di età 15-24 anni, con una forte crescita negli ultimi anni, sia con riferimento alla classe 15-29 anni (dall’11,8% nel 2011, al 15,8% nel 2012, al 25,0% nel 2013) sia con riferimento alla classe 15-24 anni (dal 15,5% nel 2011, al 20,5% nel 2012, al 30,0% nel 2013).

Sistema bancario. I dati della Banca d’Italia, aggiornati al 1° trimestre 2014, evidenziano un calo degli impieghi alle imprese del 2,2% su marzo 2013, con la variazione peggiore con riferimento al credito verso il settore edile (-21,9% di impieghi vivi rispetto all’anno precedente). La ristrettezza del credito è confermata dai dati dei finanziamenti per cassa, oltre il breve termine e agevolati: a questa si aggiungono i dati allarmanti sulle sofferenze bancarie che in provincia di Rimini al 31/12/13 ammontano a 1.365 milioni di euro (erano 927 milioni al 31/12/12), con un incremento del 47,2% rispetto all’anno precedente. In questo complesso scenario l’intervento dei Confidi è stato molto importante per le imprese: nel 2013 in provincia di Rimini, le imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario rappresentano il 23,9% del sistema imprenditoriale riminese (in aumento rispetto al 21,3% del 2012).

Export. Dati positivi per il commercio con l’estero; in provincia di Rimini, infatti, nel 2013 i dati relativi all’Export fanno segnare rispetto al 2012 un incremento seppur lieve dello 0,3% con un import praticamente invariato. Il saldo della bilancia commerciale è ampiamente positivo: +1.189.721.827 euro.

Demografia delle imprese. Diminuiscono le imprese attive in provincia di Rimini nel 1° quadrimestre del 2014: sono 34.923, contro le 35.633 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un calo attestatosi al -2,0%. Sul fronte iscrizioni e cessazioni di impresa, nei primi quattro mesi del 2014 in provincia di Rimini le cessazioni, con 1.622 unità, hanno largamente superato le iscrizioni, arrivate a 1.153 unità, determinando un saldo nati-mortalità delle imprese molto negativo (-469 imprese). Scendendo ancor più nello specifico, nel confronto tendenziale con il periodo gennaio-aprile 2013, si ha un decremento delle imprese iscritte del -13,7%, a cui si associa un analogo incremento delle imprese cessate del -13,7%.

Movimento turistico. Nel primo quadrimestre 2014 in provincia di Rimini per ciò che riguarda gli arrivi si evidenzia un lieve aumento del +0,2% (+2,1% gli arrivi italiani e -6,1% gli arrivi esteri) mentre per ciò che concerne le presenze si rileva una diminuzione del -3,1%; (-0,4% per le presenze italiane e -9,0% le presenze estere). Il dato più evidente è la forte diminuzione degli stranieri, che si registra per la prima volta negli ultimi anni. Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente, primo quadrimestre 2013 rispetto al primo quadrimestre 2012, si evidenziano arrivi a -6,6% (italiani -10,5% e stranieri +9%) e presenze a -8,0% (con italiani che erano in calo a -11,5% e stranieri a +0,7%). In sintesi: nel 2013 c'è stato un calo superiore al 5% sia di arrivi che di presenze, rispetto ai primi quattro mesi del 2012; nel 2014 c'è una tenuta degli arrivi dovuta agli italiani e un calo delle presenze in particolare per gli stranieri (che rappresentano circa il 30% sul totale delle presenze).

Scenari previsionali 2014-2016. Aggiornati al maggio 2014, gli scenari previsionali mostrano in particolare: la crescita del tasso medio annuo del valore aggiunto in provincia di Rimini, che toccherà +1,2%, inferiore al valore atteso medio annuo del +1,5% per l’Emilia-Romagna e uguale a quello previsto per l’Italia; e un incremento dell’export in misura media annua del 4,0%, presentando però una crescita inferiore rispetto al trend regionale (+5,3%) e nazionale (+4,5%). Rispetto al mercato del lavoro nei prossimi due anni si evidenzierà una minima crescita delle unità di lavoro, quantificabile in un +0,2% medio annuo, variazione inferiore a quella che si registrerà sia in ambito regionale (+0,5%) che in ambito nazionale (+0,3%); tale incremento, però, si verificherà solo a partire dal 2015 mentre nel 2014 si registreranno, purtroppo, valori ancora negativi (-0,6% rispetto al 2013).

Analisi settoriale dei bilanci delle società di capitali della provincia di Rimini Triennio 2010-2012 - Il macrosettore con peso relativo maggiore risulta essere quello del Commercio (43,2%), seguito a diversi punti percentuali di distanza dal Manifatturiero (25,7%), dai Servizi (23,6%), mentre hanno un peso modesto il macrosettore delle Costruzioni (6,9%) e dell’Agricoltura e pesca (0,6%). Si osserva un comportamento uniforme per quel che riguarda l’andamento del fatturato, che mostra una generalizzata crescita in quasi tutti i macrosettori, con particolare riguardo all’Agricoltura e al Commercio. La crescita più significativa è ascrivibile ad Agricoltura e pesca (+29,3%), seguito dal Commercio (+8,7%), mentre meno consistente risulta la crescita del macrosettore Servizi (+4,5%) e Manifatturiero (+3,5%).

Tali crescite sono riferibili al biennio 2010-2011, mentre il biennio più recente 2011-2012 evidenzia una stasi e, in taluni casi, addirittura una contrazione. In controtendenza con una arresto importante del fatturato sul triennio risulta invece il settore delle Costruzioni (-5,1%). L’analisi riferita al triennio passato (2009-2011) mostrava crescite del fatturato molto più sostanziose ed in tutti i macrosettori, mentre l’analisi riferita al triennio ancora precedente (2008-2010) mostrava andamenti molto differenziati, con macrosettori in parte in contrazione ed altri in forte crescita. Pertanto, si può leggere una forte volatilità del dato riferito al fatturato, segno che un periodo di stabilità nel meccanismo nella domanda-offerta non è vicino.

Per quanto attiene alla redditività l’analisi evidenzia una visibile contrazione nel rendimento del capitale proprio, misurato dall’indice ROE, che passa da +3,60% nell’anno 2010, a +3,42% del 2011, per scendere significativamente nel 2012 ad un valore negativo di -0,27%. Il settore che appare più in sofferenza è quello delle Costruzioni mentre il settore con maggiore stabilità e redditività sempre positiva è quello del Commercio, mentre gli altri settori sono molto prossimi allo zero. La redditività complessiva, appare, quindi in evidente declino con particolare riguardo al biennio più recente.

Dal punto di vista dell’analisi finanziaria alcuni settori evidenziano situazioni di evidente e preoccupante squilibrio tra impegni e risorse a breve. La maggioranza dei settori versa però in una situazione, ancorché non ottimale, non immediatamente allarmante, essendo in grado di far fronte alle passività a breve termine attraverso l’impiego di disponibilità liquide, di liquidità differite (come i crediti finanziari e commerciali) e delle risorse ricomprese nel magazzino (disponibilità).

Imprese, Istituzioni pubbliche e Non profit: i principali risultati del Censimento nel territorio - Il censimento registra una marcata crescita, rispetto al censimento del 2001, sia di addetti che di imprese (rispettivamente +10,7 e +8,9), una prevalenza di imprese individuali (56,7%), una consistente componente di lavoro dipendente femminile (43,7%), una forte offerta di lavoro dipendente extra-comunitario (12,9%) e un consolidamento del settore di punta della provincia (+29,3% gli addetti alle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione).

Il settore non profit mostra importanti tassi di crescita di unità locali e di volontari, a testimonianza di un rapido processo di inseguimento che potrebbe portare a colmare il gap che Rimini ha con le altre province della regione. Le istituzioni pubbliche si riducono in presenza di un aumento occupazionale; segno di una razionalizzazione del settore che si sta aprendo verso gli utenti attraverso una maggiore trasparenza (adozione di bilanci sociali) e con una buona disponibilità di canali di comunicazione ICT. Il territorio riminese presenta un forte dinamismo per numero di imprese e per numero di occupati sia rispetto al contesto emiliano-romagnolo che a quello nazionale.

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